Aloners

Per Yu Jin-ah tutti i giorni si ripete la stessa routine: il lavoro in un call center, mentre ascolta clienti maleducati o palesemente disturbati; lo stesso piatto consumato in una tavola calda; infine il ritorno al monolocale per addormentarsi guardando drama in tv. La spinta verso l'anaffettività e la mancanza di comunicazione del capitalismo avanzato si fa carne in un personaggio indifferente anche [...] Vai alla recensione »

Esordio alla regia per la giovane filmmaker sudcoreana Hong Seong-eun, Aloners (il titolo nazionale traslitterato è Honja saneun saramdeul) appare ora, quasi in contemporanea, in competizione al 43° Cairo International Film Festival e al 39° Torino Film Festival, dopo l'anteprima al Jeonju International Film Festival e i passaggi a Toronto, San Sebastian e altre manifestazioni.

Aloners, un film sulla solitudine sin dal titolo. Il primo lungometraggio di Hong Sung-eun è un film distaccato, lontano dallo spettatore, esattamente come la sua protagonista vorrebbe tenersi lontano degli altri. Jina (Gong Seung-yeon) è infatti una giovane donna che lavora nel call-center di una compagnia di carte di credito e che ama stare da sola.

Jina lavora in un call center di una compagnia di carte di credito. Impiegata modello (vince sempre la gara del mese), deve fare, malvolentieri, da insegnante a una nuova assunta. Nel frattempo la madre, da poco ritornata a vivere col suo ex marito, muore e Jina vede temporaneamente sfumare l'eredità. Vive in un appartamento da sola e conduce volontariamente una vita isolata, senza amici.