L'ultima e disincantata opera di Verdi, composta sul finire del XIX secolo, è da più di un decennio laboratorio di riflessione sulla storia e la corruzione degli ideali secondo Mario Martone. Ma se nella versione del 2008 per il Teatro degli Champs Elysées prevaleva un ragionamento sulla metafora post-risorgimentale di questa rilettura shakespeariana a firma di Arrigo Boito, dieci anni dopo l'allestimento si aggiorna ancora e il motto finale del giullare Falstaff, "nel mondo tutto è burla", suona sinistro presagio per la scena del presente.