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Tutti giù per il tubo con Hugh Jackman!

Incontro con l'attore e i registi del nuovo film di animazione della DreamWorks
di Tirza Bonifazi Tognazzi

martedì 19 dicembre 2006 - News
Uscito negli Stati Uniti da qualche settimana (battendo ai botteghini il suo "rivale", l'agente 007 di Casinò Royale) Giù per il tubo arriverà nelle sale italiane il 22 dicembre, giusto in tempo per Natale, per regalare 86 minuti di puro divertimento. Abbiamo incontrato i registi David Bowers e Sam Fell e l'attore che nella versione originale dà la voce al protagonista Roddy: Hugh Jackman, che dismessi i panni di Wolverine (X-Men) e di Peter Lyman (Scoop) indossa quelli di un topo aristocratico.

Nel film Roddy è un po' James Bond. Quanto ti sei divertito a interpretarlo?
È stato divertentissimo: tra le quattro mura di casa lui pensa davvero di essere James Bond, si guarda allo specchio e lo imita. Ma poi quando si trova nelle situazioni realmente pericolose, una volta finito nella Londra underground, è terrorizzato.

Come è stato incollare la propria voce a un cartone animato?
In verità nell'animazione il doppiaggio viene prima di tutto; abbiamo iniziato proprio dalla voce. Mi hanno solo fatto vedere un'immagine del personaggio che avrei doppiato, così sapevo che aspetto avrei avuto, e basta. È un processo difficile perché devi creare tutto con la voce, non puoi usare gli occhi né le espressioni facciali. È stato molto più impegnativo di quanto avessi creduto.

Che tipo di palestra fai per entrare di volta in volta in nuovi personaggi?
Amo interpretare personaggi completamente diversi fra loro, in fondo recitare è questo! Per Giù per il tubo ho fatto tre mesi di preparazione in un negozio di animali, come topo... sto scherzando (ride, Ndr). No, ho lavorato molto sulla voce per creare l'accento inglese, visto che è un topo aristocratico di Londra. Mi ci sono volute tre o quattro sessioni per entrare nel personaggio e capire come farlo al meglio, una volta colto questo aspetto abbiamo rifatto le parti già doppiate in precedenza, e poi è filato tutto liscio.

Quanto tempo avete avuto a disposizione per doppiare il film, e cosa ne pensi del doppiaggio in generale?
Ci abbiamo messo tre anni, ma ovviamente gli attori locali, i doppiatori, ci hanno messo molto meno. Loro però avevano un film da vedere, non dovevano creare il personaggio da zero. Credo che queste pellicole abbiano così tanto successo proprio perché sono fatte con estrema cura. E credo che le sceneggiature dei cartoni animati siano spesso migliori di altri film in circolazione. Le case di produzione puntano tantissimo sull'adattamento - non lo chiamerei doppiaggio - investono molti soldi per lasciare che gli attori entrino nel personaggio, diano la loro interpretazione. Sono per il doppiaggio, quando viene fatto bene, perché riesce a coinvolgere lo spettatore in un film anche in altri paesi, come l'Italia.

Passiamo alle domande ai registi: un cast del genere potrebbe andare a pennello per un film normale, sarebbe quasi da Oscar.
È stato un sogno per noi avere a disposizione un budget del genere, lavorare negli studio di Hollywood e soprattutto avere la possibilità di scegliere. Quando abbiamo iniziato a pensare al cast abbiamo tirato giù una lista ideale di attori che avremmo voluto nel film - Hugh Jackman, Kate Winslet, Jean Reno - ma che pensavamo non avrebbero mai accettato. Invece lo hanno fatto e ovviamente ne siamo molto felici. Non volevamo fare una caccia alla celebrità, ma cercavamo semplicemente i migliori attori per i ruoli che avevamo immaginato, e oltretutto queste sono persone che hanno dei figli, cosa che è tornata molto utile per la produzione del film.

È frustrante per voi il doppiaggio, vista la cura che ci avete messo nello scegliere le voci?
Siamo molto fiduciosi nel processo di doppiaggio, generalmente gli attori che se ne occupano sono bravissimi. E poi non mi piacerebbe che i bambini che vanno a vedere il film siano costretti a leggere i sottotitoli, non sarebbe divertente per loro.

Ci sono diverse citazioni, da Nemo a Terminator. Quale vi ha divertito di più inserire nel film?
Sicuramente la scena iniziale in cui Roddy prova gli abiti di fronte allo specchio e in una mano tiene uno smoking e nell'altra il costume di Wolverine - quello del fumetto, non del film con Jackman. È stato davvero divertente immaginarla e crearla!

David, che ricordi hai del lavoro come apprendista al film Chi ha incastrato Roger Rabbit?
All'epoca frequentavo la scuola di animazione, il film era prodotto a Londra e quando l'ho saputo ho fatto domanda per entrare. Per me si trattava di un sogno: ci lavoravano i migliori animatori del momento. È stata un'esperienza molto formativa perché mi ha messo sin dall'inizio della carriera di fronte a standard qualitativi molto alti. È stato il modo migliore per iniziare!

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