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Festival dei Popoli 2025, oltre 90 film sotto il segno della resistenza

Si aprirà l’1 novembre la 66.ma edizione dell’evento fiorentino dedicato ai documentari. Ci racconta la selezione di quest’anno il Direttore Artistico Alessandro Stellino.
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di Alessandro Stellino

giovedì 30 ottobre 2025 - Festival

Tre sezioni competitive, i grandi documentari dell’anno in Doc Highlights, le sezioni tematiche dedicate ad ambiente e diritti umani, musica e cinema delle donne. Spazio a filmmaker esordienti e alla sperimentazione dei linguaggi con il nuovo Future Campus.

Il concetto di resistenza, nelle sue varie declinazioni, è il fil rouge che unisce molti degli oltre 90 film in programma nella 66° edizione del Festival dei Popoli. Resistere per continuare a fare arte e difendere il diritto alla libertà di espressione; resistere sotto i bombardamenti per sopravvivere e far sopravvivere; resistere per rivendicare la propria appartenenza di genere o etnica laddove i regimi non lo permettono; resistere alla normalizzazione del pensiero e del comportamento, tra individui e nella collettività; resistere ai fascismi di ritorno. 
 

Resistere per esistere: quello che Kamal Aljafari sta facendo con i suoi film è ricostruire la memoria audiovisiva del popolo palestinese privato della possibilità di autodeterminarsi e, di conseguenza, anche di autorappresentarsi. Il suo With Hasan in Gaza, con il quale si aprirà il festival, è un viaggio indietro nel tempo in un luogo spettrale e popolato di fantasmi. Un lavoro fortemente politico, il suo, come quello di Sarah Maldoror, prima donna a fare cinema in Africa che il festival ricorda a pochi anni dalla sua scomparsa con un ampio omaggio che ne ripercorre la carriera: un’occasione unica per apprezzare l’opera di una delle cineaste più radicali della storia del cinema.


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With Hasan in Gaza del palestinese Kamal Aljafari, film di apertura del Festival, è il ritratto di una Striscia di Gaza che non esiste più.

L’importanza di perseverare anche nei momenti più difficili è il tema di fondo di uno dei film più attesi di questa edizione, Ai Weiwei’s Turandot di Maxim Derevianko, con l’artista cinese all’esordio nella regia lirica: una lavorazione segnata dall’interruzione forzata causata dalla pandemia e poi dallo scoppio della guerra in Ucraina. Andare controcorrente per incendiare gli spiriti, sempre: nella New York dei tardi ’70 con artisti del calibro di Patti Smith, Frank Zappa e Allen Ginsberg riuniti per celebrare William Burroughs in Nova 78, o nell’effervescente Firenze degli anni ’80 raccontata da Stefano Pistolini e Bruno Casini in Uscivamo molto la notte. Piero Pelù, protagonista indiscusso di quell’epoca, è al centro anche del film di Francesco Fei Piero Pelù – Rumore dentro, intimo racconto di un uomo che fa i conti con un disturbo uditivo menomante ma anche con la propria irriducibile voglia di combattere. 

Nella sezione dedicata ai documentari musicali “Let the Music Play” ci sono anche lo struggente It’s Never Over, Jeff Buckley, dedicato alla folgorante meteora del rock anni ’90, e gli anti-eroi raccontati da Marie Losier, regista francese cui il festival dedica un ampio omaggio con suoi ritratti anti-convenzionali dedicati a figure di spicco della scena underground come Genesis P-Orrige, Alan Vega, Peaches e The Residents. 


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Serie TV, Drammatico, Poliziesco - Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda, Finlandia, 2023, 6x60’

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