Melvyn Douglas è stato uno straordinario interprete, dal portamento elegante e distinto, a suo agio sia in ruoli brillanti che drammatici, nei quali si distingueva per il suo incomparabile stile e per il suo notevole fascino. Figlio di un pianista, comincia a recitare in teatro subito dopo aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale. Recita in diverse compagnie fin quando nel 1928 arriva a Broadway, che lo vede scanzonato e garbato interprete di numerosi spettacoli. Ama il teatro, ma a partire dal 1931 il cinema lo "cattura", rendendolo in breve tempo una star internazionale. Per tutti gli anni Trenta e Quaranta lo si vede in numerose pellicole, soprattutto brillanti, spesso nel ruolo del "tombeur de femme", elegante e impomatato, ironico e galante, dal baffetto spiritoso, sempre pronto ad accattivarsi le grazie della protagonista, che può essere Greta Garbo (Ninotchka, Ninotchka, di Ernst Lubitsch del 1939; Two-Faced Woman, Non tradirmi con me, di George Cukor del 1941), Irene Dunne (Theodora Goes Wild, L'adorabile nemica, di Richard Boleslawsky del 1938), Myrna Loy (Third Finger Left Hand, Wapakoneta, di Robert Z. Leonard del 1940), Claudette Colbert (She Married Her Boss, Voglio essere amata, di Gregory La Cava del 1935), e tante altre ancora. Negli anni Cinquanta torna in teatro, non disdegnando però interessanti apparizioni cinematografiche. Negli ultimi anni ha l'opportunità di regalare al pubblico due grandi prove drammatiche, in Hud (Hud il selvaggio, 1962) di Martin Ritt, per il quale ottiene un meritatissimo premio Oscar, e in Being There (Oltre il giardino, 1979) di Hal Ashby. Si spegne all'età di ottant'anni.