Anno | 2014 |
Genere | Documentario |
Produzione | Paesi Bassi, Belgio |
Durata | 75 minuti |
Regia di | Jos de Putter |
Attori | Cheeta, Nicole Henderson, Glen Schultz . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 28 novembre 2014
Saggio cinematografico del celebre documentarista Jos de Putter, in cui tre scimmie famose guardano indietro nella loro vita.
CONSIGLIATO SÌ
|
Si guarda indietro nella vita di tre primati per andare a indagare l'intrigante rapporto che esiste fra l'uomo e la scimmia. Chi ha osservato prima chi? E chi ha imparato prima da chi?
Vincitore del Viktor Award presso il Munich International Documentary Festival, See No Evil è un saggio cinematografico del celebre documentarista Jos de Putter incentrato su quelle che sono considerate le tre scimmie più famose della storia dell'Umanità: Cheetha, protagonista dei tanti film di Tarzan, che esattamente come un qualsiasi attore in pensione in una casa di riposo passa le sue giornate mangiando porridge col cucchiaio o dipingendo quadri astratti (ape-stract art) ed è in procinto di compiere il suo ottantesimo compleanno; Kanzi, la scimmia più intelligente del pianeta (visto che per trent'anni è stato oggetto del noto studio sull'acquisizione del linguaggio Savage-Rumbaugh) e che ora cerca di trasmettere tutta la sua conoscenza al figlio Teco; la meno fortunata Knuckles, sottoposta a una serie di test per diventare un eroe spaziale, che però hanno portato gravi danni al suo corpo e al suo cervello. Infine, c'è persino una quarta scimmia protagonista, purtroppo defunta, ma che viene comunque ricordata: Roger, un compagno di Knuckles.
In tutti questi anni, attraverso l'addestramento, abbiamo cercato di insegnare alle scimmie "cose umane" (trucchi, musica, linguaggio), per poterle poi utilizzare nei nostri più svariati fini (conoscenza dello spazio, quantificare la potenza delle leggi fisiche, studiare il sistema immunitario) ma, forse, abbiamo dimenticato di insegnare loro qualcosa di molto più importante (empatia, compassione), malgrado l'esistenza di armoniose connessioni affettive fra l'animale e la sua controparte umana.
Su questa importante considerazione indugia l'opera di de Putter che, mescola materiale d'archivio e riprese, per offrire allo spettatore non solo il quadro generale di queste tre esistenze, ma anche la loro contemporanea osservazione sui momenti di solitudine di questi tre animali, magari sperando che, all'interno di essi, si scateni la comprensione dei loro stati più intimi e riflessivi, legati a nostalgia e gioia.
Uno sguardo a una scimmia che potrebbe essere uno sguardo a noi stessi all'interno di uno specchio, quindi. Perché anche se si svolge in una casa di riposo per anziani primati, per riflesso, See No Evil è anche un lieve e a malapena tratteggiato affresco sulla storia della civiltà umana, attraverso tutte le sue primitive emozioni (stanchezza, felicità, stupore, violenza e vivacità) ma anche tutte le sue prime scoperte (il fuoco, la casa, l'uso di piccoli arnesi, l'incontro con i nostri simili, il rapporto con il cibo).
Ogni scimmia ci viene poi raccontata con un'irresistibile stile da un autore che dimostra di conoscere l'argomento in maniera scrupolosa, mettendo in luce le debolezze e le manie di animali "umanizzati" e questo fa del documentario un oggetto originale, intelligentissimo, straordinario e, se vogliamo, anche ricco di critiche su quella che era considerata la grande sfida dell'evoluzione.
Si guarda tutto d'un fiato, perdendosi fra le buone e le cattive abitudini dei tre protagonisti.