Snowpiercer |
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Un film di Bong Joon-ho.
Con Chris Evans, Song Kang-ho, Ed Harris, John Hurt, Tilda Swinton.
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Titolo originale Seolguk-yeolcha.
Azione,
durata 126 min.
- Corea del sud, USA, Francia 2013.
- Koch Media
uscita giovedì 27 febbraio 2014.
MYMONETRO
Snowpiercer
valutazione media:
3,95
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una delle tante visioni apocalittiche sul futuro ddi FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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lunedì 3 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film in cui si racconta di un'umanità sopravvissuta e giunta nell' era glaciale dell'anno 2031 che si trova tutta raggruppata in un lungo convoglio ferroviario, ben diviso in classi sociali dove la coda è occupata da quelle inferiori e le carrozze in prossimità della locomotiva da quelle più agiate. Questo treno, sempre in corsa attraverso un paesaggio fortemente innevato e ghiacciato rappresenta metaforicamente la struttura di una società ideale o, in senso più lato, quella dell'intera umanità che vive sulla terra, dove ogni componente appartiene al livello sociale assegnatogli con ovviamente sopra di lui altri individui appartenenti a livelli sociali più elevati ed infine un capo supremo che soprassiede tutto e tutti. Ovviamente durante questa corsa si verificheranno dei soprusi da parte di chi ha più potere ed inevitabili azioni di ribellione, non sempre di successo positivo, da parte di chi li subisce. Solo alla fine i più coraggiosi ed abili riusciranno a sovvertire l'ordine prestabilito dando inizio praticamente ad un nuovo e, forse migliore, assetto sociale.
Questo film del coreano Bong Joon-ho risulta nel complesso molto ben realizzato e, sebbene non del tutto originale per ciò che concerne la sua tematica, anzi, piuttosto scontata, lo si apprezza più che altro per l'immagine della metafora del treno che egli presenta al pubblico. Ovviamente, non essendo l'argomento troppo differente dai molti che precedono questa pellicola sulle visioni più o meno catastrofiche di un prossimo futuro dell'umanità, anche la sua metafora ridimensiona piano piano il suo apporto innovativo, divenendo un pò scontata e dunque prevedibile.
La grande cooperazione con la produzione statunitense, sia in termini di finanze impiegate che in quelli concernenti l' impiego di attori di un certo calibro appartenenti al mondo del cinema occidentale, quali per esempio Chris Evans, Tilda Swinton, Ed Harris e John Hurt, ecc.... ovviamente assicura a quest'opera una certa dose di successo, soprattutto tra gli appassionati del pubblico di questo genere apocalittico, non relegandolo da una parte.
Ma in generale, essa non assurge per i motivi sopra elencati ad un livello al di sopra della norma, rimanendo in una collocazione, se non mediocre, un pò pretenziosa e già ampiamente vista.
Insomma, per gli amanti, ripeto, del genere utopistico negativo.
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