Con Una vita difficile di Dino Risi questo giorno si insedia nella memoria dello spettatore.
di Pino Farinotti
Il 2 giugno, giorno del referendum, è uno dei più raccontati della storia della Repubblica. Un promemoria indimenticabile lo dobbiamo al film Una vita difficile (1961) firmato da Dino Risi, capolavoro assoluto della stagione della nostra "Commedia". Silvio (Alberto Sordi), romano, è stato partigiano nella zona del lago di Como, dove ha conosciuto Elena (Lea Massari). I due vivono a Roma, Silvio lavora in un giornale comunista. La vita è durissima, spesso si saltano i pasti. È il 2 giugno, la città è in attesa febbrile del risultato del referendum. Elena e Silvio sono in cerca di una trattoria dove forse non pagheranno. Elena si sente chiamare. Si tratta di un marchese vecchio amico di sua madre, proprietaria di un albergo a Como. Il nobile sta cercando qualcuno da invitare a pranzo per non essere in tredici a tavola. I due proletari si ritrovano così al tavolo di una principessa, guardati male da tutti i presenti. I titolati sono in ansia per il re. Qualcuno tocca un argomento scottante, i partigiani. Silvio, idealista emotivo, li difende con foga, critica il re quando "scappò" a Brindisi abbandonando la sua gente. La discussione si infiamma, ma ecco che la radio annuncia:
"Diamo il risultato del referendum" La tensione è immobile e palpabile. "Monarchia: 10 milioni, 719mila284." Sembra un buon numero, tutti esultano. "Repubblica 12 milioni, 717mila 923. L'Italia è una repubblica".
Cade il silenzio e la disperazione. A uno a uno tutti i nobili abbandonano la tavola. Tranne Elena e Silvio, che non rinunciano a mangiare. Un maggiordomo, solenne, avanza col grande vassoio verso di loro mentre dalla radio arriva l'inno nazionale. Siamo nella storia del cinema. Accade spesso che la narrazione di un film sia più efficace delle analisi e retrospettive della letteratura accreditata. Se poi i protagonisti si chiamano Risi, regista, Sonego sceneggiatore e Sordi attore, ecco che quel 2 giugno si insedia nella memoria dello spettatore e lì rimarrà. Com'è legittimo che sia per una ricorrenza come quella.