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I quattrocento colpi di Salvatore

Primo film italiano prodotto dalla Disney, Salvatore, in uscita domani nelle sale, ribadisce il diritto all'istruzione del bambino
di Marzia Gandolfi

lunedì 30 ottobre 2006 - News
Alessandro, Salvatore nella finzione, è arrabbiato per quella macchinina radiocomandata che non si lascia più comandare. Gliel'ha regalata la produzione per festeggiare i suoi pochi anni compiuti alla Festa di Roma, per omaggiare la sua bella interpretazione nel film d'esordio del siciliano Gian Paolo Cugno. Nel suo film, Salvatore, Alessandro è preoccupato per qualcosa di più di una automobilina rotta, è orfano e deve occuparsi di una sorellina e di un'anziana nonna, trascurando i giochi e la scuola. Prodotto dalla Disney, Salvatore ribadisce il diritto all'istruzione del bambino, perché la scuola non insegna soltanto a leggere e a scrivere ma spezza la catena che collega ignoranza, povertà, sfruttamento e sottosviluppo. Salvatore "cresce" accanto a un cast illustre made in Italy: Enrico Lo Verso, Giancarlo Giannini, Ernesto Mahieux, Gabriele Lavia e la giovane nonna invecchiata interpretata da Lucia Sardo. Laura Pausini canta invece la cover di Zucchero, Come il sole all'improvviso: "Nel mondo io lavorerò tanto che poi le mani mi faranno male", ma per Salvatore e Alessandro adesso è il tempo dei balocchi.

Gian Paolo Cugno (il regista)

Debutto con la Disney
Devo questo esordio con la Disney a Pietro Innocenzi. Una volta mi disse che se avessi avuto delle belle storie me le avrebbe prodotte. Ne avevo una, avevo scritto la storia di Salvatore e ne presentai una bozza ad Innocenzi, a lui piacque così tanto che mi disse che avrebbe voluto farne un film.

Sicilia
Avevo girato altre volte in Sicilia, e l'ho scelta di nuovo perché volevo descrivere la sua realtà, la storia che racconto nel mio film è realmente accaduta. Diciotto anni fa, un ragazzo siciliano perse suo padre nel tragico modo in cui lo perde Salvatore. Come il mio protagonista, questo ragazzino continuò a vivere con sua la famiglia, la aiutò coltivando la terra e facendo esattamente tutte quelle cose che si vedono nel film. Allo stesso modo si dovette affrontare il problema della scuola, ma in quell'occasione fu la famiglia a intervenire.

Salvatore/Alessandro
Non è stato facile trovare il mio Salvatore. Abbiamo fatto numerosi provini e non ero mai soddisfatto. I professionisti erano troppo professionisti, appunto, qualcuno forse poteva andare bene, era bravo ma alla fine poco naturale, spontaneo, vero, siciliano. Poi ho trovato Alessandro e in lui c'è molto di Salvatore, quello che lui fa nel film corrisponde alla realtà, le scene in cui piange, in cui intreccia i pomodori, in cui guida l'apecar, è tutto vero. Volevamo esattamente un bambino così. "Questa è la vita", mi ha detto un giorno Salvatore e io e la Buena Vista abbiamo ritenuto che fosse un perfetto sottotitolo per il nostro film.

Piccoli attori crescono
Non è stato facilissimo lavorare con Alessandro. Il lavoro sul set con i bambini va gestito con delicatezza, bisogna rispettare la loro personalità, i loro tempi, compresi quelli ludici. Alessandro è esattamente come lo vede nel film, vivace, dunque mi ha creato qualche problemino durante le riprese. Quando ha intuito e poi realizzato di essere lui il protagonista, ha cominciato ad approfittarne. Una volta sono stato anche costretto ad allontanarlo, con grande ansia del produttore, preoccupato che non tornasse più. Invece non soltanto è tornato ma arrivando sul set ci ha abbracciati tutti affettuosamente. Non so come ho fatto ma alla fine ci sono riuscito, faticosamente, a gestirlo e ho giurato a me stesso che non sfiderò mai più la sorte. Perché una volta può andar bene, la seconda magari no. Sono stato un po' incosciente, forse, ma Alessandro era il bambino che volevamo e così abbiamo rischiato. Il rischio che si corre non scegliendo un professionista è quello di avere risultati fiacchi. Nel mio film il protagonista non doveva essere solo triste, doveva avere il sapore del suo personaggio, tutte le sue contraddizioni e i suoi umori.

Ringraziamenti
Concludo col dire che ho lavorato con due produttori eccezionali, ho sempre sognato di collaborare con loro. Voglio inoltre sottolineare che questo film è il risultato non solo del mio lavoro ma di quello di tutti. Perché il film stesse in piedi c'è stato bisogno dell'aiuto di tutti e ognuno ha fatto egregiamente la sua parte, contribuendo a dare al film un tono autentico.

Enrico Lo Verso (Marco Brioni, il maestro)

"Ladro" di bambini ieri e oggi
Ieri mi sentivo un coetaneo di questi bambini, adesso sono più vecchio, molto più vecchio di loro. Quando lavori con un bambino devi imparare a relazionarti con lui. Come dice Gian Paolo: è vero, fare un film è un lavoro di squadra e tutti cerchiamo di raggiungere gli stessi obiettivi, ma al bambino tutto questo non interessa. Quindi può capitare che se con un bambino tocchi la corda sbagliata, lo perdi, se ne va. Insomma, tutto coi bambini è molto delicato. Ho sempre cercato di gestire da solo il mio rapporto con loro sul set ma in questa occasione, con Alessandro, sono ricorso spesso a Gian Paolo, ho chiesto il suo aiuto perché era riuscito a stringere un rapporto molto stretto e molto forte con lui.

Coming Soon
Il film uscirà a San Francisco e a New York contemporaneamente all'uscita italiana, il 31 ottobre. Prossimamente in Belgio e successivamente, grazie alla rete di contatti della Buena Vista, uscirà in molti altri paesi.

Dialetto siciliano
Nessuno di noi ha avuto dei problemi col dialetto siciliano, siamo tutti siciliani in fondo, anche se Gian Paolo è nato a Pachino e io a Palermo. Il vero problema è stato quello di dare un'idea di autenticità, parlando il dialetto del posto ma rendendolo al tempo stesso comprensibile, dal momento che non avevamo intenzione di sottotitolarlo.

Improvvisazione
Tantissima. È bello e importante lavorare con un regista che non sia tiranno. Gian Paolo è uno che accetta la discussione. Per me il ruolo dell'attore non si limita al dire la battuta. L'attore deve prima di tutto capire il suo personaggio, viverlo e proporre delle alternative al momento di interpretarlo. Il personaggio passa dalla pagina scritta alla vita e Gian Paolo capisce perfettamente questo processo ed è capace di ascoltare e di confrontarsi con l'attore, è un regista che semplifica le cose, le rende facili. Lui non spiegava ad Alessandro come si governava una barca, lui saliva sulla barca con Alessandro e glielo mostrava.

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