Titolo internazionale | Don't Disappear! |
Anno | 2015 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 96 minuti |
Regia di | Pietro Reggiani |
Attori | Francesca Golia, Pierpaolo Spollon, Claudia Amato, Edoardo Olivieri, Asya Pignanelli Anna Ferraioli Ravel, Sara Putignano, Anita Kravos, Piero Bontempo, Beatrice Uber, Giuliano Comin, Rolando Ravello, Francesca Cuttica, Salvatore Esposito, Carlo Valli. |
Uscita | giovedì 9 aprile 2015 |
Distribuzione | Adagio Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,21 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 10 aprile 2015
Dal regista de L'estate di mio fratello, un film sull'incapacità di relazionarsi con gli altri. E sulla possibilità di scomparire veramente.
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CONSIGLIATO NÌ
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Massimo è così fragile che le tensioni che si accompagnano ai rapporti umani lo fanno scomparire. Roberta ha un tale vuoto interiore da avere sempre bisogno di una persona vicino che le infonda vita, altrimenti anche lei scompare. Due storie di invisibilità psicosomatica destinate ad incontrarsi, ma non necessariamente a... vedersi.
Dopo il delicato e commovente L'estate di mio fratello, intriso di realismo magico, Pietro Reggiani torna alla regia con un racconto a metà fra il documentario scientifico (tutta la storia è narrata da una voce fuori campo che potrebbe appartenere ad un entomologo) e la webfiction (ma con una pulizia e una professionalità di ripresa ben lontane dall'approssimazione).
Purtroppo però quello che avrebbe potuto funzionare molto bene come un corto sulla solitudine dei numeri primi e sulla paura giovanile (e non solo) del rifiuto degli altri non regge l'ora e mezza di racconto, penalizzata da un incedere lento, dalla suddetta voce fuori campo che alla lunga diventa fastidiosa e inutilmente invadente (perché noi le vediamo, le cose che succedono) e da una trama che, al di là dell'intuition iniziale, non decolla.
In aggiunta il lavoro di Reggiani ha la sfortuna di seguire l'uscita de Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, che ha invece saputo costruire una storia di genere sul tema dell'invisibilità. Restano memorabili i riferimenti che Reggiani fa, con svelta ironia, a certi fenomeni di invisibilità contemporanea come la precarietà e l'assenteismo Il suo cinema sperimentale e la sua inclinazione verso la magia, intesa proprio come illusione ottica (che è la radice del cinema), meritano attenzione e visibilità, ma questo esempio avrebbe fatto meglio a restare circoscritto alla sintesi della brevità.
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La dolce arte di esistere è quella per la quale sembrano del tutto negati Roberta e Massimo, che hanno in comune il trasferimento dalla provincia alla capitale ma soprattutto la rara sindrome dell'invisibilità psicosomatica. Entrambi scompaiono sia pur per opposte ragioni: lei sparisce se non è al centro dell'attenzione, lui invece - timido oltre ogni limite ragionevole - si dissolve se qualcuno gli [...] Vai alla recensione »
«Volevo scomparire». Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha espresso un desiderio elementare e insieme assurdo come questo. Nella Dolce arte di esistere, a 10 anni dall'esordio con L'estate di mio fratello, Pietro Reggiani ipotizza che l'invisibilità psicosomatica possa essere una patologia realmente esistente, come tante altre: «I paradossi - spiega - nascono sempre da sensazioni personali. [...] Vai alla recensione »