Presentato Fuori Concorso a Locarno Festival, il lavoro di Quatriglio reca in sé un quid di straordinarietà per l'oggetto trattato.
di Emanuele Sacchi
Ismail e Hassan sono due fratelli, migrati dall'Afghanistan all'Italia in tenera età. Quando Ismail ritiene di aver finalmente ritrovato un contatto con la propria madre insiste per vederla, nonostante lei neghi tutto. Di fronte alle difficoltà, decide di recarsi in Pakistan di persona per parlarle.
Un film di silenzi e di attese, di destini incompiuti. Va vissuto sul piano più lirico e intenso Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio.
Va vissuto come il passaggio dal documentario al film di finzione di una cineasta che affronta coraggiosamente un cambio di stile radicale. Sono molti i film sui migranti, sempre di più. Sono l'impegno sociale e l'attualità a richiedere che l'artista si esprima in questo senso, d'altronde, ma il lavoro di Quatriglio reca in sé un quid di straordinarietà per l'oggetto trattato.