kimkiduk
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domenica 23 febbraio 2014
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bravi
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Forse non vincerà l'Oscar per il miglior film, nella sceneggiatura qualcosa manca, ma è un film che si lascia vedere con MOLTO piacere e direi SORPRESA. Io ricordo McConaughey in Killer Joe, ma penso tutti lo ricordino specialmente in Magic Mike. Bello e robusto qui fa effetto con la sua faccia scavata ed amaciata ed il suo fisico esile. Sicuramente il regista ci gioca e ne fa il protagonista per affascinare e colpire. Così come nella bellissima interpretazione (vale l'Oscar) di Jared Leto che oltre buon cantante è anche, sicuramente, buon attore. Trovare critiche a film così può essere facile ma a me è piaciuto soprattutto perchè ricorda l'AIDS in un momento in cui nessuno lo ricorda più.
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Forse non vincerà l'Oscar per il miglior film, nella sceneggiatura qualcosa manca, ma è un film che si lascia vedere con MOLTO piacere e direi SORPRESA. Io ricordo McConaughey in Killer Joe, ma penso tutti lo ricordino specialmente in Magic Mike. Bello e robusto qui fa effetto con la sua faccia scavata ed amaciata ed il suo fisico esile. Sicuramente il regista ci gioca e ne fa il protagonista per affascinare e colpire. Così come nella bellissima interpretazione (vale l'Oscar) di Jared Leto che oltre buon cantante è anche, sicuramente, buon attore. Trovare critiche a film così può essere facile ma a me è piaciuto soprattutto perchè ricorda l'AIDS in un momento in cui nessuno lo ricorda più. Sarà ruffiana la cosa ma a me è piaciuta, perchè come qui viene denunciato le case farmaceutiche prima ci si sono buttate a capofitto ed ora sono sparite e mi chiedo perchè. Forse in un momento dove la malattia diminuisce solo perchè non se ne parla ricordare che NON diminuisce può servire. Sono curioso di vedere se vincerà qualcosa. Credo forse Oscar a Leto. Anche se l'Oscar è un premio non al miglior film ma al miglior film da Oscar la cosa mi incuriosice.
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maurizio meres
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sabato 22 febbraio 2014
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la vita si ribella
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Film ottimamente girato con una rara intensità emotiva vera e crudele ,ancora una volta il cinema si fa portavoce della grande indifferenza sociale del calvario umano per la sopravvivenza .Il grande business delle case farmaceutiche e la ribellione umana contro il male sono le due sostanze del film ,montaggio perfetto ,bellissimi i cambi scena spezzati di netto per dare più emotività alla splendida sceneggiatura ,ambientazione superlativa in classico stile texano, Un plauso particolare va dato ai due attori Matthew McConaughey e Jared Leto grandissima interpretazione di entrambi,sono entrati nella parte credendo in quello che recitavano e che forse durante le riprese del film si sono sentiti loro stessi malati ,professionalità cinematografica ai massimi livelli .
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Film ottimamente girato con una rara intensità emotiva vera e crudele ,ancora una volta il cinema si fa portavoce della grande indifferenza sociale del calvario umano per la sopravvivenza .Il grande business delle case farmaceutiche e la ribellione umana contro il male sono le due sostanze del film ,montaggio perfetto ,bellissimi i cambi scena spezzati di netto per dare più emotività alla splendida sceneggiatura ,ambientazione superlativa in classico stile texano, Un plauso particolare va dato ai due attori Matthew McConaughey e Jared Leto grandissima interpretazione di entrambi,sono entrati nella parte credendo in quello che recitavano e che forse durante le riprese del film si sono sentiti loro stessi malati ,professionalità cinematografica ai massimi livelli ."film vero da vedere"
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beppe baiocchi
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venerdì 21 febbraio 2014
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mcconaughey feat leto, gran prova per un buon film
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1985, Texas. Ron Woodroof (Matthew McConaughey) è un omofobo elettricista Texano, amante di vita sregolata, droghe, e sesso poco protetto. Un giorno, quasi per caso, scorprirà di aver contratto il virus dell' HIV e che gli resta davvero poco da vivere, cerca ogni modo per ottenere un farmaco in via di sperimentazione contro questo virus, l'AZT. Quando non riesce più a trovarlo in Texas decide di andare in Messico per maggior fortuna. Arrivato devastato dalla malattia, che nel frattempo era degenerata in AIDS incontra il dottor Vass che afferma che il farmaco che sta cercando è altamente tossico e non fa che peggiorare la sua situazione, invece di migliorarla.
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1985, Texas. Ron Woodroof (Matthew McConaughey) è un omofobo elettricista Texano, amante di vita sregolata, droghe, e sesso poco protetto. Un giorno, quasi per caso, scorprirà di aver contratto il virus dell' HIV e che gli resta davvero poco da vivere, cerca ogni modo per ottenere un farmaco in via di sperimentazione contro questo virus, l'AZT. Quando non riesce più a trovarlo in Texas decide di andare in Messico per maggior fortuna. Arrivato devastato dalla malattia, che nel frattempo era degenerata in AIDS incontra il dottor Vass che afferma che il farmaco che sta cercando è altamente tossico e non fa che peggiorare la sua situazione, invece di migliorarla. Cercherà di curarlo in modo alternativo e trovato giovamento Ron decide di smerciare questi farmaci alternativi (illegali in america, ma che danno un effettivo miglioramento della situazione) aggirando la FDA (Food Drugs Administration) e fondando un club che con una misera parcella di ingresso avranno cure gratuite contro l'HIV e l'AIDS. Di lì incomincerà la sua battaglia contro la FDA.
Dallas Buyers Club è un film dai forti contenuti, una dura malattia da raccontare, un sistema sanitario nazionale corrotto,l'omofobia e l'omosessualità tutti miscelati in una pellicola potente, ben girata da Jean-Marc Vallè (è il primo film del regista che vedo, ma mi sembra decisamente bravo con la macchina da preso, struggente ed emozionante. Certo il ritmo è miglioraribile, ma essendo un film dai forti toni drammatici, dove l'azione è poca rispetto ai contenuti non si poteva fare molto di più, ma oltre questo Vallè mi ha colpito davvero tanto. Ma chi stupisce ancora di più del regista sono due attori, a cui io sinceramente non avrei MAI scommesso molto, ma si dimostrano davvero ottimi. Parlo del protagonista Matthew McConaughey e di Jared Leto. Il primo, sempre presente nella parte del belloccio in commedie romantiche di dubbia qualità si dimostra qui un vero attore, dimagrisce di una 30ina di chili, perde il suo fisico statuario per entrare nei panni di un uomo degerato dall' AIDS alcolista, drogato ed omofobo, emaciato, emotivamente distrutto ma tanto forte e coraggioso. Ma soprattutto il secondo (Leto) nei panni di Rayon, un travestito, anch'esso malato, emaciato e drogato che aiuterà Ron Woodroof a mettere in piedi il suo club. Presente anche Jennifer Gardner, che però non mostra il carisma dei primi due attori, dando una prova discreta, ma incolore.
Un film dunque che vive dei contenuti fortissimi e della prova magistrale dei due citati attori. Un film che non valuto un capolavoro, forse un po' paraculo (in senso buono chiaramente) nei contenuti, non dico banale, ma credo che se si voleva raccontare questi temi penso che lo si poteva fare in maniera diversa con maggiore effetto e privo di quel pizzico di ritmo in più che poteva renderlo meno "pesante" per tutti ( credo che sia abbastanza importante rendere il film accessibile a tutti per essere considerato un masterpiece) ma che comunque va visto. Un 7/10 in pagella non glielo toglie nessuno
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jacopo b98
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domenica 16 febbraio 2014
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ottimo film con un grande matthew mcconaughey
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Texas, 1985. Ron Woodroof (McConaughey) è il prototipo di texano: conduce una vita estrema tra lavoro da elettricista, armi, donne, alcol, sesso e droghe. Quando gli viene diagnosticata l’AIDS tenta di farsi curare, ma inutilmente, e gli vengono pronosticati un massimo di trenta giorni di vita. Disperato va in Messico, dove, grazie a farmaci vietati negli Stati Uniti, sopravvive per sette anni, durante i quali inizia, insieme al transessuale Rayon (Leto) un’importazione illegale di farmaci in USA. È tutto vero nel terzo film di Vallée: la storia di Ron-Ronnie-Woodroof negli Stati Uniti è molto conosciuta. Vallée ha perciò deciso di trasportarla sul grande schermo per mostrarla anche al resto del mondo.
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Texas, 1985. Ron Woodroof (McConaughey) è il prototipo di texano: conduce una vita estrema tra lavoro da elettricista, armi, donne, alcol, sesso e droghe. Quando gli viene diagnosticata l’AIDS tenta di farsi curare, ma inutilmente, e gli vengono pronosticati un massimo di trenta giorni di vita. Disperato va in Messico, dove, grazie a farmaci vietati negli Stati Uniti, sopravvive per sette anni, durante i quali inizia, insieme al transessuale Rayon (Leto) un’importazione illegale di farmaci in USA. È tutto vero nel terzo film di Vallée: la storia di Ron-Ronnie-Woodroof negli Stati Uniti è molto conosciuta. Vallée ha perciò deciso di trasportarla sul grande schermo per mostrarla anche al resto del mondo. Scritto da Melisa Wallack e Craig Borten è una storia di lotta. Lotta per la vita, nel caso di Ron e Rayon; ma anche lotta per la giustizia, per l’approvazione di farmaci che davvero possano combattere la malattia, contrariamente all’AZT che fa bene solo a coloro che lo vendono. Commovente ma mai buonista o sentimentalista, è un film su una lotta impossibile per una vita che non si avrà il tempo di vivere. Comunque i maggiori pregi li ha nella splendida ricostruzione d’epoca, nel montaggio furente di Martin Pensa e nelle eccezionali interpretazioni di McConaughey (anche se personalmente sono ancora convinto che il più bravo quest’anno sia DiCaprio) e Leto. Sei nomination agli Oscar tra cui, inaspettatamente, miglior film. Due Golden Globes: attore e attore non protagonista.
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yrock
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mercoledì 12 febbraio 2014
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non si tratta di buoni o cattivi
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Questo film ha un grande merito, quello di non essere scaduto nel melodrammatico, perchè i presupposti c'erano tutti ( malattia terribile, visi emaciati ecc.) ma ha un merito ancora più grande, quello di aver parlato della speculazione che si fece su l'AIDS. In questo girone economico rientra anche il protagonista, che pur fornendo cure migliori di quelle ufficiali, ci guadagnò parecchi soldi. Nessuno pretende il buon samaritano di turno, ma non siamo di fronte ad un uomo gentile e generoso. Nonostante tutto Woodroof fa degli enormi progressi personali. Ma la punta di diamante del film è Jared Leto, ruolo non facile il suo, costretto nei panni di un travestito tossicodipendente, che però rende la dolcezza e la solitudine del personaggio senza esagerazioni.
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Questo film ha un grande merito, quello di non essere scaduto nel melodrammatico, perchè i presupposti c'erano tutti ( malattia terribile, visi emaciati ecc.) ma ha un merito ancora più grande, quello di aver parlato della speculazione che si fece su l'AIDS. In questo girone economico rientra anche il protagonista, che pur fornendo cure migliori di quelle ufficiali, ci guadagnò parecchi soldi. Nessuno pretende il buon samaritano di turno, ma non siamo di fronte ad un uomo gentile e generoso. Nonostante tutto Woodroof fa degli enormi progressi personali. Ma la punta di diamante del film è Jared Leto, ruolo non facile il suo, costretto nei panni di un travestito tossicodipendente, che però rende la dolcezza e la solitudine del personaggio senza esagerazioni. Alcune scene sono di forte impatto poetico, come la stanza delle farfalle, che ridanno speranza allo spettatore, incalzato dallo scorrere del tempo, ricordatoci di frequente. Gli oscar saranno più agguerriti del solito quest'anno. Yalamovie (canale youtube)
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manuela potiti
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mercoledì 12 febbraio 2014
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contro i pregiudizi, contro il sistema
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Il protagonista - è una storia vera - si scopre sieropositivo, negli anni in cui l'Aids miete vittime ed incute paura. L'ospedale vuole prenderlo in cura anche attraverso la sperimentazione di un farmaco e placebo, ma lui da anima ribelle ed orgogliosa si rifiuta e decide di ricercare da sè una cura alternativa; sarà la lotta per la vita, la sopravvivenza e contro il potere che lo manterrà in vita molto più delle aspettative che l'ospedale gli aveva prospettato, morirà da combattente. Ottimo film, per un'epoca, come la nostra, piena di pregiudizi e di potere.
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pier delmonte
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martedì 11 febbraio 2014
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ci ricordiamo ancora dell'aids?
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vi ricordate l'aids?, forse chi non lo ha vissuto piu' o meno direttamente non puo' sapere di che roba e' fatto, questo film fa uno sforzo per raccontarlo e io francamente non saprei dire se lo ha raccontato bene o male ( questione farmaci in primis) , dal punto di vista cinematografico il film mi ha convinto con dei personaggi spaventosamente straordinari.
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pascale marie
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lunedì 10 febbraio 2014
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voglio vivere
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Jean-Marc Vallée ha diretto un bel film dal tema molto forte e delicato ambientato negli anni '80 quando è esploso l'Aids e nessuno, medici compresi, era molto al corrente delle sue cause e terapie curative. Purtroppo, come è successo realmente, alcune case farmaceutiche e la FDA (food and drug administration) hanno speculato enormemente, mettendo in commercio farmaci non adeguati, con grossi vantaggi economici per loro, giocando proprio sull'ignoranza totale e sulle poche e inesatte informazioni al riguardo, mostrando poco rispetto e molta indifferenza per la vita di tanti malati. Questo è ciò che è accaduto a Ron, interpretato da un bravissimo Mathew McConaughey, un giovane elettricista texano, spavaldo, sicuro di sè e razzista con la passione per i rodei, le scommesse e le belle ragazze.
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Jean-Marc Vallée ha diretto un bel film dal tema molto forte e delicato ambientato negli anni '80 quando è esploso l'Aids e nessuno, medici compresi, era molto al corrente delle sue cause e terapie curative. Purtroppo, come è successo realmente, alcune case farmaceutiche e la FDA (food and drug administration) hanno speculato enormemente, mettendo in commercio farmaci non adeguati, con grossi vantaggi economici per loro, giocando proprio sull'ignoranza totale e sulle poche e inesatte informazioni al riguardo, mostrando poco rispetto e molta indifferenza per la vita di tanti malati. Questo è ciò che è accaduto a Ron, interpretato da un bravissimo Mathew McConaughey, un giovane elettricista texano, spavaldo, sicuro di sè e razzista con la passione per i rodei, le scommesse e le belle ragazze. Ma quando si sente male e il dottor Sivar, affiancato dalla giovane dottoressa Eve, gli comunica che ha l'Aids e solo 30 giorni di vita, gli si scaglia contro facendo esplodere tutta la sua rabbia. Ron si meraviglia perche non è omosessuale e perciò non può aver contratto l'aids, ma inizia ad informarsi in biblioteca e su internet per sapere cosa fare, quali cure adoperare perchè lui non vuole morire. Fa ricerche importanti che lo porteranno fino in Messico dove un medico non più qualificato, gli darà dei medicinali alternativi a quelli dell'ospedale che sono dichiarati tossici anche dalla rivista medica Lancet. All'ospedale Ron incontra un transessuale, Rayon, interpretato da uno straordinario e fantastico Jared Leto, che prima disprezza ed insulta senza remore, ma che diventerà in seguito suo amico e socio nel club che fonderanno per aiutare e procurare gratis i medicinali a tutti i malati siero-positivi. Rayon è una persona molto dolce, tenera e sola e non fa mancare il suo appoggio anche economico a Ron quando si trova in difficoltà, recandosi dal padre, ricco ed importante, in completo da uomo. Ron gli stringe la mano e lo abbraccia, mai l'avrebbe potuto fare quando era "sano". Ron alla dogana verrà bloccato diverse volte ma niente lo ferma e i suoi viaggi oltre al Messico lo porteranno anche ad Amsterdam, Israele e Cina. L'appoggio della dottoressa Eve, una brava Jennifer Garner, è essenziale per lui e la sua causa, che finisce anche in tribunale, ma è determinato non solo per lui ma per tutti quei malati poveri che altrimenti non avrebbero alcuna cura. A dispetto dei catastrofici pronostici del dottor Sivar, Ron vivrà per altri sette anni e se ne andrà proprio durante un rodeo. Questo film parla di malattia e morte ma anche di come una persona possa cambiare modo di pensare e combattere non solo per sè stesso ma soprattuto per i diritti degli altri. Film da non perdere.
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vanessa zarastro
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lunedì 10 febbraio 2014
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l'assolo di ronnie
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Una magistrale interpretazione di Matthew Mc Conaughey dimagrito di una ventina di chili, che ben rappresenta la sofferenza di un giovane elettricista sbruffone e scellerato che vive sulla propria pelle la trasformazione nel momento in cui viene a sapere di avere solo un mese di vita. Ambientato negli anni ’80, l’epoca della manifestazione della malattia AIDS e del virus HIV, il film DALLAS BUYERS CLUB mostra le prime rozze sperimentazioni per contrastare con le medicine questo male, tra medici in buona fede (per fortuna sembra che negli Stati Uniti ci siano sempre…) e medici compiacenti, se non esplicitamente conniventi, nei confronti delle multinazionali farmaceutiche. Il film è un pochino troppo lungo e alterna scene tremende ma efficaci sia dell’ambiente sessista e razzista dei cow-boys nei rodei a scene, altrettanto tremende, sulle sofferenze della malattia.
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Una magistrale interpretazione di Matthew Mc Conaughey dimagrito di una ventina di chili, che ben rappresenta la sofferenza di un giovane elettricista sbruffone e scellerato che vive sulla propria pelle la trasformazione nel momento in cui viene a sapere di avere solo un mese di vita. Ambientato negli anni ’80, l’epoca della manifestazione della malattia AIDS e del virus HIV, il film DALLAS BUYERS CLUB mostra le prime rozze sperimentazioni per contrastare con le medicine questo male, tra medici in buona fede (per fortuna sembra che negli Stati Uniti ci siano sempre…) e medici compiacenti, se non esplicitamente conniventi, nei confronti delle multinazionali farmaceutiche. Il film è un pochino troppo lungo e alterna scene tremende ma efficaci sia dell’ambiente sessista e razzista dei cow-boys nei rodei a scene, altrettanto tremende, sulle sofferenze della malattia. Peccato che lo straordinariocambiamento del protagonista oscuri un po’ il resto della storia non lasciando spazio ad attori come Jennifer Garner - un po’ sempre con la stessa espressione - o a Jared Reto – un po’ troppo stereotipato. In fondo è un film educativo ma speriamo che non tutti debbano passare attraverso una così tremenda vicenda per accettare le diversità degli altri e diventare socialmente sensibili!
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jaylee
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lunedì 10 febbraio 2014
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il lato (siero)positivo della vita
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Proprio vero che non si dovrebbero giudicare i cavalli vincenti alla partenza. Cosi come non si dovrebbero giudicare gli attori se non dopo un percorso di scelte. Prendiamo Matthew McConaughey: inizio promettente tra Spielberg e Zemeckis, poi però scivola in tutta una serie di filmetti dove può avvantaggiarsi di fisico da fusto e mascellone da supereroe... Non passa per un fulmine di guerra, tanto è vero che diventa proverbiale l'imitazione un pò da tamarro che Matt Damon gli riserva ogni volta che va al David Letterman Show (cercatele su youtube...)
Però però però: il buon Matthew negli ultimi anni inizia a scegliere i suoi film, e sono dei bei rischi perchè si trova in film piuttosto violenti (Killer Joe) o controversi (Magic Mike), o si ritaglia dei cameo per niente comodi (The Wolf of Wall Street).
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Proprio vero che non si dovrebbero giudicare i cavalli vincenti alla partenza. Cosi come non si dovrebbero giudicare gli attori se non dopo un percorso di scelte. Prendiamo Matthew McConaughey: inizio promettente tra Spielberg e Zemeckis, poi però scivola in tutta una serie di filmetti dove può avvantaggiarsi di fisico da fusto e mascellone da supereroe... Non passa per un fulmine di guerra, tanto è vero che diventa proverbiale l'imitazione un pò da tamarro che Matt Damon gli riserva ogni volta che va al David Letterman Show (cercatele su youtube...)
Però però però: il buon Matthew negli ultimi anni inizia a scegliere i suoi film, e sono dei bei rischi perchè si trova in film piuttosto violenti (Killer Joe) o controversi (Magic Mike), o si ritaglia dei cameo per niente comodi (The Wolf of Wall Street). Insomma, esce dalla sua area di comfort, smette di fare film da popcorn, e nel 2013 si prende la briga di produrre una sceneggiatura che non riusciva a trovare finanziamenti dalla metà degli anni '90 (sic!), ovvero Dallas Buyers Club.
Film scomodo perchè innanzitutto parla di AIDS, ma soprattutto perchè punta il dito contro una certa azienda farmaceutica (ovviamente mai citata direttamente nel film), rea di aver bloccato la sperimentazione negli USA su certi farmaci, per mantenere alto l'interesse sul proprio. DBC segue proprio la storia di Ron Woodroof (il nostro Matt), elettricista e cowboy da rodeo, zoticone razzista e omofobo, il cui mondo un giorno crolla: gli viene diagnosticato l'AIDS in fase avanzata, 30 giorni di vita attesi. Ridotto alla disperazione, si rivolgerà ad un medico messicano, che non solo lo aiuterà a curarsi, ma gli darà un nuovo senso: fonda un gruppo di acquisto a Dallas ed importerà medicinali non autorizzati per curare tutti i malati come lui. Inutile dire che si scontrerà con l'organizzazione sanitaria USA (evidentemente pressata da qualche lobby); ma avrà degli alleati, il trans Rayon (Jared Leto, altro veterano di ruoli scomodi, vedi l'amante gay di Alessandro Magno ed il tossico spacciatore di Requiem per un Sogno) che diventerà suo socio, poi amico fraterno, e il medico Eve (Jennifer Garner), prima suo avversario, poi alleato.
Non solo McConaughey porta agli estremi la sua interpretazione (ha perso oltre 20kg per la parte), ma di fatto ne rappresenta la punta di diamante (da Oscar? Assolutamente si) il film, diretto da Jean Marc Vallè non è eccezionale, sia nella sceneggiatura che nel ritmo della narrazione, ma è quanto sincero e credibile ci appare Ron che valorizza cosi tanto il tutto. E quando sarebbe stato più facile cercare il pietismo e la lacrima facile, DBC finisce invece con l'esaltare il potere dello spirito di fronte all'avversità degli eventi: potere di modificare se stessi e le proprie convinzioni, e tramite di esse la realtá. Quando sembra che tutto stia per finire, Ron trova un nuovo significato in quello che decide di fare, diventando una persona migliore di quanto sia stato in tutto il resto della sua esistenza. Ecco perchè alla fine della visione, a differenza di Philadelphia (giusto per citare il film più famoso sullo stesso argomento), DBC lascia in qualche modo un senso di compiutezza, di ottimismo quasi cosmico, e di come la vita possa regalare in profondità quello che non sempre concede in lunghezza, senza preconcetti di giusto e sbagliato. Riconciliante. (www.versionekowalski.it)
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