Anno | 2019 |
Genere | Biografico |
Produzione | Portogallo |
Durata | 106 minuti |
Regia di | António Pinhão Botelho |
Attori | Igor Regalla, Afonso Lagarto, Almeno Gonçalves, Álvaro Correia, Ana Bustorff Anabela Faustino, Anabela Moreira, André Gago, André Gomes, Andreia Bento. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 novembre 2019
La storia di un calciatore ambito dalle maggiori squadre portoghesi.
CONSIGLIATO SÌ
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Eusebio da Silva Ferreira è stato uno dei calciatori che hanno segnato in maniera indelebile la storia del calcio internazionale. Ne seguiamo gli inizi e soprattutto le macchinazioni e gli intrighi messi in atto da due squadre rivali (lo Sporting e il Benfica) per averlo nelle loro fila. Tutto ciò senza ignorare la storia di una dittatura colonialista che all'inizio degli anni '60 era finita nel mirino delle Nazioni Unite.
Potrebbe sembrare impossibile realizzare un film su un Numero Uno del calcio senza mostrare mai il campo se non nelle immagini di repertorio finali.
L'impresa è riuscita a António Pinhăo Botelho, figlio del famoso regista Joăo, il quale, seppure nell'ambito di un tradizionale biopic, ha dimostrato che buon sangue non mente. Perché ci mostra, in maniera lineare e senza particolari accorgimenti ma con un buon senso della progressione narrativa, una vicenda in cui interessi sportivi e politici si intrecciano inestricabilmente. Di fatto non ci viene raccontata l'ascesa o, meglio, la consacrazione in un club a cui contribuirà a dare innumerevoli allori ma le modalità con cui è arrivato ad avere l'opportunità di mettersi in luce sulla ribalta nazionale ed internazionale. A partire dal titolo questo film si presenta come una spy story a tutti gli effetti. Perché Ruth era il nome in codice che un gruppo di suoi sostenitori gli aveva dato affinché chi intercettava i telegrammi inviati dal Mozambico a Lisbona non comprendesse che vi si trattava del calciatore. Mentre sullo sfondo si agita la necessità di mostrare un volto compatto da parte del regime di Salazar nei confronti di una Società delle Nazioni favorevole alla decolonizzazione, le due società sportive si contendono la futura star ma una delle due gioca sporco approfittando del sostegno delle alte sfere. C'è Paulo Branco alla produzione per cui non ci si poteva aspettare un biopic come tanti. Quello che manca sul piano linguistico cinematografico si acquisisce su quello narrativo che consente di rivisitare un periodo in cui in Portogallo dominava una dittatura. In tempi di strisciante nostalgia degli uomini forti ricordare i loro metodi non è inutile. Anche parlando di football.