Anno | 2014 |
Genere | Horror |
Produzione | USA |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Kevin Smith |
Attori | Haley Joel Osment, Genesis Rodriguez, Justin Long, Michael Parks, Ralph Garman Harley Morenstein, Bill Bennett (II), Rob Koebel, Matthew Shively, Paula Jilling, Kevin M. Conte, Lily-Rose Depp, Johnny Depp, Jennifer Schwalbach Smith, Harley Quinn Smith, Ashley Greene (II), Douglas Banks. |
MYmonetro | 2,71 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 15 maggio 2016
Dissacrante incursione horror di Kevin Smith, regista di Clerks e Dogma. Al Box Office Usa Tusk ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 1,6 milioni di dollari e 886 mila dollari nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Insieme all'amico Teddy, Wallace è l'arrogante conduttore di un podcast chiamato Not-see Party (si legge come Nazi Party) che segnala personaggi curiosi pescati sul web. L'obiettivo è mettere in ridicolo i freak che pullulano nella Rete, e Wallace crede di averne trovato uno particolarmente divertente in un ragazzo che, parodiando Kill Bill, si taglia accidentalmente una gamba con una katana. Wallace decide di approfondire la conoscenza con l'automutilatore e va a cercarlo fino in Canada. Ma una volta arrivato a Winnipeg scopre che il ragazzo è morto in conseguenza di quel "ridicolo" incidente. Per non sprecare il suo tempo e il biglietto di ritorno, Wallace decide di accettare l'ospitalità offerta in loco da uno sconosciuto che promette di raccontargli molte di quelle "strane storie" di cui il podcaster va in cerca. Finisce così nelle grinfie di uno psicopatico che considera il genere umano "sconcio" e gli preferisce il regno animale, con conseguenze per Wallace a dir poco devastanti.
Kevin Smith, alias Silent Bob, è il regista di Clerks e Chasing Amy, dunque il suo tardivo interesse per l'horror (dopo Red State, che nel 2011 fu distribuito direttamente in home video) può essere letto soprattutto come un ritorno alle sue origini indie e alle sue sensibilità di fumettista. Ovviamente in Tusk il genere viene adattato all'umorismo dissacrante e iconoclasta del regista, che non rinuncia nemmeno qui alla passione per i dialoghi surreali. Ma l'esecuzione della storia è troppo reminiscente di uno degli episodi della serie televisiva Masters of Horror per risultare originale o convincente, e certamente potrebbe essere limitata al tempo canonico di quella serie: 50 minuti, massimo.
A poco serve il casting "very cool" di alcuni attori la cui presenza è un (cinematografico) "rimando ad altro": da Haley Joel Osment (il bambino de Il sesto senso) nei panni di Teddy al "tarantiniano" Michael Parks, già protagonista di Red State, in quelli dello psicopatico, a Johnny Depp in un ruolo scritto per Quentin Tarantino che si trasforma in un'imbarazzante caricatura francocanadese, alla figlia di Depp nel ruolo di - citazione! - una clerk.
Se nella parte iniziale la vicenda di Wallace, interpretato da Justin Long travestito da Ringo Starr (si capirà dopo il senso dei suoi baffi "da tricheco" e del rimando a uno degli esecutori della canzone "I Am the Walrus"), è divertente e imbevuta di riferimenti alla cultura pop, a poco a poco la storia diventa scontatamente moralista, attaccando quei (nuovi) media di cui Smith si serve da sempre (suo il podcast settimanale SModcast)e sconfinando in una parabola sulla crudeltà umana che nulla aggiunge all'opus cinematografico sull'argomento.
L'unico momento di genuino pathos è un flashback in cui Génesis Rodriguez nei panni di Ally, la compagna tradita e trascurata di Wallace, racconta il loro rapporto: un toccante e quanto mai realistico resoconto delle dinamiche di un abuso domestico, assai più che di una relazione disfunzionale. È quello l'esempio più credibile di crudeltà dell'uomo sull'uomo contenuto in Tusk nonostante, come avvisa un cartello iniziale, la storia si dichiari "basata su eventi reali". Il resto è solo pulp fiction (per fortuna non troppo sanguinolenta) e generica condanna di quel mondo infantile e machista (il cui simbolo nel film è lo studio di registrazione del podcast, "una cava da masturbazione") che esclude la crescita umana, prima ancora che maschile.
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Dopo essere entrato nel giro thriller/horror con Red State, Kevin Smith non si ferma più, scrive e dirige Tusk. È la storia di wallace un ragazzo che dirige un podcast insieme al suo miglior amico che decide di andare in Canada ad intervistare un povero ragazzo che in un video su internet si taglia la gamba con una katana. Solo che al suo arrivo scopre che il ragazzo è morto [...] Vai alla recensione »
Assurdo. Kevin Smith sta prendendo proprio una bella strada e dopo il bellissimo Red State firma quest'altro film che, seppur inferiore al suo predecessore, rimane comunque un horror notevole, che riesce a sconvolgere e in altri punti anche divertire grazie anche ai personaggi allo stesso tempo bizzarri e inquietanti. Un'esperienza davvero scioccante.
Giornalista radiofonico che conduce un dissacrante podcast on line su casi bizzarri e insoliti insieme ad un suo irriverente e cinico collega, viene attirato con l'inganno nell'isolata dimora canadese di un anziano ex marinaio affetto da pericolose turbe psichiche che condurrà su di lui strani ed orripilanti esperimenti chirurgici.
Tusk è il penultimo film di Kevin Smith il quale vede tra i protagonisti attori del calibro di Michael Parks, Justin Long; Osmett e perfino Johnny Depp. Tusk è un film assurdo che ti lascia spiazzato subito dopo averlo visto. Ciò avviene perchè rappresenta una strampalata miscela di horror, commedia, trash e dramma; un mix bizzarro ma che a mio parere funziona.
Meglio di quel che pensavo. Bella idea e ben sviluppata.