
Il maestro dell'horror ha ricevuto ieri il Premio Truffaut.
di Fiorella Taddeo
"Il cinema sta vivendo un momento di cambiamento drastico e drammatico. Da quando le banche sono entrate nel settore, è innegabile che le priorità siano altre". A parlare è Dario Argento, il Maestro dell'horror, ospite del Giffoni Film Festival, dove ha ricevuto il Premio Truffaut. Il regista ha incontrato gli studenti dell'Academy Giffoni per una masterclass e i giovani giurati e con loro ha fatto il punto sulle condizioni dell'industria della Settima Arte. "Si pensa solo al profitto - ha spiegato - e per questo i film sono diventati molto banali. I thriller, i film di tensioni non conoscono più suspense. Si ricorre solo agli effetti speciali per stupire lo spettatore. In Oriente, invece, stanno realizzando lavori molto più interessanti".
In particolare "il cinema italiano ormai si è appiattito su modelli televisivi e su una commedia all'italiana che spesso è mediocre - ha dichiarato il cineasta - E quello americano neanche mi interessa molto. Non andrei mai negli Stati Uniti: è un posto mitizzato ma dove spesso il tenore di vita è molto misero".
Argento, che sta per debuttare come regista di lirica portando in scena a Novara il "Macbeth" di Giuseppe Verdi, ha inoltre detto la sua sulle nuove tecnologie applicate al cinema che, è innegabile, "incidono sempre". "In ogni film - ha sottolineato - ho usato qualcosa di nuovo. Con il 3D, per esempio, ho potuto lavorare sugli sfondi e sul senso di profondità che adesso le pellicole possono offrire. In questo modo diventano felicità per gli occhi".
Ma come è nata la sua passione per l'horror? Gli chiedono in molti. "L'evento che mi ha cambiato la vita è stato quando mio padre, che era produttore cinematografico, mi regalò una tessera per un cinema che d'estate trasmetteva questo genere di film - ha raccontato - Mai avrei pensato che questa cosa mi avrebbe cambiato la vita. Ho, poi, capito di avere il privilegio di saper dialogare con la mia parte oscura, un lato della personalità che noi tutti abbiamo. Io lo riconosco e lo esprimo attraverso le mie opere. Non è un caso che sono un grande appassionato di Freud e di psicoanalisi. In tutti i miei lavori cerco di inserire le mie riflessioni sul subconscio".
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