Soprattutto una donna affascinante, d'una bellezza pura come l'acqua di fonte, fisicamente avvenente e deliziosa interprete di storie romantiche e sentimentali. Tra il 1920, anno di esordio, e il 1925, Vilma era divenuta una delle attrici europee più popolari: dalla natia Ungheria aveva spiccato il volo verso Berlino, Vienna e Parigi, girando un film dopo l'altro, senza un attimo di sosta. Benché oggi quasi tutti i film di questo periodo sembrino perduti, ad eccezione de L’ Image (1925) di Jacques Feyder e Der Zirkuskönig (1925), ultima interpretazione di Max Linder, il quale si suicidò subito dopo averlo terminato, le cronache d'epoca sono piene di elogi per film come Hôtel Potemkin (1924) di Max Neufeld o Das verbotene Land (1924) di Friedrich Féher, da un romanzo di Felix Salten, dove Vilma è l'apprezzata protagonista.
In giro per l'Europa a caccia di talenti, Samuel Goldwyn ebbe occasione di vedere delle fotografie della Banky in un cinema di Vienna, rimase incantato dinnanzi alla beltà dell'attrice in Das schöne Abenteuer (1923) che comperò e successivamente presentò in America come The Lady from Paris, infine si recò a Budapest dove, a suon di dollari, riuscì a convincere l'attrice a firmare un contratto per cinque anni, promettendole anche che nel suo primo film americano avrebbe avuto come partner Ronald Colman, un giovane attore venuto dall'Inghilterra e il cui astro era in rapida ascesa.
Primo film a Hollywood è The Dark Angel (1925), lacrimevole storia di una ragazza il cui innamorato cerca di nasconderle la sua cecità. Il film fu accolto benissimo, la coppia con Colman fu giudicata perfetta.
Nel frattempo, Goldwyn aveva prestato la sua scoperta alla United Artists per due film al fianco di Rodolfo Valentino, The Eagle (1925) e The Son of the Sheik (1926) che si rivelarono, anche per la morte del protagonista, due campioni d'incasso e proiettarono Vilma al top del box-office.
Appena tornata, Goldwyn le fece girare altri tre film con Colman, un western di grosso impegno, The Winning of Barbara Worth (1926) ove compariva anche Gary Cooper alle prime armi, The Night of Love (1927), ambientato in epoca rinascimentale e The Magic Flame (1927), un dramma circense.
E mentre il pubblico credeva e la pubblicità lo faceva supporre, che Vilma e Colman stessero per diventare una coppia anche nella vita, l'attrice si sposava invece con Rod La Rocque. Il matrimonio - seicento invitati, DeMille padrino, Tom Mix che guidava il cocchio nuziale - fu un evento rimasto nelle cronache mondane come le nozze più hollywoodiane che si potessero immaginare.
Poiché La Rocque era anche lui un attore molto popolare, molti si aspettavano che i due sarebbero presto apparsi insieme anche sullo schermo. Non fu così, e forse proprio per questo il loro matrimonio è durato quarantadue anni, un record, ed è finito solo per la morte di lui. Vilma fece ancora qualche film, ma col sonoro, il forte accento ungherese, mai perso malgrado le lezioni di dizione, non le permise ulteriori sviluppi. Saggiamente si ritirò, lasciando nei suoi tanti ammiratori un ricordo di lei, incontaminato.
Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.