Anno | 2018 |
Genere | Documentario |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 364 minuti |
Attori | David Attenborough, Peter Drost, Roger Munns, François Morel . |
Tag | Da vedere 2018 |
MYmonetro | 3,51 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 marzo 2020
Una serie di documentari per indagare la fauna marina.
CONSIGLIATO SÌ
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Avete mai visto una famiglia di pesci pagliaccio che costruisce una casa per depositare le uova? O un polpo rosso e dagli enormi tentacoli che fa squadra con un pesce brosme per cacciare il cibo e tendere una trappola al proprio avversario? O 10.000 squali riuniti a largo di Palm Beach per il più grande raduno della loro specie durante la stagione estiva? Blue Planet II racchiude episodi e aneddoti della vita quotidiana del fondo oceanico, di mari speciali e di alcune zone estreme del nostro pianeta, mostrando immagini incredibilmente ravvicinate.
Il documentario della BBC riprende quello storico, dal titolo Blue Planet, che fu realizzato vent'anni fa, secondo le tecnologie del tempo.
Il produttore James Honeyborne del noto canale inglese ha deciso di inviare studiosi e specialisti per riprendere i fondi oceanici, i ghiacciai del polo nord, i mari verdi dei Caraibi, le peculiarità e la vita della barriera corallina, le zone costiere ricche di pesci, uccelli e animali da terra (come i leoni marini, i pinguini...), impiegando 6000 ore di immersione, 125 spedizioni in 39 paesi diversi ai confini del globo, in 4 anni di produzione in totale, con tecnologie e attrezzature molto avanzate che restituiscono immagini che, a tratti, sembrano quasi in 3D per la loro suggestione e precisione.
Una camera a ventosa posizionata sul dorso di un'orca marina permette allo spettatore una visione acquatica impressionante. Camere sui fondali permettono un vis a vis con pesci, polipi, granchi e diverse altre specie. Blue Planet si immerge nelle acque scure più dense e difficili da scovare, fino a 800 metri di profondità in quel "grande blu" narrato in uno degli episodi, in cui gli appassionati esploratori sono giunti, seguendo i banchi di pesci lanterna, grazie a mezzi studiati ad hoc. Si tratta di un deserto marino: un luogo che l'uomo non ha quasi toccato con le sue pericolose tracce - materiali plastici che danneggiano la vita degli animali, rumori innaturali per queste creature, etc... - dove la vita è dura e procacciarsi cibo non è semplice. Un luogo quasi extraterrestre, dove ci sono forme di vita antichissime. I pesci sono infatti animali tenaci, intelligenti e, nel caso di alcuni globicefali, dotati di emozioni.
Come gli esseri umani - ma con più rigore, senso di squadra e attenzione per il loro habitat naturale - queste creature danno priorità alla famiglia, portano cibo alle loro "donne", lottano, litigano, si nascondono, attaccano, giocano. La caravella portoghese naviga le acque in superficie grazie alla sua vela trasparente ed elegante; il succhia-scoglio ripulisce i fondali e apre le conchiglie come un cavatappi; la gorgonia è fonte di cibo per i piccoli pesci; i leoni marini lottano tra loro, combattendo con la forza del proprio peso di circa 8 tonnellate; il pyrosoma, trasparente e dalla lunga fattezza, è un predatore attento; un'orca, con un solo colpo di pinna, può uccidere fino a 300 aringhe nei mari del Nord; la lysiosquillina maculata - che si nasconde sotto la sabbia in profondità, solitamente con una compagna - è un killer senza pietà che, con le sue zampette e protuberanze, cattura e divora pesci con una violenza impressionante.
E poi gli squali, le megattere, i pesci carango che mangiano uccelli in volo - una delle riprese più belle e impressionanti immortala quel momento -, la pennatula aculeiata... il viaggio attraverso quei momenti marini non ha nulla di convenzionale o già visto. É una narrazione in cui letteralmente immergersi, sia per l'estetica di fantasy sublime, che per la conoscenza di meraviglie quasi sconosciute. Blue planet segnala che l'asticella dello stile e dell'informazione non ha limiti di altezza. Il film può essere letto come ricorso storico. La memoria va a quel grande classico, Il deserto che vive, della Disney, del 1953, che apriva una visione inedita, per estetica, tecnica e cultura, sulla flora e la fauna selvatica delle zone desertiche degli Stati uniti. Blue Planet ha raccolto anche quel testimone.
BLUE PLANET II disponibile in DVD o BluRay |
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