I film della Durbin furono gli ultimi a lasciarci, appartenendo la graziosa fanciulla, e ora ex adolescente n. 1, a una casa che non aveva ritenuto opportuno seguire i quattro grandi al tempo della nota contesa circa l'importazione dei film americani. Tuttavia il lasso di tempo, in sé non tanto grande, che è trascorso fra il suo ultimo film di prima e i primi due di dopo, è stato sufficiente a segnare una rivoluzione fisica e psicologica in questa brava ragazza, che per alcuni anni fu un sogno fresco e giovanile, un gentile e non conformista messaggio inviato d'oltreoceano alla vecchia Europa.
Piacevano i film della Durbin soprattutto per questa ragione: che erano poco americani. E con la parola "americano" s'intende non tanto quello che detta parola conduce con sé di originale, primitivo e forte, quale: i western, l'avventura, il coraggio, il salutare ottimismo; quanto invece quel tanto di meccanizzato, di aspettato, di commerciale e impoetico abituale alla più scarsa e corrente produzione di Hollywood.
I nuovi film che ci sono arrivati dall'America ci hanno offerto una Durbin che non si differenzia per nulla da tante fiorenti fanciulle, rosee, esuberanti ed uguali, un po' simili a quelle figure che si ritagliano con le forbici per far contenti i bambini, e che il pittore Campigli predilige come soggetto ai suoi quadri.
Ciò che caratterizza il primo film della Durbin da noi veduto, e che si chiama Questa è la vita, è una assoluta mancanza di immaginazione negli autori del soggetto. Per tutto dire in due parole, è una figlia cui viene soffiato dalla madre l'ideale maschile appena intravvisto. La madre, cosí dolorosamente nemica alla figlia, è nel film l'attrice Kay Francis, che un tempo noi amammo sotto le gentili sembianze di una signora tubercolotica al suo ultimo, disperato amore per William Powell. (Cogliamo l'occasione per avvertire i lettori che si ricordano di una nostra noterella su Carole Lombard, che non Menjou ma Powell è stato il primo marito dell'attrice, come ci ha fatto invece scrivere la dattilografa o il solito proto).
Il secondo film di Deanna Durbin si chiama La prima è stata Eva; ed è una delle solite storie per bambini grandi, narrante il solito miracolo per cui la fanciulla povera trova il principe azzurro. Malgrado il familiare assunto, questo secondo film è migliore del precedente, perché si giova della presenza di quell'impareggiabile attore che si chiama Charles Laughton, in una parte non certo adeguata ai suoi mezzi, in cui egli sta come in un vestito troppo stretto. Sia nel primo, che nel secondo film la Durbin non è più a suo agio come un tempo, e la sua voce non è più cosí gradevole come una volta. Chissà perché ci sono venute in mente a proposito di lei, alcune ottave dell'Ariosto che i nostri lettori ricordano senza dubbio. Cominciano:
"La verginella è simile alla rosa
che in sul giardin sulla nativa spina..."
Con quel che segue.
Da Oggi, 26 Luglio 1945