Pinocchio |
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Un film di Matteo Garrone.
Con Federico Ielapi, Roberto Benigni, Gigi Proietti, Rocco Papaleo.
continua»
Fantastico,
Ratings: Kids,
durata 125 min.
- Italia, Gran Bretagna, Francia 2019.
- 01 Distribution
uscita giovedì 19 dicembre 2019.
MYMONETRO
Pinocchio
valutazione media:
3,10
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Da vedere in TVdi Francesco2Feedback: 41676 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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domenica 9 gennaio 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Curioso sarebbe cosa pensino i detrattori del Pinocchio benignesco, quando rimproverano *in parte giustamente- al comico toscano di avere perso la verve dissacrante, a tratti eccessiva, dei tempi passati. L impressione di chi scrive resta che Garrone abbia fatto il suo film per famiglie, sulla scia dell Alice di Burton -il quale, tra la ltro, da quel momento non ne azzecca praticamente una.
Se Reality si distingueva per eccesso di magia - Qualcuno ha parlato di trascendenza- e Primo amore, nella sua plaasticita, per eccesso di realismo -l imbalsamatore, forse, li sintetizzava entrambi-quello di Pinocchio rappresenta un Purgatorio con poca anima, che evita la trappola del buonismo -Il venditore che rifiuta il libroa Geppetto, per esempio- , ma la cui Italia di fine ottocento vive di figurine cui non sfuggono neanche la fata Turchina e, -soprattutto-il Grillo Parlante.
Tali figure perdono -parzialmente, la prima, totalmente il secondo-la valenza didattica dell opera collodiana, anche se la scena in cui l eta della giovane sfugge alle leggi della natura ne conserva, in minima parte, la magia. Forse Garrone voleva stemperarne i tratti cattedratici, ma il risultato si riduce a farne dei compagni di gioco per il burattino, non piu dei Mentore e neanche figure che trasportano qualche tocco di cattiveria toscana. Come ha ricordato qualcuno,infatti, manca uno scherzo che la Fata ha giocato a Pinocchio fingendo di essere morta, come anche il decesso di Lucignolo, altro tassello del mosaico esangue garroniano nel Paese dei Balocchi. Tali spunti erano stati, invece, conservati dal vituperato Benigni-Credo che anche Lucignolo morisse nel testo-, e questo rafforza il sospetto di una favoletta che non fa male a nessuno, con qualche sentenza espunta dal romanzo senza -in f-i-erire troppo. Si aggiungano, in piu, macchiette quali il Mangiafuoco proiettiano , il Gatto e la Volpe. Tutti ottimi, nel giocare per addizione -Proietti, Ceccherini-, o per sottrazione -Papaleo-, ma tutti partecipi di uno spettacolo senza sostanza, come anche il giudice-scimmia in tribunale.
Garrone, insomma, ha costruito uno spettacolino meritevole di una visione in famiglia, ma non -secondo chi scrive-del prezzo del biglietto. Sembra che mescolo troppo, ma il cinema nostrano, tra anime nere, tragedie di mmigrati e rapporti agrisdolci traq sorelle, sembra sempre un uccello che non spicca il volo, anche se alcuni di questi film si dovrebbero -Sempre secondo chi scrive-vedere in sala. Per questo Favolacce e-poche-altre cose mi anno ben sperare.
PS Ritornando a Ceccherini, noto che ha scritto con lo stesso Garrone la sceneggiatura del film. Ora, sia detto senza pregiudizi nei confronti di nessuno, sono cattivo se sospetto che le lamentele sugli sceneggiatori nostrani rimangano discorsi nel vento..........
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