Tuo per Sempre

Buster Keaton è Ronald, lo studente migliore della sua scuola superiore, convinto sostenitore che lo sport sia una maledizione e che i libri siano l'unica cosa che conta. Non la pensa però così la bella Mary, cui sembrano interessare di più gli atleti che i secchioni. Per cercare di attirarla a sé, Ronald s'iscrive al suo stesso college e tenta goffamente tutti gli sport, dal baseball alla corsa ad ostacoli al salto con l'asta, pur di impressionarla. Un disastro dopo l'altro e una risata dopo l'altra, arriverà ad avere la sua occasione.

College, in italiano Tuo per sempre, arriva dopo The General (Come vinsi la guerra), uno dei capolavori di Keaton, ma anche un discreto flop commerciale al momento della sua uscita.

L'insuccesso dell'uno si riflette sull'altro, con un'imposizione di maggiori limiti al budget e la richiesta (al limite del ricatto, date le condizioni) di percorrere una strada più sicura e vicina ai gusti comprovati del grande pubblico. In pratica, si chiede a Buster Keaton di fare Harold Lloyd, e tali e tante sono le strizzate d'occhio di Tuo per sempre a The Freshman (Viva lo sport), il film di Lloyd di due anni prima, che non è illecito pensare che ci sia sotto una velata protesta.

Siamo nel 1927, dunque ancora in quel periodo, tra il '20 e il '28, in cui Buster Keaton dà il meglio di sé quanto a libertà creativa e risultati artistici. "Grande specialista contro ogni genere di infezioni sentimentali", come ebbe a scrivere Luis Bunuel nella sua recensione al film sui "Cahiers d'Art" di quello stesso anno, Keaton sottolinea con la sua maschera neutra l'assurdità delle cose e, se si fa serio, ci induce ancor di più al riso, per poi guardarci come a chiederci conto del nostro comportamento illogico.

Tuo per sempre, firmato da James W. Horne ma di fatto diretto da Buster Keaton, non è tra le eccellenze della sua filmografia: le gag sul campo d'atletica non sempre funzionano e l'argomento gli impone un tipo di clownerie che non è la sua. Ciononostante ci sono scene che valgono da sole l'intero film, come i suoi tentativi da barman, prima, e poi da cameriere nero. Nella lunghezza apparentemente sproporzionata della parte di film che viene dedicata alle prove di atletica, inoltre, c'è in realtà la condizione necessaria e sufficiente per far volare il film nel finale.

Come Ronald, infatti, informato del pericolo in cui si trova Mary, intraprende una straordinaria volata finale, infilandone una giusta dietro l'altra, così il film accelera il suo ritmo negli ultimi dieci minuti e poi più ancora, arrivando all'assurdo, e lasciandoci a sghignazzare di gusto sull'immagine poco consona di una tomba. Potenza del genio comico! Se Tuo per sempre è un Keaton minore, ed è vero, non c'è dubbio che si tratti pur sempre di un film di rara grandezza. 