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«Sublime nella forma quanto nel contenuto», così gli spettatori della Sala Web accolgono Dashte Khamoush

Il film iraniano raccoglie consensi tra il pubblico online. 
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venerdì 4 settembre 2020 - Mostra di Venezia

Sta raccogliendo molti consensi il film iraniano Dashte Khamoush, presentato nella sezione Orizzonti della 77.ma Mostra del Cinema da Venezia e da ieri, giovedì 3 settembre, disponibile in streaming nella Sala Web del festival. 

Come hanno intercettato molti attenti spettatori online, il film sembra ricordare le atmosfere del neorealismo italiano, facendo entrare sotto la luce dei riflettori i lavoratori sfruttati di una fabbrica di mattoni sulla via del fallimento. La fotografia in bianco e nero riprende i toni di un mondo dove gli ultimi sono destinati a rimanere tali, costretti perennemente alla lotta per intravedere un po’ di speranza. “Desolato e fragile come la vita” si legge tra il pubblico che sta continuando a tessere un’interessante discussione sul film. 

Dashte Khamoush (The Wasteland) rimarrà disponibile in streaming nella Sala Web fino a martedì 8 settembre alle 19.40. 

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Ecco intanto i migliori commenti arrivati finora: 
 

Un film sconvolgentemente bello... la vita e la morte di un invisibile... da brividi!!
E per fortuna che c'è questo cinema iraniano che col suo bel b/n, ci riporta alle nostre radici neorealiste e ci racconta lo sfruttamento dei lavoratori da parte di un padrone disonesto, rivalità interetnche e intrallazzi amorosi, arrivando con lentezza a un finale tragico...
La chiusura della fabbrica di mattoni è un pretesto per raccontare una umanità piegata dal lavoro duro, povertà e sfruttamento. unico personaggio positivo è il fedele aiutante del padrone della fabbrica che sopraffatto dalla umiliazione e dalla vergogna decide di togliersi la vita soffocato dai mattoni che ha fabbricato per tutta la vita. film bello, in alcuni passaggi
C'è un certo esistenzialismo, penso anche all'isolamento ormai cronico dell'Iran. sembra una critica a delle promesse non mantenute nella situazione reale del paese. Direi estraniante, il silenzio con quelle riprese lunghe, interminabili. Un punto debole è a mio avviso il tessuto troppo fatalista che lo impregna, dove solo il padrone ha sempre il modo di gestire a suo favore la situazione. cosa che però gioca a favore della solidità di questa storia
Con poco, molte emozioni. atmosfere da western di Sergio Leone nel neorealismo iraniano
Ricorda il neorealismo italiano, molto vero, crudo, duro
Bellissimo grande opera lirica che racconta un'umanità dolente e tragica che ripete sempre le stesse cose. Persone forgiata nel vento e impastate di terra ed acqua come i mattoni ottima la scelta del bianco e nero difficile da dimenticare
Bianco e nero assai pertinente e poetico per dipingere la terribile vita da sfruttati di alcuni operai semi-analfabeti di una fabbrica di mattoni. abituati a obbedire, sperano che quel disumano lavoro sia il viatico per una vita migliore. e a fronte del bieco cinismo del proprietario, un imbonitore che, purché la fabbrica continui a funzionare, promette a ciascuno di loro aiuti impossibili, fa da contraltare la figura compessa di lotfollah, capo operaio e mediatore tra etnie diverse (conflittuali ma unite dal medesimo dramma) personaggio per il quale il proprio orizzonte non va oltre la fabbrica stessa e la passione sopita per l'amante del capo. c'è condanna sociale, c'è poesia, c'è perfino romaticismo in questo cupo dramma iraniano
Desolato e fragile come la vita
Bel ritratto tragico della condizione umana in una società ancora inchiodata alle logiche feudali. notevole la fotografia. gli eccessi di virtuosismo tecnico, però, lo appesantiscono non poco
Bellissima fotografia. un b/n molto preciso e duro che esalta il luogo e i personaggi, anche loro resi dalla vita uguali ai mattoni che producono
Le vite di un gruppo di lavoratori e del loro padrone si intrecciano nel microcosmo di una fabbrica di mattoni, per poi disperdersi nel silenzio del vento, nella vastità del deserto, nell'incertezza di una (forse) nuova vita, finchè non resta soltanto un respiro affannato nel buio. splendida la fotografia e le inquadrature.
Il mattone è il segno di un lavoro duro e della sopravvivenza. Può costruire ponti ma può anche elevare barriere dietro le quali c è solo morte
Fotografia bellissima e grande gusto delle inquadrature. Forse non siamo tanto abituati a questo genere di film un pò lenti ma ne valeva la pena. Pessimista e desolato, dello splendido bianco e nero alla fine rimane solo il nero
Film di un'intensità mostruosa con un minimalismo perfetto. Rara perla
Un metafisico bianco e nero che si spalma su umani e cose mettendo a nudo la tragicità dell'esistere, il senza scampo del destino. Il finale potente dà un valore di trascendenza al nostro essere al mondo
Bella sorpresa, film triste e bello. Ottimo b&n e movimenti di camera! Il discorso del capo come pretesto per raccontare i singoli personaggi ( come spesso ha fatto tarantino ) e le loro storie ! Non poteva che finire in quel modo.... Dopo 40 anni
Uno splendido tuffo in una cultura diversa. ho apprezzato la scelta del bianco e nero, l’uso della telecamera statica che ha costruito degli splendidi quadri. Finale davvero bello


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