no_data
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giovedì 23 marzo 2017
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un piccolo gioiello
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Lo considero uno dei migliori del genere supereroi. I personaggi sono veri, sono di carne, sofferenza e sangue. Ezio (Claudio Santamaria) è un eroe triste, vittima di un destino fatto di miseria e degrado e come Hyroshi, è combattuto con se stesso e con il destino che lo ha catapultato in un'esistenza che lo porta ad essere ancora più diverso nella società che lo ha costretto a delinquere. La forzata situazione in cui si trova a proteggere una ragazza (una bravissima Ilenia Pastorelli) problematica e vulnerabile, lo porta a cambiare e capire cos'è l'amore e pur non riuscendo a salvare la ragazza lei lo esorta a diventare come Jeeg, il supereroe del suo mondo innocente e infantile in cui si ripara dalle brutture e violenze del mondo, e così a salvare se stesso prima, per poi salvare il mondo.
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Lo considero uno dei migliori del genere supereroi. I personaggi sono veri, sono di carne, sofferenza e sangue. Ezio (Claudio Santamaria) è un eroe triste, vittima di un destino fatto di miseria e degrado e come Hyroshi, è combattuto con se stesso e con il destino che lo ha catapultato in un'esistenza che lo porta ad essere ancora più diverso nella società che lo ha costretto a delinquere. La forzata situazione in cui si trova a proteggere una ragazza (una bravissima Ilenia Pastorelli) problematica e vulnerabile, lo porta a cambiare e capire cos'è l'amore e pur non riuscendo a salvare la ragazza lei lo esorta a diventare come Jeeg, il supereroe del suo mondo innocente e infantile in cui si ripara dalle brutture e violenze del mondo, e così a salvare se stesso prima, per poi salvare il mondo. Lo zingaro (un eccezzionale Luca Marinelli) è un vero cattivo che, secondo me, supera tutti gli altri dei patinati hollywoodiani. Il film ad alcuni non piace forse per il mancato lancio dei componenti da parte di Miwa, la presenza ingombrante e paternale del professor shiba e soprattutto per l'assenza della regina Himika e dei mostri alieni e per ultimo, dei combattimenti tra raggi protonici e super magli perforanti. Il film lavora sul lavoro introspettivo dell'eroe e non sulla sua spettacolarizzazione, è vero, reale, crudo e ben lontano dai supereroi Made in Usa lontani anni luce dalla realtà e che guardi con distacco, mentre in questo film la vera potenza sta nel coinvolgerti, nel vivere nella realtà. I poteri non sono patinati, sono sofferti forgiati da lacrime e da paure. Grazie Gabriele Mainetti per questo piccolo gioiello italiano.
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robroma66
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domenica 28 febbraio 2016
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convintamente da vedere
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Bello almeno quanto Il ragazzo invisibile di Salvatores, l'altro film che verte sui supereroi -filone trascurato in Italia-.
Diversamente dal film di Salvatores -ambientato a Trieste e con un bambino che scopre di poter diventare invisibile-, qui il contesto è il mondo degli adulti della periferia romana (Tor Bella Monaca) e dei suoi bassifondi crudeli e malavitosi. Film morale ma non moralistico, con una contrapposizione tra bene e male, tra alto e basso che non disdegna i chiaroscuri ed evita le prediche.
Per sfuggire a un inseguimento della polizia, Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) -delinquente autoreferenziale, ombroso ed introverso, un po' come Léon di Besson- si lancia nel Tevere ed entra in contatto con sostanze radioattive.
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Bello almeno quanto Il ragazzo invisibile di Salvatores, l'altro film che verte sui supereroi -filone trascurato in Italia-.
Diversamente dal film di Salvatores -ambientato a Trieste e con un bambino che scopre di poter diventare invisibile-, qui il contesto è il mondo degli adulti della periferia romana (Tor Bella Monaca) e dei suoi bassifondi crudeli e malavitosi. Film morale ma non moralistico, con una contrapposizione tra bene e male, tra alto e basso che non disdegna i chiaroscuri ed evita le prediche.
Per sfuggire a un inseguimento della polizia, Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) -delinquente autoreferenziale, ombroso ed introverso, un po' come Léon di Besson- si lancia nel Tevere ed entra in contatto con sostanze radioattive. Scopre allora di avere una forza e una resistenza sovrumane che utilizza per la sua attività criminale. La sua solitudine è scalfita dal forzato ingresso, nella sua vita, della tenera Alessia (Ilenia Pastorelli), figlia di un criminale sodale di Enzo: una giovane segnata da un lutto e convinta che Enzo sia il protagonista dell'anime Jeeg Robot d'acciaio, serie giapponese cult degli anni '70 (arrivò in Italia nel 1979). Da allora per Enzo niente sarà come prima. Nel frattempo a Roma continua la lotta tra le organizzazioni criminali per il dominio della città e un pesce piccolo (Luca Marinelli alias Zingaro) -folle e sanguinario- cerca di fare escalation, incrociandosi/scontrandosi con Enzo.
Il film convince grazie a una sceneggiatura solida, buone interpretazioni e una formula ben calibrata di citazioni della cultura degli Anni 80, pur essendo un inside joke che non esclude chi non frequenta(va) quei manga e anime.
Santamaria e Marinelli sono interpreti perfetti e di rango ma anche la debuttante Ilenia Pastorelli -che a quanto ne so è nota per aver partecipato al Grande Fratello- è ben tagliata per il ruolo.
Il 20 febbraio è pure uscito un fumetto omonimo basato sul film, scritto e curato dal geniale Roberto Recchioni -per dire: il curatore editoriale di Dylan Dog-.
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beppelegro
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martedì 14 marzo 2017
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trionfo su ogni punto di vista
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Il miglior film italiano degli ultimi anni. Il film è carico di realismo crudo e cattivo, mostra uno spaccato della società romana tanto vero quanto attuale. Nell'iperbolica interpretazione degli attori si colgono le difficoltà della vita e le ingiustizie che subiscono i più deboli. La pellicola taglia in senso trasversale una moltitudine di tematiche attuali e delicate come la violenza sessuale, l'apatia dell'uomo contemporaneo, il desiderio di riscatto sociale, la consapevolezza delle proprie capacità che non sempre si riescono a valorizzare. Questo NON È UN SEMPLICE FILM DI SUPEREROI, è molto di più. Oltre al certosino lavoro per la fotografia e il montaggio, fioriscono grazie alla sceneggiatura i grandi personaggi di cui il film è dotato: nessuno è un carattere statico, monotono o costante; tutti sono in grado di provare sentimenti forti, negativi e positivi.
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Il miglior film italiano degli ultimi anni. Il film è carico di realismo crudo e cattivo, mostra uno spaccato della società romana tanto vero quanto attuale. Nell'iperbolica interpretazione degli attori si colgono le difficoltà della vita e le ingiustizie che subiscono i più deboli. La pellicola taglia in senso trasversale una moltitudine di tematiche attuali e delicate come la violenza sessuale, l'apatia dell'uomo contemporaneo, il desiderio di riscatto sociale, la consapevolezza delle proprie capacità che non sempre si riescono a valorizzare. Questo NON È UN SEMPLICE FILM DI SUPEREROI, è molto di più. Oltre al certosino lavoro per la fotografia e il montaggio, fioriscono grazie alla sceneggiatura i grandi personaggi di cui il film è dotato: nessuno è un carattere statico, monotono o costante; tutti sono in grado di provare sentimenti forti, negativi e positivi. Il film è un romanzo di formazione contemporaneo che lascia spazio all'intrecciarsi della fantasia con la cruda realtà.
Diventerà sicuramente un vero e proprio cult-movie sulla scia dei tanto amati film di Tarantino dal quale trae evidentemente ispirazione.
CONSIGLIATISSIMO!
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andrea battantier
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lunedì 29 febbraio 2016
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tutti abbiamo bisogno di un eroe
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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT. TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI UN EROE. "Ho sempre amato Jeeg Robot, da piccolo passavo le ore a cercar di disegnar la testa, ma usciva sempre una schifezza, sembrava una specie di mucca, e allora il mio amico Federico mi aiutava a disegnarlo da paura. Forse ci piacevano i robot perché i bambini sono fragili e non contano niente, e allora si rifugiano nei mostri d'acciaio. Come Enzo, un altro amico mio più cresciuto, che vive di espedienti e pensa di avere, da qualche parte, poteri magici. Da piccoli ci credevamo alle sue invenzioni, poi, crescendo, ha prevalso la tenerezza e lo lasciamo fare quando dice che può correre come una pantera o aver la forza di un bufalo incazzato, o la vista di un'aquila.
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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT. TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI UN EROE. "Ho sempre amato Jeeg Robot, da piccolo passavo le ore a cercar di disegnar la testa, ma usciva sempre una schifezza, sembrava una specie di mucca, e allora il mio amico Federico mi aiutava a disegnarlo da paura. Forse ci piacevano i robot perché i bambini sono fragili e non contano niente, e allora si rifugiano nei mostri d'acciaio. Come Enzo, un altro amico mio più cresciuto, che vive di espedienti e pensa di avere, da qualche parte, poteri magici. Da piccoli ci credevamo alle sue invenzioni, poi, crescendo, ha prevalso la tenerezza e lo lasciamo fare quando dice che può correre come una pantera o aver la forza di un bufalo incazzato, o la vista di un'aquila. Il fatto è che tutti abbiamo bisogno di un eroe. Soprattutto noi, vorremmo essere eroi di noi stessi. Enzo per fortuna ha trovato Alessia. E lei crede agli eroi, e pensa di averlo trovato in Enzo. Enzo me lo ricordavo un po' sfigato, e invece, da quando Alessia ha iniziato a credere in lui, lui ha iniziato a credere in lui. Per davvero. Perché il fatto è che l'amore ha bisogno di eroi, e bisogna credere agli eroi. Questo è il trucco dell'amore. E che vi credete? Mica è facile inventarsi eroi nella vita di tutti i giorni!!". (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2016).
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la fabbrica dei sogni
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lunedì 7 marzo 2016
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un film che dovrebbe essere vietato ai minori
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Dopo la pubblicità positiva sentita negli scorsi giorni su questo film e in attesa di un supereroe tutto italiano, organizzo con i miei figli e i loro amici (tra i 10 e i 13 anni) una domenica pomeriggio al cinema!
E' tornato il mitico Jeeg Robot! Italiano anche! E visto che i ragazzi ed anche noi genitori abbiamo bisogno di supereroi, il film trova tutti d'accordo!
Allucinante! La protagonista è la violenza in ogni sua forma. Abbiamo aspettato 20 minuti dalla fine del film perché arrivasse il Bene a trionfare sul Male. Finché esausti, noi genitori supereroi, siamo usciti dalla sala increduli.
Mi stupisco che la commissione che si occupa della tutela dei minori per il cinema non abbia espresso una forma di divieto ai minori! Solo per un discorso di incassi e botteghino mettiamo in secondo piano l'educazione dei nostri figli.
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Dopo la pubblicità positiva sentita negli scorsi giorni su questo film e in attesa di un supereroe tutto italiano, organizzo con i miei figli e i loro amici (tra i 10 e i 13 anni) una domenica pomeriggio al cinema!
E' tornato il mitico Jeeg Robot! Italiano anche! E visto che i ragazzi ed anche noi genitori abbiamo bisogno di supereroi, il film trova tutti d'accordo!
Allucinante! La protagonista è la violenza in ogni sua forma. Abbiamo aspettato 20 minuti dalla fine del film perché arrivasse il Bene a trionfare sul Male. Finché esausti, noi genitori supereroi, siamo usciti dalla sala increduli.
Mi stupisco che la commissione che si occupa della tutela dei minori per il cinema non abbia espresso una forma di divieto ai minori! Solo per un discorso di incassi e botteghino mettiamo in secondo piano l'educazione dei nostri figli.
Come possiamo noi genitori essere informati sul fatto che un film sia positivo o meno per i nostri ragazzi!?
Un film con ottimi attori, ottima regia, un film che rende molto bene l'idea dei sobborghi romani, ma assolutamente da vietare ai minori!
Monia
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vincenzo ambriola
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domenica 28 febbraio 2016
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presente imperfetto
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Un ladruncolo, inseguito dalla polizia, si butta nel Tevere e acquista i superpoteri. Quando si accorge di questo cambiamento decide di usarli, nel bene e nel male, e si scontra con i veri cattivi, quelli che uccidono senza esitazione. Tutto accade in un tempo brevissimo, un eterno presente che richiede azione immediata, nessuna riflessione. In questo presente, il nostro supereroe, deve rapidamente cambiare la sua percezione del mondo, finora limitata a furti, budini alla vaniglia e film porno. Entra in scena una figura femminile, lui non sa come comportarsi con lei, un pazzo criminale e una lucida capobanda alla conquista di nuovi spazi in cui agire. Il presente incalza, i nuovi poteri sono enormi ma difficili da controllare e imprevedibili nelle loro conseguenze, Enzo si agita come un pesce all'amo.
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Un ladruncolo, inseguito dalla polizia, si butta nel Tevere e acquista i superpoteri. Quando si accorge di questo cambiamento decide di usarli, nel bene e nel male, e si scontra con i veri cattivi, quelli che uccidono senza esitazione. Tutto accade in un tempo brevissimo, un eterno presente che richiede azione immediata, nessuna riflessione. In questo presente, il nostro supereroe, deve rapidamente cambiare la sua percezione del mondo, finora limitata a furti, budini alla vaniglia e film porno. Entra in scena una figura femminile, lui non sa come comportarsi con lei, un pazzo criminale e una lucida capobanda alla conquista di nuovi spazi in cui agire. Il presente incalza, i nuovi poteri sono enormi ma difficili da controllare e imprevedibili nelle loro conseguenze, Enzo si agita come un pesce all'amo. Alla fine capisce che il suo destino esiste, che non deve essere necessariamente un emarginato, uno sfortunato, ma che può diventare qualcuno, può salvare il mondo. Ma non può farlo come sé stesso: ha bisogno di una nuova identità, di una maschera che gli copra il viso: Jeeg Robot. Un film molto bello, equilibrato nelle sue tinte macabre e violente, semplice nei dialoghi e complesso nei contenuti. Un film che non ha paura di rivisitare un tema classico ampiamente trattato oltreoceano, con il coraggio di ambientarlo nel nostro Bronx, nella nostra Times Square, con i nostri dialetti e le nostre peculiarità. Stupenda, infine, la recitazione di Ilenia Pastorelli, nella parte di una giovane stralunata, vittima di una sordida violenza familiare.
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maumauroma
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mercoledì 2 marzo 2016
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lo chiamavano jeeg robot
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Storia di un piccolo ladruncolo di periferia,di scarse capacita' intellettive, solitario e con l'abitudine di trangugiare budini e film porno. Un giorno, per sfuggire alla polizia dopo un furto, non trova di meglio che gettarsi nelle acque del Tevere. E, miracolo, gli abbondanti inquinanti del biondo Tiberinus Pater, lo faranno uscire dal bagnetto dotato di una forza mostruosa. Sfruttera' allora i nuovi superpoteri per portarsi a casa una intera postazione bancomat,per scardinare come una scatoletta di tonno un furgone portavalori blindato,per bloccare un tram, e anche per iniziare una primitiva storia d'amore con una giovane disturbata con le poche sinapsi impegnate soltanto nella passione per i cartoni giapponesi degli anni settanta.
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Storia di un piccolo ladruncolo di periferia,di scarse capacita' intellettive, solitario e con l'abitudine di trangugiare budini e film porno. Un giorno, per sfuggire alla polizia dopo un furto, non trova di meglio che gettarsi nelle acque del Tevere. E, miracolo, gli abbondanti inquinanti del biondo Tiberinus Pater, lo faranno uscire dal bagnetto dotato di una forza mostruosa. Sfruttera' allora i nuovi superpoteri per portarsi a casa una intera postazione bancomat,per scardinare come una scatoletta di tonno un furgone portavalori blindato,per bloccare un tram, e anche per iniziare una primitiva storia d'amore con una giovane disturbata con le poche sinapsi impegnate soltanto nella passione per i cartoni giapponesi degli anni settanta.Ma queste sue azioni mirabolanti non passeranno inosservate ai boss della zona, cattivoni per davvero, e sara' scontro duro. Film molto sgradevole e di insolita bruttezza,infarcito di violenza con rimasugli splatteriani, sgangherato nella sceneggiatura,destrutturato nei banali dialoghi, con un falso romanesco ricostruito in laboratorio, e che perdipiu' ha il gravissimo difetto di prendersi troppo sul serio. Peccato che in questo bitume cinematografico siano rimasti invischiati bravi attori come Claudio Santamaria e Luca Marinelli. Ed e' motivo di sconcerto che molti soloni della critica nostrani abbiano giudicato Lo chiamavano Jeeg Robot come esempio di vitalita' e speranza per il cinema italiano, mentre nel contempo affossavano l'ultimo film di Tarantino, che non sara' certo il migliore del regista americano, ma che in confronto a questo obbrobrio sembra essere di un altro pianeta .
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alexmitchell
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martedì 8 marzo 2016
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l'incubo fantasy di cesare
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Ottima sceneggiatura, recitazione pazzesca, ma regia davvero pessima. La regia non ha coerenza, e la direzione degli attori davvero scarsa, sembra vacillare tra un super cinecomics all'americana e un supereroe neorealista ma senza prendere mai una decisione, e questo, passa dagli attori che a volte sembrano non capire in che film stiano recitando. Inquadrature inulti montate ripetutamente(SPOILER: ad esempio il dialogo sulla morte di lei è girata con tre tagli che vengono ripetuti più e più volte fino alla nausea senza alcun senso registico, così come lo shot sopra il Colosseo 6/7 tagli per inserirsi una maschera?) Non c'e un punto di vista ben definito ne coerente. Tor bella Monaca, così come Roma stereotipata al massimo (Un inquadratura di un cartello e delle inquadrature dei palazzoni non bastano a farmici credere, sopratutto quando l'interno di lui è palesemente girato in teatro con una scenografia che mi faceva domandare se Mainetti fosse davvero mai entrato in una casa di Tor Bella.
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Ottima sceneggiatura, recitazione pazzesca, ma regia davvero pessima. La regia non ha coerenza, e la direzione degli attori davvero scarsa, sembra vacillare tra un super cinecomics all'americana e un supereroe neorealista ma senza prendere mai una decisione, e questo, passa dagli attori che a volte sembrano non capire in che film stiano recitando. Inquadrature inulti montate ripetutamente(SPOILER: ad esempio il dialogo sulla morte di lei è girata con tre tagli che vengono ripetuti più e più volte fino alla nausea senza alcun senso registico, così come lo shot sopra il Colosseo 6/7 tagli per inserirsi una maschera?) Non c'e un punto di vista ben definito ne coerente. Tor bella Monaca, così come Roma stereotipata al massimo (Un inquadratura di un cartello e delle inquadrature dei palazzoni non bastano a farmici credere, sopratutto quando l'interno di lui è palesemente girato in teatro con una scenografia che mi faceva domandare se Mainetti fosse davvero mai entrato in una casa di Tor Bella.) Manietti sembra davvero non conoscere il mondo che racconta. (anche se non era un capolavoro la webseries FREAKS!, realizzata da ragazzi che conoscevano il mondo che raccontavano, anche se tecnicamente e scritturalmente imperfetta, risultava più credibile e coinvolgente) E' un'ottimo esperimento che scuote il pubblico e soprattutto i produttori (e di questo ne sono strafelice). Purtorppo però non è curato per niente, ad esempio SPOILER, la bomba non può essere sia con detonazione tramite cellulare e con timer, sopratutto se attivato da cellulare, mi chiedo, non si poteva far in altri modi? Oppure i graffiti in stile Banksy (e quindi fatti con stencil) in scene dove li realizzano senza l'uso degli stencil (sono piccolezze che però sommate l'una all'altra mi lasciano distaccato e poco coinvolto. Non sono mai riuscito ad entrare nel film a causa di questi errori tecnici, come il make-up pessimo (tatuaggi e ferite) e sopratutto sembra che Mainetti abbia una confusione totale sui supereroi: Qual'è il superpotere di Santamaria?? Se è superforte ed indistruttibile, come nell'inquadratura in cui Mainetti mi dedica un primo piano alla testa di Santamaria mentre sbatte, dopo una caduta da un palazzo senza un minimo graffio, com'è possibile che le pallottole lo feriscano?? Film pieno di incoerenze che non mi lasciano godere a pieno tutto quello che poteva darmi. Il personaggio di Lei è settato malissimo, inizialmente sembra una deficiente che recita in maniera ridicola, ma poi invece grazie alla davvero buona recitazione il personaggio viene risollevato e finalmente riesco a crederci (sempre colpa della direzione di Mainetti). Carine le citazioni ad alcuni volumi di Batman (come il balletto di Marinelli/Joker con il cadavere) e altre, ma non è questo che fa un buon film. Marinelli fantastico anche se lui come molte altre cose ( Il trans, il cantiere ecc) tornano e ritornano da "Non essere cattivo" quasi a farmi pensare che se prendendo "non essere cattivo" e montando "lo chiamavano jeeg robot" dopo un inquadratura di Cesare addormentato, non faccia una piega. Ripeto, ottima ma davvero ottima sceneggiatura, recitazione pazzesca, ma davvero pessima e sopratutto poca curata la regia. Se devo prenderlo come un primo esperimento di genere, sono davvero contendo e lo apprezzo, ma se devo prenderlo come film a se è davvero bruttino. Sono sicuro riusciremo a rinnovare un genere rendendolo unico, purtroppo però sono quasi convinto non sia questo il compito di Manietti.
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scordo.giancarlo
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giovedì 9 giugno 2016
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film discrerto
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Lo chiamavano Jeeg Robot, mi sembra che nasca bene. cosa c'entri Jeeg Robot mitico personaggio manga, popolare nell'immaginario dei 30/40enni di oggi, con la Roma contemporanea, è l'interrogativo che accompagna lo spettatore per una certa parte del film : quella iniziale. Fino a lì, la presentazione e la narrazione dei personaggi è forse piacevole, suggestiva, interessante. La scena comincia ad affollarsi di presenze che sembrano promettere davvero bene: una giovane gravemente disturbata che sogna di essere la Principessa non ricordo bene di cosa e di temere il Signore del Fuoco, un folto gruppetto di balordi criminali di piccolo e medio cabotaggio tra cui a mio avviso si impone la gradevolissima narcisistico maniaco criminale figura del melodico assassino intrattenitore "Fabio" lo Zingaro.
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Lo chiamavano Jeeg Robot, mi sembra che nasca bene. cosa c'entri Jeeg Robot mitico personaggio manga, popolare nell'immaginario dei 30/40enni di oggi, con la Roma contemporanea, è l'interrogativo che accompagna lo spettatore per una certa parte del film : quella iniziale. Fino a lì, la presentazione e la narrazione dei personaggi è forse piacevole, suggestiva, interessante. La scena comincia ad affollarsi di presenze che sembrano promettere davvero bene: una giovane gravemente disturbata che sogna di essere la Principessa non ricordo bene di cosa e di temere il Signore del Fuoco, un folto gruppetto di balordi criminali di piccolo e medio cabotaggio tra cui a mio avviso si impone la gradevolissima narcisistico maniaco criminale figura del melodico assassino intrattenitore "Fabio" lo Zingaro. A proposito un bravo, quantomeno, si deve a Luca Marinelli che è l'interprete del personaggio. Nella narrazione non viene affatto trascurato di rendere con efficacia il back groud, il mood , l'atmosfera,quasi verrebbe da dire l'odore dell'ambiente in cui i personaggi si muovono, e anche qui va bene. I problemi cominciano quando Enzo Ceccotti, il protagonista(nei cui panni troviamo un Claudio Santamaria apparso piuttosto ordinario nella recitazione) ci fa intuire qual'è il centro del plot. Con espediente narrativo nè vecchio nè nuovo (pittoresco forse e certamente romanesco), cadendo nel Tevere, ricettacolo pure di scorie nucleari, Santamaria scopre di aver acquistato dei super poteri e una super forza. E allora date queste premesse lo spettatore comincia ad attendere. la parte più debole del film è proprio questa: alla fine, quello che gli arriva non è nè più nè meno di ciò che sa regalare un discreto film. è vero, manca nei personaggi la retorica : quella del super-eroe, che pure fa capolino appena prima dei titoli di coda con la voce fuoricampo che descrive la figura dell'eroe, quella della lotta per salvare il mondo (che più modestamente è lo stadio Olimpico e forse anche il risultato del Derby Roma-Lazio), manca anche la retorica della storia d'amore tra un piccolo delinquente diventato supereroe e una squilibrata vittima di abuso sessuale in tenera età. Manca putroppo però, a fare bene i conti, un vero centro di gravità saldo su cui si struttura e si sviluppa il film. il racconto infatti, alla fine dopo tante buone premesse,e pur presentando pagine di comicità sui generis legate alle imprese criminose del Ceccoti dapprima Super Criminale e qualche squarcio di tenerezza e di poesia proprio nella descrizione del rapporto tra i due protagonisti, finisce per sedersi. Alla fine, putroppo, non lasciando il segno.
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zarar
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martedì 12 aprile 2016
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una contaminazione non riuscita
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Lo chiamavano Jeeg Robot
Tarantino e i Manga giapponesi sbarcano sulle rive del Tevere nell’opera prima di un regista indubbiamente abile nel maneggiare la macchina da presa, ma non all’altezza dei suoi ‘padri’. Perché piacciono a molti i supereroi dei Manga e i pulp di Tarantino? I primi per la dimensione epica esorbitante e assoluta, dove l’iperbole dichiarata e una grafica potente genera insieme il massimo di partecipazione e il massimo di distacco. Tarantino ottiene lo stesso risultato associando all’iperbole accesa di volti, immagini e azioni una feroce e divertente ironia. Il regista Mainetti e i suoi attori – ahimé – appaiono ancora inesorabilmente figli di una certa produzione pop italiana, moralistico-sentimentale, che si coniuga molto male con i generi evocati.
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Lo chiamavano Jeeg Robot
Tarantino e i Manga giapponesi sbarcano sulle rive del Tevere nell’opera prima di un regista indubbiamente abile nel maneggiare la macchina da presa, ma non all’altezza dei suoi ‘padri’. Perché piacciono a molti i supereroi dei Manga e i pulp di Tarantino? I primi per la dimensione epica esorbitante e assoluta, dove l’iperbole dichiarata e una grafica potente genera insieme il massimo di partecipazione e il massimo di distacco. Tarantino ottiene lo stesso risultato associando all’iperbole accesa di volti, immagini e azioni una feroce e divertente ironia. Il regista Mainetti e i suoi attori – ahimé – appaiono ancora inesorabilmente figli di una certa produzione pop italiana, moralistico-sentimentale, che si coniuga molto male con i generi evocati. Il risultato della contaminazione è – come ho sentito dire a molti spettatori disorientati – 'strano', ma non certamente esaltante, almeno per me. La storia è piena di trovate interessanti, ma l'interpretazione non tiene. Il supereroe di Mainetti è depresso e deprimente: si aggira nell’atmosfera livida di un film violento fino alla noia con l’aria triste di un cane bastonato, senza un briciolo di distacco e di ironia. Il malvagio di turno con gli occhi iniettati di sangue non impressiona e non diverte, anche se – a differenza del protagonista, che sembra un impiegato della ASL licenziato, ha almeno un buon fisique du rôle. Non si riesce a dire nulla di significativo della deficiente e piagnucolosa coprotagonista Alessia. Tutto e tutti appaiono posticci e noiosi. Si arriva con fatica alla fine, consolati dalla qualità della fotografia e della macchina da presa, che si sperano applicate in futuro a film più convincenti.
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[+] cmpliemnti per non averci capito nulla
(di gybbyr)
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[+] film noioso
(di salmacis)
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