eugen
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lunedì 11 marzo 2024
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piu''fedele a collodi
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Questo"Pinocchio"di Matteo Garrone, ora super.premiato oer"IO capitano"(scritto dallo stesso Garrone con Massimo Ceccherini,2019), decisamente fedele al libro anche in alcune sue parti spesso trascurate(il ruolo del maestro, sorta di"punitore a ripetizione", stolido ripetitore di formule arcinote all'epoca, del resto nello spirito del tempo, fine Ottocento, subito dopo l'incolmpleta e molto condizionata Unita'italiana e la troppo esaltata stagione del"Risorgimento", ma anche il soggiorno beve del burattino-allora ancora tale a tutti gli effetti. nel ventre del pescacane, memore del biblico Giona, tratto che neppure Garrone riesce a tratteggiare per bene, anzi racconta senza "colpo ferire"), ha qualche guizzo(il rapporto con Lumaca e la fata turchina) e complessivmaente riesce ad essere una piacevole illustrazione del testo lorenzian-collodiano, ma gli manca la"follia creativa"che era comunque nel film di Roberto Benigni, autore.
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Questo"Pinocchio"di Matteo Garrone, ora super.premiato oer"IO capitano"(scritto dallo stesso Garrone con Massimo Ceccherini,2019), decisamente fedele al libro anche in alcune sue parti spesso trascurate(il ruolo del maestro, sorta di"punitore a ripetizione", stolido ripetitore di formule arcinote all'epoca, del resto nello spirito del tempo, fine Ottocento, subito dopo l'incolmpleta e molto condizionata Unita'italiana e la troppo esaltata stagione del"Risorgimento", ma anche il soggiorno beve del burattino-allora ancora tale a tutti gli effetti. nel ventre del pescacane, memore del biblico Giona, tratto che neppure Garrone riesce a tratteggiare per bene, anzi racconta senza "colpo ferire"), ha qualche guizzo(il rapporto con Lumaca e la fata turchina) e complessivmaente riesce ad essere una piacevole illustrazione del testo lorenzian-collodiano, ma gli manca la"follia creativa"che era comunque nel film di Roberto Benigni, autore.supermarionetta di piu'¿di tre lustri antetiore. QUi Bob Benigni, memore dalle "teatalizzazione"dantesche e altre(poteva risparmiarsi l'inno di Mameli, ma qui so che i pareri sono molto lonani e da"dissenziente"non vorrei trasformarmi in "massacratore involontario"), torna come Mastro Geppetto crreatore di Pinocchio e suo "papa'"amoroso e amorevole, con un'ottima prova e non da meno sono il compianto grandissimo Gigi Proietti as Mangiafuoco, bene Ceccherini e Rocco Papaleo, rispettivamente"volpe"e"gatto", ma il duo da'una prova quasi scontata, Enzo Vetrano come maestro, Marine Vatch as Fata Turchina e qualche altro(a)in ruoli secondari, per un film non banale, ma al quale si sarebbe potutto chiedere di piu'¿e che avrebbe, parimenti, potuto "dare di piu'"o forse farci qauclhe spunto onirico maggiore, visto che il"Pinocchio"e'anche opera onirica(pesno alla scenetta -.gioco cui ha dato luogo in Latinoamerica(Pinochito y sy mujer se sentarono a comer...), per ex., ma come dimostra il"Museo di Pinocchio e del Gioco "a Firenze, sito in pieno centro, Pinocchio e'tradotto e noto in tutto il mondo, avendo dato e continuanao a dare spunto a illustrazioni, film, trappresentazioni teatrali, balletti, musiche etc,.di ogni tipo, . Eugen
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fabrizio friuli
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giovedì 8 giugno 2023
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buono
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Un povero falegname toscano noto come Geppetto, nota casualmente un carro allestito dove ci sono de burattini di legno e ad egli viene l' idea di costruire un proprio burattino per fargli fare degli spettacoli e guadagnare denaro in maniera onestà, quindi, chiede ad un suo conoscente di offrirgli un pezzo di legno che gli servirà per il suo progetto e gli viene offerto un grosso pezzo di legno che sembra essere senziente e quando Geppetto riesce a scolpire la sua testa, egli scopre che sa parlare e crede di essere diventato padre. Tuttavia, Geppetto si rende conto che il suo Pinocchio si rivela molto scapestrato e indisciplinato, ma grazie alla Fata Turchina, Pinocchio stesso comincerà a cambiare in meglio , ma non diventa un essere perfetto.
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Un povero falegname toscano noto come Geppetto, nota casualmente un carro allestito dove ci sono de burattini di legno e ad egli viene l' idea di costruire un proprio burattino per fargli fare degli spettacoli e guadagnare denaro in maniera onestà, quindi, chiede ad un suo conoscente di offrirgli un pezzo di legno che gli servirà per il suo progetto e gli viene offerto un grosso pezzo di legno che sembra essere senziente e quando Geppetto riesce a scolpire la sua testa, egli scopre che sa parlare e crede di essere diventato padre. Tuttavia, Geppetto si rende conto che il suo Pinocchio si rivela molto scapestrato e indisciplinato, ma grazie alla Fata Turchina, Pinocchio stesso comincerà a cambiare in meglio , ma non diventa un essere perfetto.
Il regista Matteo Garrone, dopo aver girato il suo lungometraggio fantastico Il Racconto Dei Racconti, ha girato un altro film fantastico, basato sulla storia del burattino di nome Pinocchio, quindi, non è sicuramente un film innovativo, però, sono stati scelti degli attori adatti per i ruoli : Roberto Benigni è stato scelto per impersonare Geppetto ed è stata una scelta intelligente, mentre il famoso è amato Gigi Proietti è stato scelto per interpretare Mangiafuoco, Il burattinaio minaccioso che si rivela essere una persona per bene. Altri due attori famosi scelti per lavorare in questo film sono Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini ,,che hanno interpretato i due principali antagonisti della storia di Pinocchio : Il Gatto e La Volpe , i famosi animali antropomorfi che vivono imbrogliando gli altri e il bambino di legno, non conoscendo adeguatamente il mondo e non essendo in grado di distinguere il bene dal male, diventa il loro bersaglio preferito, purtroppo, i due attori sono stati truccati come i bambini della recita scolastica, mentre le marionette di Mangiafuoco sembrano quasi delle vere marionette, ed è questo il problema dominante che si manifesta nel film : alcuni attori sono stati truccati e preparati in modo notevole, altri attori invece no , tra l' altro , i già citati antagonisti di Pinocchio, sono molto simili ai due personaggi del film della Disney : La Volpe è la mente del duo , mentre il Gatto fa la parte dell' aiutante sbadato , però, a differenza del film animato del 1940 ( Pinocchio ) La Volpe finge di essere zoppa e alla fine diventa realmente zoppa , invece il Gatto finge di essere cieco e poi diventa realmente cieco , come nell' opera di Carlo Collodi. È possibile riconoscere che il film è abbastanza fedele all' opera di Carlo Collodi, e questo garantisce al film di essere un film buono ma non di più. Il Grillo Parlante , che appare tre volte durante il film ed è stato interpretato da un attore affetto da nanismo di nome Davide Marotta ( che ha impersonato anche altri due ruoli : una delle marionette di Mangiafuoco e uno dei quattro conigli neri come il carbone ) e purtroppo, si sono limitati a truccagli la faccia di verde e a mettergli due antenne ovviamente finte e più che un grillo, sembra un extraterrestre ( ovviamente, non si tratta di un' offesa diretta all' attore ), invece la Fata Turchina è stata interpretata da una giovane attrice quando ha l' aspetto di una bella bambina e da un' attrice è modella francese ( doppiata dalla talentuosa Domitilla D'Amico ) quando appare come una donna , ed anche nell' opera di Collodi la fata assume le due identità, però, pur essendo fedele alla storia di Pinocchio ( e ciò è stato già accennato ) il film di Matteo Garrone presenta un Postiglione che non somiglia al crudele personaggio che appare nell' opera letteraria e a quello del film Disney, e il tonno che aiuta Geppetto e Pinocchio a raggiungere la terraferma, dopo essere usciti dallo stomaco del mostruoso pesce cane ( che non muore ) sembra un mutante, avendo un inquietante volto umano mescolato geneticamente con il corpo di un tonno. Nell' ultima parte del film Pinocchio comincia a lavorare durante per aiutare il suo povero padre dopo tutto quello che ha passato e la Fata , avendo capito che Pinocchio ha dimostrato di avere un gran cuore , nascosto dalla sua pelle di legno , lo perdona nuovamente e dopo un tenero abbraccio, Pinocchio riesce finalmente a diventare un bambino vero, e il film si conclude con Pinocchio che raggiunge il suo caro babbo e lui , ovvero Geppetto, scopre che Pinocchio è diventato un bambino vero, ed è sicuramente diventato un bambino bravo e capace di distinguere il bene dal male, infatti , quando incontra nuovamente Il Gatto e La Volpe , lui si allontana da entrambi, avendo finalmente capito che loro gli hanno rubato i suoi zecchini. Come è stato accennato in precedenza, il film è buono e non di più per un altro motivo : è il solito film basato sulla storia del pezzo di legno che diventa un burattino senza fili che diventa un bambino vero.
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ben
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martedì 3 gennaio 2023
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il carattere episodico del romanzo rende pinocchio adatto a trasposizioni lunghe.
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Premettiamo subito che il carattere episodico del romanzo rende Pinocchio particolarmente adatto a trasposizioni lunghe, non certo a film. Chi si propone di farlo, o parte svantaggiato, o si deve avvalere di una sceneggiatura da Oscar. Altrimenti si è costretti, come in questo riadattamento, a tagliare talmente tante cose che poi ne risulta una storia zoppa, financo incomprensibile a chi non abbia letto il racconto (vedi la storia del naso). Iniziamo con le cose da dimenticare: 1) il paese dei balocchi, di una tristezza che altro che giocare, ti viene sicuramente la voglia di scappare a gambe levate! 2) Lucignolo, che, come dice il nome era un ragazzo secco e allampanato (non grassottello come qui), il compagno tentatore che abbiamo tutti conosciuto presto o tardi nella vita, quello che ti ha fatto provare la prima sigaretta, che ti ha fatto saltare la scuola per andare a giocare.
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Premettiamo subito che il carattere episodico del romanzo rende Pinocchio particolarmente adatto a trasposizioni lunghe, non certo a film. Chi si propone di farlo, o parte svantaggiato, o si deve avvalere di una sceneggiatura da Oscar. Altrimenti si è costretti, come in questo riadattamento, a tagliare talmente tante cose che poi ne risulta una storia zoppa, financo incomprensibile a chi non abbia letto il racconto (vedi la storia del naso). Iniziamo con le cose da dimenticare: 1) il paese dei balocchi, di una tristezza che altro che giocare, ti viene sicuramente la voglia di scappare a gambe levate! 2) Lucignolo, che, come dice il nome era un ragazzo secco e allampanato (non grassottello come qui), il compagno tentatore che abbiamo tutti conosciuto presto o tardi nella vita, quello che ti ha fatto provare la prima sigaretta, che ti ha fatto saltare la scuola per andare a giocare... Lucignolo è un concetto. In questo Lucignolo manca tutto ciò, è un personaggio debolissimo. 3) I grandi assenti: il Serpente, Melampo e le faine, il Colombo, il Paese delle Api industriose, i compagni di scuola (con Eugenio) e il granchio, Alidoro e il Pescatore Verde. 4) Pinocchio non è ambientato nell'Italia Liberty: sebbene scritta nel 1880, Collodi colloca la storia all'incirca negli Anni '40 dell'Ottocento (ci cascò anche Comencini, uno dei pochi errori del suo sceneggiato televisivo). 5) La tristezza/malinconia dell'attore che interpreta Pinocchio che ci fa perdere tutta l'anarchia festosa e scanzonata che dovrebbe avere il burattino e che è l'essenza stessa del libro, l'anarchia incosciente di tutti i bambini che lasciata a sé stessa conduce alla fine alla rovina. 6) La strabordanza di Benigni nella prima parte e, associata, la poca rispondenza di Geppetto e Mastr'Antonio rispetto al libro. Geppetto era detto Polendina dalla parrucca gialla che portava, vedi punto quarto. Lo stesso veniva fatto con Mastr'Antonio che era soprannominato Mastro Ciliegia per via del naso rosso. Benigni-Geppetto chiama in continuazione Mastr'Antonio "Ciliegia" che invece sarebbe dovuto essere un soprannome che lo faceva infuriare (alla fine però questa mancanza fa "infuriare" lo spettatore, almeno con me ci è riuscita). Le poche cose che ho apprezzato: il trucco dei vari personaggi fantastici, i coniglietti neri, il Corvo e la Civetta, Medoro, ecc. Apprezzabili anche alcuni attori (Papaleo, Ceccherini, Forconi, Proietti, Vacht...). Nel complesso abbastanza noioso e triste.
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francesco2
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domenica 9 gennaio 2022
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da vedere in tv
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Curioso sarebbe cosa pensino i detrattori del Pinocchio benignesco, quando rimproverano *in parte giustamente- al comico toscano di avere perso la verve dissacrante, a tratti eccessiva, dei tempi passati. L impressione di chi scrive resta che Garrone abbia fatto il suo film per famiglie, sulla scia dell Alice di Burton -il quale, tra la ltro, da quel momento non ne azzecca praticamente una.
Se Reality si distingueva per eccesso di magia - Qualcuno ha parlato di trascendenza- e Primo amore, nella sua plaasticita, per eccesso di realismo -l imbalsamatore, forse, li sintetizzava entrambi-quello di Pinocchio rappresenta un Purgatorio con poca anima, che evita la trappola del buonismo -Il venditore che rifiuta il libroa Geppetto, per esempio- , ma la cui Italia di fine ottocento vive di figurine cui non sfuggono neanche la fata Turchina e, -soprattutto-il Grillo Parlante.
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Curioso sarebbe cosa pensino i detrattori del Pinocchio benignesco, quando rimproverano *in parte giustamente- al comico toscano di avere perso la verve dissacrante, a tratti eccessiva, dei tempi passati. L impressione di chi scrive resta che Garrone abbia fatto il suo film per famiglie, sulla scia dell Alice di Burton -il quale, tra la ltro, da quel momento non ne azzecca praticamente una.
Se Reality si distingueva per eccesso di magia - Qualcuno ha parlato di trascendenza- e Primo amore, nella sua plaasticita, per eccesso di realismo -l imbalsamatore, forse, li sintetizzava entrambi-quello di Pinocchio rappresenta un Purgatorio con poca anima, che evita la trappola del buonismo -Il venditore che rifiuta il libroa Geppetto, per esempio- , ma la cui Italia di fine ottocento vive di figurine cui non sfuggono neanche la fata Turchina e, -soprattutto-il Grillo Parlante.
Tali figure perdono -parzialmente, la prima, totalmente il secondo-la valenza didattica dell opera collodiana, anche se la scena in cui l eta della giovane sfugge alle leggi della natura ne conserva, in minima parte, la magia. Forse Garrone voleva stemperarne i tratti cattedratici, ma il risultato si riduce a farne dei compagni di gioco per il burattino, non piu dei Mentore e neanche figure che trasportano qualche tocco di cattiveria toscana. Come ha ricordato qualcuno,infatti, manca uno scherzo che la Fata ha giocato a Pinocchio fingendo di essere morta, come anche il decesso di Lucignolo, altro tassello del mosaico esangue garroniano nel Paese dei Balocchi. Tali spunti erano stati, invece, conservati dal vituperato Benigni-Credo che anche Lucignolo morisse nel testo-, e questo rafforza il sospetto di una favoletta che non fa male a nessuno, con qualche sentenza espunta dal romanzo senza -in f-i-erire troppo. Si aggiungano, in piu, macchiette quali il Mangiafuoco proiettiano , il Gatto e la Volpe. Tutti ottimi, nel giocare per addizione -Proietti, Ceccherini-, o per sottrazione -Papaleo-, ma tutti partecipi di uno spettacolo senza sostanza, come anche il giudice-scimmia in tribunale.
Garrone, insomma, ha costruito uno spettacolino meritevole di una visione in famiglia, ma non -secondo chi scrive-del prezzo del biglietto. Sembra che mescolo troppo, ma il cinema nostrano, tra anime nere, tragedie di mmigrati e rapporti agrisdolci traq sorelle, sembra sempre un uccello che non spicca il volo, anche se alcuni di questi film si dovrebbero -Sempre secondo chi scrive-vedere in sala. Per questo Favolacce e-poche-altre cose mi anno ben sperare.
PS Ritornando a Ceccherini, noto che ha scritto con lo stesso Garrone la sceneggiatura del film. Ora, sia detto senza pregiudizi nei confronti di nessuno, sono cattivo se sospetto che le lamentele sugli sceneggiatori nostrani rimangano discorsi nel vento..........
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elgatoloco
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giovedì 23 dicembre 2021
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un pinocchio abbastanza originale, ma non sempre
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"Pinocchio"(Matteo Garrone, anche sceneiggiatura, insieme a Massimo Ceccherini e Giulio Troli, 2019)notoriamente riproone, 17 anni dopo il film di Benigni(scritto allora con Vincenzo Cerami(un 'ulteiore versione diel"Pinocchio"(dalle"Avventure di Pinocchio"di Carlo Lorenzini, detto Collodi), qui con Benigni che impersona Getppetto, mentre lò(etò diverse)era Pinocchio in person. Le vesioni filmiche , teatrali, musicali, da musical etc,di"Pinocchio"sono molte e varie, tanto che "Pinocchio"si legge in chiave cattointegralista(caridnal Siri)ma anche massonica e altra, è tradotto in cinese, in hindu, nelle lingue africane e in Latinoamerica lo si immagina anche sposato e arrabbiato, in uno sciglilingua che introduce un gioco.
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"Pinocchio"(Matteo Garrone, anche sceneiggiatura, insieme a Massimo Ceccherini e Giulio Troli, 2019)notoriamente riproone, 17 anni dopo il film di Benigni(scritto allora con Vincenzo Cerami(un 'ulteiore versione diel"Pinocchio"(dalle"Avventure di Pinocchio"di Carlo Lorenzini, detto Collodi), qui con Benigni che impersona Getppetto, mentre lò(etò diverse)era Pinocchio in person. Le vesioni filmiche , teatrali, musicali, da musical etc,di"Pinocchio"sono molte e varie, tanto che "Pinocchio"si legge in chiave cattointegralista(caridnal Siri)ma anche massonica e altra, è tradotto in cinese, in hindu, nelle lingue africane e in Latinoamerica lo si immagina anche sposato e arrabbiato, in uno sciglilingua che introduce un gioco. "Pinochito y su mujer se sentarono a comer: Pinochito non comiò por la rabia que le diò"(Pinocchietto e sua moglie si sedettero a dormire, Pinochietto non nmagiò per la rabbia che gli era toccata". Garrone punta sul film visivo, che risulta efficace soprattutto negli episodi con il"Gatto e la Volpe", nel ventre del pescencane(dal libro biblico di Giona, notoriamnente), bekk0'inganno del "paese die balocchi", nel rientro dal padre, un grande Beningni. Finale non dark, come a teatro nella bella bersione di Pacini(Firenze, metò dicembe, alla"Pergola")ma con Pinocchio che diventa bambino.umano, ma deve passare attraverso la sofferenza e la"morte"(prova apparente). Benissimo Benigni, Federico Ielapi(Pinocchio), La comparsata(troppo breve)del compianto Proietti e bene Cecccherini(Volpe)e Rocco Papalo(Gatto). eL gATO
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fabio 3121
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giovedì 1 luglio 2021
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una favola con bel cast e ottimi effetti speciali
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La storia del burattino Pinocchio è qui narrata in modo fedele al romanzo. La forza del film sta nella ottima interpretazione di tutto il cast di attori perfettamente azzeccati ed a loro agio nei rispettivi ruoli: Roberto Benigni in Geppetto, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini nel Gatto e la Volpe, Gigi Proietti in Mangiafuoco, il giovane Federico Ielapi in Pinocchio. Altrettanto valide risultano le interpretazioni dei restanti personaggi di questa favola la cui scenografia e fotografia immergono lo spettatore per circa 2 ore in un mondo fantastico senza mai stancare la visione. Anzi una particolare attenzione per i costumi e soprattutto per i meravigliosi effetti speciali legati soprattutto al trucco di Pinocchio e degli altri burattini, del grillo parlante, della lumaca, del giudice, del tonno ecc.
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La storia del burattino Pinocchio è qui narrata in modo fedele al romanzo. La forza del film sta nella ottima interpretazione di tutto il cast di attori perfettamente azzeccati ed a loro agio nei rispettivi ruoli: Roberto Benigni in Geppetto, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini nel Gatto e la Volpe, Gigi Proietti in Mangiafuoco, il giovane Federico Ielapi in Pinocchio. Altrettanto valide risultano le interpretazioni dei restanti personaggi di questa favola la cui scenografia e fotografia immergono lo spettatore per circa 2 ore in un mondo fantastico senza mai stancare la visione. Anzi una particolare attenzione per i costumi e soprattutto per i meravigliosi effetti speciali legati soprattutto al trucco di Pinocchio e degli altri burattini, del grillo parlante, della lumaca, del giudice, del tonno ecc. completano un quadro di figure che affascina sia i piccoli che gli adulti. Buona la regia come la sceneggiatura con un finale happy end del burattino che si trasforma in bambino che corre felice e abbraccia il babbo commosso. Infine meritano una menzione sia la bella colonna sonora che i titoli di coda a forma di quadri vivi e colorati. Nel complesso una pellicola da vedere. Voto: 7/10.
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carloalberto
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domenica 20 giugno 2021
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sterile prova di estetismo
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Ennesima trasposizione cinematografica del romanzo di Collodi, di cui a parer mio non si sentiva affatto il bisogno, per il cimento estetico di Garrone, che, dopo capolavori assoluti come Gomorra, Reality e Dogman, cade nella banalità di un racconto abusato come soggetto, dai media di animazione, televisivi e cinematografici e che rimane, nonostante gli sforzi per renderlo digeribile da un pubblico adulto, vincolato alla destinazione pedagogica originale ossia indirizzato all’educazione di piccoli lettori ottocenteschi e dei telespettatori infantili di un novecento già lontano, che nell’affacciarsi alla prima adolescenza necessitavano di ammonimenti esemplari.
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Ennesima trasposizione cinematografica del romanzo di Collodi, di cui a parer mio non si sentiva affatto il bisogno, per il cimento estetico di Garrone, che, dopo capolavori assoluti come Gomorra, Reality e Dogman, cade nella banalità di un racconto abusato come soggetto, dai media di animazione, televisivi e cinematografici e che rimane, nonostante gli sforzi per renderlo digeribile da un pubblico adulto, vincolato alla destinazione pedagogica originale ossia indirizzato all’educazione di piccoli lettori ottocenteschi e dei telespettatori infantili di un novecento già lontano, che nell’affacciarsi alla prima adolescenza necessitavano di ammonimenti esemplari. Oggi un’opera del genere è senza pubblico ovvero non desta l’attenzione dei ragazzi, nutriti da instagram, non incuriosisce gli adulti che rimangono nostalgicamnete legati al Pinocchio televisivo di Comencini con Manfredi nella parte di Geppetto e Franco e Ciccio in quelle del Gatto e della Volpe.
Garrone è il primo a saperlo e la sua appare come una prova di estetica cinematografica alla stregua della trasposizione filmica del Racconto dei racconti di Basile dalla quale il regista trae i personaggi favolistici che popolano anche questo Pinocchio. Non delude Benigni ed il cast è formato da ottimi attori italiani e ciò nonostante il film rimane sempre distante e freddo, per non dire noioso e soporifero.
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(di francesco2)
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nordlys
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domenica 30 maggio 2021
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un’occasione mancata.
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Leggendo i commenti degli altri spettatori mi rincuoro al pensiero di non essere l'unico a provare delusione e smarrimento davanti a questo film. Le scene sono tutte scollate, si passa da una situazione all'altra senza una tensione preparatoria che ti introduce alla prossima "avventura", come diapositive mostrate in una fredda aula universitaria dove si mostrano i risultati di una noiosissima ricerca scientifica sulle creme depilatorie! Il commento più centrato e glaciale è stato quello di una ragazzina seduta dietro di me che rivolgendosi alla madre, le sussurra con decisione a meno della metà del film: che palle!!! Purtroppo aveva ragione lei che comunque costretta dalla madre è rimasta lì buona fino alla fine.
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Leggendo i commenti degli altri spettatori mi rincuoro al pensiero di non essere l'unico a provare delusione e smarrimento davanti a questo film. Le scene sono tutte scollate, si passa da una situazione all'altra senza una tensione preparatoria che ti introduce alla prossima "avventura", come diapositive mostrate in una fredda aula universitaria dove si mostrano i risultati di una noiosissima ricerca scientifica sulle creme depilatorie! Il commento più centrato e glaciale è stato quello di una ragazzina seduta dietro di me che rivolgendosi alla madre, le sussurra con decisione a meno della metà del film: che palle!!! Purtroppo aveva ragione lei che comunque costretta dalla madre è rimasta lì buona fino alla fine. Davvero, a parte gli effetti speciali e il trucco, non capisco come abbia potuto ottenere così tanti premi. Una sceneggiatura sciatta (da serie televisiva) un modo di recitare che non ti fa entrare in empatia con nessuno dei personaggi. Tranne che per quei pochi istanti recitati dal grandissimo e compianto Proietti, il film è da dimenticare. Peccato perché le potenzialità per un'opera d'arte c'erano tutte: cast azzeccatissimo di ottimi attori, trucco superlativo, effetti speciali così fatti bene da sembrare reali... peccato che tutto ciò non raccontasse nulla e soprattutto sembrava un atto di solitario onanismo di chi si è divertito a dirigere questo film con la chiara intenzione di escludere dal divertimento il pubblico. Grazie di cuore!
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iscarioth
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martedì 16 marzo 2021
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pinocchiooooo. babboooooo. spizzichiamo.
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Se sento ancora una volta una di queste tre parole, va a finire che me le tatuo sul braccio.
Film brutto. Mal scritto. Mal diretto. Mal eseguito.
Nel tentativo mal riuscito di imitare uno stile Tim Burtoniano, vengono presentati personaggi detestabili e monocorda. Il gatto e la volpe sono insopportabili. Con sta battuta ripetuta come un mantra: "spizzichiamo". Due volte era già di troppo. Cento, davvero eccessivo.
Benigni passa il film a urlare "Pinocchio!" e il figlioletto (carogna) a urlare "Babbo!".
Un film che non piace a bimbi e adulti e che mostra, una volta di più, che Hollywood e la notte degli Oscar non sanno davvero più che pesci pigliare.
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dandy
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lunedì 1 febbraio 2021
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ancora una volta.
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Ennesima versione delle avventure del più celebre burattino del mondo.Garrone(che sceneggia con Ceccherini)cerca l'attenzione totale al testo originario(non del tutto rispettata) e alle prime edizioni illustrate(da Enerico Mazzanti nel 1883 e Carlo Chiostri nel 1901).Si serve della fotografia spenta di Nicolaj Bruel per conferire un'atmosfera generale di miseria e squallore decisamente azzeccata(anche il Paese dei Balocchi è volutamente antispettacolare)e riprende certi tocchi ambigui dal precedente "Il racconto dei racconti"(la mutevole Fata Turchina,la mostruosità del Pescecane).Ma qui all'innegabile meraviglia visiva nonchè ottima direzione degli attori(dal piccolo Iealpi alla coppia Ceccherini-Papaleo a un Benigni abbastanza misurato,e al momento l'unico ad aver interpretato sia Geppetto che Pinocchio in due film differenti)non corrisponde la stessa passione .
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Ennesima versione delle avventure del più celebre burattino del mondo.Garrone(che sceneggia con Ceccherini)cerca l'attenzione totale al testo originario(non del tutto rispettata) e alle prime edizioni illustrate(da Enerico Mazzanti nel 1883 e Carlo Chiostri nel 1901).Si serve della fotografia spenta di Nicolaj Bruel per conferire un'atmosfera generale di miseria e squallore decisamente azzeccata(anche il Paese dei Balocchi è volutamente antispettacolare)e riprende certi tocchi ambigui dal precedente "Il racconto dei racconti"(la mutevole Fata Turchina,la mostruosità del Pescecane).Ma qui all'innegabile meraviglia visiva nonchè ottima direzione degli attori(dal piccolo Iealpi alla coppia Ceccherini-Papaleo a un Benigni abbastanza misurato,e al momento l'unico ad aver interpretato sia Geppetto che Pinocchio in due film differenti)non corrisponde la stessa passione .Il risultato complessivamente è alquanto freddo,e di certo incapace di coinvolgere adeguatamente i bambini a cui dovrebbe rivolgersi,specialmente se si avvicinano per la prima volta alla fiaba.La storia come ricerca della moralità del protagonista manca di un vero e proprio leit motiv,anche perchè sono stati espunti certi elementi chiave(la detenzione in prigione,la morte di Lucignolo,il cane Melampo)e lo stesso Pinocchio perde quasi totalmente l'avventatezza e la vivace irriverenza che dovrebbero causarne la maturazione di coscienza.Non spiacevole ma certamente non indispensabile.Gli ottimi effetti speciali,inclusi quelli del protagonista,sono quasi interamente non digitali(alcuni degli attori interpretano più ruoli:Marotta oltre al Grillo interpreta Pantalone e un coniglio;Massimiliano Gallo è un Corvo e un Mastino e il fratello Gianfranco un altro Mastino,la Civetta e Medoro)Belle musiche di Dario Marianelli.Girato in Toscana presso la Tenuta La Fratta,nel Lazio e in Puglia.Tra i produttori c'è Jeremy Thomas.5 David di Donatello(scenografie,acconciature,trucco,effetti visivi e costumi) e da un buon successo di pubblico.
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