Titolo originale | Eat Locals |
Anno | 2017 |
Genere | Commedia, Horror, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Jason Flemyng |
Attori | Freema Agyeman, Adrian Bower, Roman Clark, Billie Cook, Charlie Cox, Mackenzie Crook Annette Crosbie, Tony Curran, Jordan Long, Eve Myles. |
Uscita | giovedì 19 settembre 2019 |
Distribuzione | Mediterranea |
MYmonetro | 2,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 23 settembre 2019
L'acclamato attore britannico Jason Flemyng esordisce come regista sul grande schermo con questa sua prima opera. In Italia al Box Office Eat Local - A cena coi vampiri ha incassato 3,5 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Un gruppo di vampiri - otto, tutti quelli della Gran Bretagna - si ritrova per la consueta riunione cinquantennale in una fattoria nella campagna inglese. I vampiri devono discutere della situazione complessiva e regolare le solite questioni territoriali. Uno di loro, però, è accusato d'aver violato le regole deontologiche e d'essersi nutrito di bambini. Perciò, nonostante le sue proteste, viene eliminato. Come previsto dal protocollo, il suo posto dev'essere preso da un neofita. La vampira Vanessa, ha perciò portato l'ignaro Sebastian perché venga fatto vampiro e prenda il posto del vampiro eliminato. Uno dei vampiri, Peter, però è contrario alla candidatura di Sebastian e per la cooptazione è necessaria l'unanimità. Per il perplesso Sebastian, che comincia a capire che la prevista nottata di sesso con Vanessa sta prendendo una piega imprevista, si prospetta perciò l'eliminazione. All'esterno, però, il colonnello Bingham ha dispiegato uomini e mezzi per eliminare finalmente la minaccia dei vampiri. La notte sarà quindi molto lunga.
Horror comedy che mette in scena una situazione di partenza un po' insolita, il film avrebbe potenziale, ma non riesce a sfruttarlo abbastanza.
Il variegato gruppo di vampiri è caratterizzato in modo succinto e non ispira molta simpatia. I militari sono invece presentati come inetti e autoritari, in modo schematico, coadiuvati da un sacerdote rappresentato come una macchietta isterica senza interesse. Gli altri personaggi umani "normali", per così dire, hanno segreti ben poco commendevoli (uno dei risvolti più riusciti, peraltro). L'unico personaggio che può ispirare un certo grado di simpatia è quello di Sebastian, ma è anch'esso caratterizzato in modo piuttosto indefinito e generico. Perciò, lo scontro è tra personaggi di cui allo spettatore interessa poco e avrebbe potuto comunque essere buona materia per una commedia solo se ci fosse stata una sufficiente quantità di gag e di situazioni comiche di livello, sostenuta magari da un ritmo veloce e incalzante.
Il film si limita invece a qualche gradevolezza e a molte situazioni scontate, procedendo piuttosto stancamente con passo lento punteggiato qua e là da qualche rara buona battuta ("Sono un uomo dai seri principi... loro mi hanno corrotto per primi" dice il colonnello Bingham per giustificare la sua intenzione di non cambiare idea) o da qualche sviluppo relativamente interessante; la gag finale con l'utilizzo delle proteine vampiriche è quella che funziona meglio, ma più spesso le battute cadono piatte. Siamo quindi lontani da L'alba dei morti dementi, per citare un riuscito esempio di horror comedy britannica o, per risalire a un capolavoro dell'orrore umoristico vampiresco, siamo lontanissimi dal prototipo rappresentato dal magnifico Per favore non mordermi sul collo di Polanski.
Jason Flemyng è figlio di Gordon Flemyng, regista televisivo di lungo corso ricordato soprattutto per i due film (per il grande schermo) del Dr. Who interpretati, a metà degli anni '60, dall'indimenticabile Peter Cushing. Attore dalla carriera lunga e solida (La leggenda degli uomini straordinari, per ricordare solo un titolo tra i tanti), Jason Flemyng esordisce qui alla regia mostrando buone qualità soprattutto - e forse non è un caso - nella direzione degli attori: ottiene discrete performance, pur in assenza di una sceneggiatura brillante, da quasi tutto il cast, con un particolare merito per la prova di Robert Portal in un ruolo, quello del colonnello Bingham, che avrebbe potuto essere recitato sopra le righe e invece viene interpretato con una misura che ne accresce, per quel che si può, l'efficacia comica.
Debutto alla regia dell'attore Flemyng,una commedia horror che ribalta le situazioni tipiche(a cominciare dal fatto che qui sono i mostri ad essere braccati) con strizzate d'occhio a "La notte dei morti viventi" e frecciatine alla Londra pre e post-Brexit(il padrone di casa si chiama Tatcher e nasconde un segreto terribile,uno dei vampiri vorrebbe far piazza pulita degli immigrati [...] Vai alla recensione »
Forse per uscire dalla calma piatta bisogna attendere la sorpresa finale. Quando gran parte dei personaggi sono spariti. Perché Eat Local - A cena coi vampiri appare soprattutto un film evanescente. Che ha la stessa consistenza dei suoi vampiri quando si dissolvono. Siccome può sembrare esagerato, fuori le righe, è anche divertente? Forse si. Ma anche no.
Bizzarra, ma proprio per questo gustosa rilettura del filone vampiresco, impreziosita dall'azzeccato humour britannico che sa come stemperare una trama banalotta. Nella quale Sebastian, abbordato da una vampira affascinante, si ritrova come piatto principale di una riunione di succhiasangue, tra «vegetariani», vecchine, nobili. Arrivano però dei militari, per sterminare la minaccia.
Ha le caratteristiche per diventare un "cult trash" Eat Local-A cena con i vampiri, horror satirico che sembra concepito da un gruppo di amici in vena di scherzi: è sgangherato, esagerato e divertente. Ma anche mal diretto e montato alla meno peggio. Una notte, un gruppo di succhiasangue si riunisce per cooptare un nuovo membro. Son tempi duri, per i vampiri, con il progresso che traccia il DNA, rendendo [...] Vai alla recensione »
Ogni 50 anni il consiglio dei vampiri si riunisce, per fare il punto della situazione in una remota fattoria inglese. Questa volta un manipolo di militari è intenzionato a sterminarli. Horror a budget zero e satira caustica dell'era Brexit intrisa di humour britannico, Eat Local (che in italiano perde una "s" rispetto al titolo originale) esce dopo due anni di flanella e si presenta nel peggiore dei [...] Vai alla recensione »