Affermatasi nel concorso di Miss Italia del 1946, pur non riuscendo vincitrice, esordì nel cinema l'anno successivo ne L'apocalisse (Giuseppe Maria Scotese), riuscendo ben presto ad imporsi all'attenzione del pubblico per una serie numerosa di film, spesso di scarso rilievo, per lo più di genere comico-brillante ma anche drammatico, in cui aveva occasione di esporre le proprie doti fisiche, d'una bellezza prorompente e «popolare». Per alcuni anni costituì, insieme ad altre «dive» di quel periodo, come Gina Lollobrigida, Lucia Bosè, Silvana Mangano ecc., un vero fenomeno di costume e polarizzò attorno a sé vasti strati di pubblico, soprattutto popolare. In seguito, anche a causa del basso livello dei film interpretati e di una effettiva carenza drammatica della sua recitazione, ai allontanò gradatamente dallo schermo, apparendo soltanto saltuariamente in parti di secondo piano. Tuttavia aveva dato prova di possedere un certo temperamento drammatico, in un paio di film: Un marito per Anna Zaccheo (1953, Giuseppe De Santis), in cui interpretò la parte della protagonista, una ragazza troppo bella per poter fare un matrimonio soltanto d'amore; e La bella di Roma, 1955, Luigi Comencini), in cui diede vita a un gustoso personaggio di donna del popolo. Più recentemente ha ancora avuto modo di caratterizzare alcuni personaggi minori con gusto e misura, come ne La strada lunga un anno, 1959, Giuseppe De Santis) e ne Il gaucho (1964, Dino Risi), dimostrando un certo senso comico che non dispiacque.
