Occhio a Pinocchio Garrone incanta e punta all'Oscar
di Federico Pontiggia Il Fatto Quotidiano
Ma non l'avevamo già visto? Sì, ma non così. Questo Pinocchio deve tanto a Collodi quanto a Ovidio: sono le metamorfosi la chiave postico-stilistica dell'adattamento di Matteo Garrone, che mette la macchina da presa ad altezza burattino e inquadra come farebbe quel perverso polimorfo che è il bambino. Dalla fotografia di Nicolaj Bruel al montaggio di Marco Spoletini, dalle scenografie di Dimitri Capuani ai costumi di Massimo Cantini Parrini, ritroveremo tutti nei David e nei Nastri che verranno, ma altri comparti potrebbero addirittura ambire a riconoscimenti Oltreoceano: il lavoro di Mark Coullier, Prosthetic Make-up designer, e Pietro Scola Di Mambro, Concept Artist e Character designer, nonché gli effetti visivi di One of Use Chromatica e la supervisione VFX di Massimo Cipollina, elevano a potenza immaginifica la trasposizione, lavorando proprio sull'ibrida-zione bambino-burattino e u-mano-animale con risultati stupefacenti e, consentiteci, eidetici. [...]
di Federico Pontiggia, articolo completo (2997 caratteri spazi inclusi) su Il Fatto Quotidiano 13 dicembre 2019