Tutti a Casa - Inside Movimento 5 Stelle

A partire dalle elezioni politiche del 2013 si segue l’attività del Movimento 5 Stelle attraverso alcuni suoi esponenti sia nell’ambito dell’attività parlamentare sia, in alcuni casi, nel privato che nelle piazze. I soggetti al centro del documentario sono Beppe Grillo, Alberto Ariola, Mario Michele Giarrusso, Paola Taverna, Luis Alberto Orellana. Immersi come siamo nella quotidianità del confronto politico uno sguardo dall’esterno, cioè dotato di quella ‘giusta distanza’ che in Italia viene inevitabilmente a mancare può essere d’aiuto. La regista danese Lise Birk Pedersen (che nel 2011 ha diretto Putins kys) osserva con occhio sufficientemente lucido la situazione politica italiana anche se non sfugge ad alcune retoriche di montaggio (in particolare legate a Berlusconi e al Partito Democratico e alla rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica). La linea guida è quella di mostrare la spinta anti corruzione delle istituzioni che muove gli aderenti al Movimento nella ricerca di un nuovo modo di essere ‘cittadini’ attivi. I quattro neo eletti che vengono seguiti rappresentano modalità diverse di partecipazione che vengono messe in luce con precisione. Su tutti poi domina la figura di Beppe Grillo sul cui ruolo alla guida del Movimento viene offerta una lettura bivalente: da un lato comunicatore e trascinatore di folle nonché propulsore di idee e dall’altro padre/padrone che all’occorrenza smentisce il suo stesso motto “uno vale uno”.

Tutti a casa - Inside Movimento 5 Stelle si chiude un anno dopo l’espulsione di Luis Alberto Orellana ma sarebbe ancor più interessante se la troupe avesse adottato la struttura ‘leggera’ che ha caratterizzato le riprese di The Square - Inside the Revolution. Dopo aver ottenuto un importante riconoscimento al Sundance Jehane Noujaim tornò di nuovo a girare in Piazza Tahrir al riaccendersi della protesta così che la versione giunta sui nostri schermi risulta diversa e più aggiornata rispetto a quella vista al festival di Robert Redford. Da quando Lise Birk Pedersen ha chiuso il suo documentario non sono mancati altri avvenimenti che hanno visto al centro il Movimento (l’elezione di Raggi a sindaco di Roma e quel che ne è seguito o la candidatura a sindaco di Genova solo per fare due esempi) che avrebbero meritato uno sguardo dall’interno. Perché ciò di cui si finisce per sentire la mancanza, dopo questo documentario, sono le inizialmente totalizzanti riprese in streaming trasformatesi nel presente in riunioni (più o meno lunghe) a porte chiuse. 