Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Virgil Vernier |
Attori | Ana Neborac, Philippine Stindel, Jad Solesme, Annabelle Lengronne, Sadia Niakaté Damien Bonnard, Sarah Loko, Franck Babot, Isaïe Théodore Korenfeld, Benjamin Klintoe, Pierre Joab, Sadio Nakaté, Mickael Caeyman, Fathi Ibrahim Elnour, Moussa Ibrahim, Maryne Cayon, Nicolas Sagot, Mervellya Sahouss, Carla Cat, Rico Simmons, Loriane Fourcade, Tracy Alphonse, Lenie Kravitz Civiela, Paul-Mathieu Ehueni, Léon-Brice Koffi, Sydney Hammond, Brahim Abdelsabour, Joseph-Marie Ehueni, Aurélia Poirier, Lily Nambininsoa, Binta Injai, Audrey Pouffer, Angelina Belle, Eva Menis-Mercier. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 11 novembre 2014
L'amicizia tra due ragazze che a Parigi gravitano intorno al centro economico La Défense e alle torri gemelle del gruppo Les Mercuriales.
CONSIGLIATO SÌ
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Le mercuriales è un complesso edilizio formato da due palazzoni, una coppia di torri gemelle che si trovano nella periferia parigina di Bagnolet. Due ragazzi di colore, una moldava e una francese sono tra le molte persone che lavorano in questo complesso (i primi due nella security, le altre come hostess). La vita dei 4 procede tra incontri fuggevoli e relazioni più durature, legami che paiono somigliare a sorellanze e piccoli confronti fisici in una serie di scenette da periferia.
Con una netta predilezione per le due giovani e belle hostess Virgil Vernier gira un saggio di vita da periferia, schivando qualsiasi pallottola relativa alla criminalità (la prospettiva dalla quale vengono solitamente guardate queste zone) e concentrandosi sul rapporto tra ardore giovanile e desolazione urbanistica. La Bagnolet di Les mercuriales è prima di tutto un luogo vasto e solitario, che appare poco abitato e privo di vita, dominato da un'architettura disumana su cui troneggiano le torri del titolo e che in ogni angolo sembra replicare quella stessa arroganza urbanistica.
In questi ambienti si muovono due ragazze simili per tratti somatici e per un fisico molto più che suggerito dagli abiti da lavoro, dalle gonne e dalle molte scene in cui Vernier le pone con fare innocente in situazioni di inconsapevole sensualità. Le due si muovono con naturalezza in un ambiente che pare contrastare con la loro leggerezza, portano una profumata delicatezza in un mare di squallore ripulito, di muri levigati e graffiti un tanto al chilo. Sta qui l'unica vera forza del film, nella maniera peculiare in cui lega questi due elementi, la spensierata carica sessuale delle due ragazze e la totale mancanza di desiderio (sessuale e non) del mondo che le circonda.
Come uno spazio di risulta i luoghi e le persone di Les mercuriales sembrano un accumulo di scarti del centro, pezzi che non rientravano nello scacchiere principale e che forse solo un destino avverso ha sospinto in una periferia in cui non esiste nulla e non accade nulla. Diametralmente opposto a qualsiasi inno al recupero di una dimensione umana lontano dalla modernità, il film vorrebbe immergersi nel lato più scomodo della vita moderna, non quello criminale, non quello dell'ingiustizia ma quello anche più intollerabile del vuoto e della solitudine.
Purtroppo questo spunto eccezionale non rimane tale per tutta la durata del racconto, nonostante anche un'ottima direzione delle attrici che fornisce l'inusuale impressione di stare osservando qualcuno che non sa d'essere guardato. Les mercuriales ben presto abbandona le grandi torri (per tornarci fugacemente nel finale) e si concentra su una lunga serie di quadretti di vita quotidiana, momenti di solitudine inaccettabile accostati a scampoli di spensieratezza, senza mai centrare però un racconto coinvolgente. Come nelle vite delle protagoniste anche in sala la noia penetra inesorabile e solo l'impegno di un infaticabile spettatore può tenere desto l'interesse verso un film che sembra fare molto poco per accompagnarlo verso il finale.