evildevin87
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mercoledì 2 luglio 2014
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strepitoso mcconaughey!
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Matthew McConaughey finora non aveva mai avuto una vera e propria occasione di dimostrarci il suo talento e di emergere in maniera particolare. In questo film tiranneggia decisamente nei panni di Ron Woodroof, personaggio inizialmente detestabile ma che nel corso del film, in seguito ai vari eventi, evolve la propria personalità in maniera molto naturale. Senza comunque nulla togliere al resto degli attori, tra tutti l'ottimo Jared Leto nei panni di Rayon.
La pellicola prende spunto da una serie di eventi realmente accaduti riguardanti il traffico illegale di medicine alternative per dare man forte ai sieropositivi, in quanto quelle ufficiali sembrano, nella maggior parte dei casi, peggiorare solo la situazione dei malati di AIDS.
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Matthew McConaughey finora non aveva mai avuto una vera e propria occasione di dimostrarci il suo talento e di emergere in maniera particolare. In questo film tiranneggia decisamente nei panni di Ron Woodroof, personaggio inizialmente detestabile ma che nel corso del film, in seguito ai vari eventi, evolve la propria personalità in maniera molto naturale. Senza comunque nulla togliere al resto degli attori, tra tutti l'ottimo Jared Leto nei panni di Rayon.
La pellicola prende spunto da una serie di eventi realmente accaduti riguardanti il traffico illegale di medicine alternative per dare man forte ai sieropositivi, in quanto quelle ufficiali sembrano, nella maggior parte dei casi, peggiorare solo la situazione dei malati di AIDS. Inizialmente quello che spacciano i protagonisti sono medicine non approvate ma effettivamente legali, tuttavia la voce si sparge arrivando anche alle orecchie della FDA, che finirà per rendere illegali le sostanze provenienti dal Dallas Buyers Club.
Il film non fa solo leva sulla tematica importante per arruffianarsi il favore di pubblico e critica, ma a mio parere è anche una coraggiosa denuncia nei confronti delle case farmaceutiche e in generale su coloro che pur di fare soldi sarebbero disposti anche a peggiorare ulteriormente la vita di chi sta vivendo un dramma di tali proporzioni. Per il resto, ottima la regia di Jean-Marc Valleè e sceneggiatura efficace quanto basta. Un gran film. Godibile, fa riflettere ed emoziona. I premi che ha vinto se li è meritati tutti.
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jeff lebowsky
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martedì 1 luglio 2014
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rispechia le aspettative!
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Un film che fa riflettere e va contro gli schemi affrontando una delle tematiche più delicate, per altro ancora attuale. Una grande interpretazione di McConaughey rende il film ancora più interessante e più "vero".
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alexander 1986
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venerdì 20 giugno 2014
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film interessante ma non troppo
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Texas, anni Ottanta. Il bovaro Ron Woodroof (Matthew McConaughey) conduce la sua bella vita da rozzo alcolizzato sessuomane finché non gli viene diagnosticata la positività all'Hiv. Una bella botta perché si dice che esso sia la malattia dei c***rotti; e lui li odia, quei tizi. Deciso a non morire nonostante fino ad allora non stesse facendo nulla di speciale, Ron inizia un viaggio alla ricerca della cura che potrà salvarlo. Il suo miglior guadagno sarà intanto l'amicizia di Rayon (Jared Leto) e la scoperta di un'umanità decisamente migliore di quanto sapessero i suoi pregiudizi.
Film interessante, non troppo retorico e quindi poco statunitense. Le sue colonne portanti sono però rappresentate da elementi non derivanti dalla bravura di regista e sceneggiatori: in primo luogo, il soggetto commovente di per sé; in secondo luogo, la notevolissima capacità mimetico-interpretativa dei due insospettabili bellocci McConaughey-Leto, non a caso guadagnatisi una statuetta a testa - sebbene io, in verità, non simpatizzi per i trasformismi cinematografici.
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Texas, anni Ottanta. Il bovaro Ron Woodroof (Matthew McConaughey) conduce la sua bella vita da rozzo alcolizzato sessuomane finché non gli viene diagnosticata la positività all'Hiv. Una bella botta perché si dice che esso sia la malattia dei c***rotti; e lui li odia, quei tizi. Deciso a non morire nonostante fino ad allora non stesse facendo nulla di speciale, Ron inizia un viaggio alla ricerca della cura che potrà salvarlo. Il suo miglior guadagno sarà intanto l'amicizia di Rayon (Jared Leto) e la scoperta di un'umanità decisamente migliore di quanto sapessero i suoi pregiudizi.
Film interessante, non troppo retorico e quindi poco statunitense. Le sue colonne portanti sono però rappresentate da elementi non derivanti dalla bravura di regista e sceneggiatori: in primo luogo, il soggetto commovente di per sé; in secondo luogo, la notevolissima capacità mimetico-interpretativa dei due insospettabili bellocci McConaughey-Leto, non a caso guadagnatisi una statuetta a testa - sebbene io, in verità, non simpatizzi per i trasformismi cinematografici. Per il resto non trovo condivisibile l'entusiasmo generale per questa pellicola che inizia e finisce seguendo schemi lineari e viene troppo cucita addosso alla star principale. Buona colonna sonora. Troppe, sei candidature agli ultimi Oscar.
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anna_giulia
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martedì 13 maggio 2014
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un dramma che non lascerà indifferenti
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È il 1985. Sono i primi anni della diffusione dell’AIDS e della ricerca di una cura. Sono gli anni in cui questa malattia sembra essere prerogativa degli omosessuali. Sono gli anni in cui la star di Hollywood Rock Hudson confessa di essere omosessuale e di aver contratto il virus.
Da qui prende avvio la storia di Ron Woodroof (Matthew McConaughey), elettricista texano rude e omofobo con la passione per il rodeo, oltre che per la droga, l’alcool e il sesso. Dopo un incidente sul lavoro e il conseguente ricovero in ospedale gli viene diagnosticato proprio l’AIDS in stadio ormai molto avanzato con la prospettiva di vita di soli 30 giorni. Ron rifiuta la malattia e il suo destino e quando si vede negata la possibilità di partecipare alla sperimentazione di un nuovo farmaco, l’AZT, parte per il Messico dove sperimenta altri farmaci che poi importa illegalmente negli Stati Uniti.
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È il 1985. Sono i primi anni della diffusione dell’AIDS e della ricerca di una cura. Sono gli anni in cui questa malattia sembra essere prerogativa degli omosessuali. Sono gli anni in cui la star di Hollywood Rock Hudson confessa di essere omosessuale e di aver contratto il virus.
Da qui prende avvio la storia di Ron Woodroof (Matthew McConaughey), elettricista texano rude e omofobo con la passione per il rodeo, oltre che per la droga, l’alcool e il sesso. Dopo un incidente sul lavoro e il conseguente ricovero in ospedale gli viene diagnosticato proprio l’AIDS in stadio ormai molto avanzato con la prospettiva di vita di soli 30 giorni. Ron rifiuta la malattia e il suo destino e quando si vede negata la possibilità di partecipare alla sperimentazione di un nuovo farmaco, l’AZT, parte per il Messico dove sperimenta altri farmaci che poi importa illegalmente negli Stati Uniti. Qui insieme al transessuale malato e tossicodipendente Rayon (Jared Leto), conosciuto in ospedale, dà vita al Dallas Buyers Club che rifornisce “gratuitamente”, previa costosissima iscrizione al club, migliaia di malati di farmaci non approvati negli USA ma efficaci. La sua attività attira l’attenzione della dottoressa Eve Saks (Jennifer Garner), ma anche le ire della FDA (Food and Drug Administration) che lo ostacolerà più volte.
Ispirato alla vera storia di Ron Woodroof, morto nel 1992, sette anni dopo la diagnosi della malattia, il film di Jean-Marc Vallée è un ottimo film che ti arriva dritto al cuore o forse sarebbe meglio dire che si presenta come un pugno nello stomaco. Essenziale e diretto, cala empaticamente lo spettatore nella profondità della storia di Ron e della sua maturazione: gli eccessi e le scommesse, la durezza della malattia, l’omofobia, la flebile speranza data dai farmaci non approvati, la voglia di combattere per riprendersi quel poco tempo che resta, fino all’amicizia vera e inizialmente impensabile con Rayon. Perché la storia di Ron è soprattutto una storia di redenzione e di consapevolezza. I suoi iniziali pregiudizi omofobi e la sua patina di uomo rude perdono ogni sostanza quando gli affari e il comune destino di affetto da AIDS lo portano a contatto con tutte quelle persone a cui prima nemmeno si sarebbe avvicinato. Nella malattia Ron trova il suo punto di rottura con il “sé stesso precedente” e dà il via ad una nuova vita e ad un nuovo uomo.
Il punto di forza del film sono sicuramente Matthew McConaughey e Jared Leto che per affrontare questa sfida hanno radicalmente trasformato i loro corpi e perfettamente trasmettono la tragicità, la precarietà e la crudezza della malattia. In particolare il frontman dei Thirty Seconds To Mars, assente dal grande schermo da sei anni ovvero dai tempi di Mr. Nobody, altra splendida prova attoriale, vestendo i panni del transessuale Rayon risulta credibile e commovente e conferma il grande talento che lo caratterizza. Il film candidato a sei premi Oscar, ne ha vinti tre compresi quelli per Miglior Attore Protagonista e Miglior Attore Non Protagonista (che nel caso di Leto si è andato ad aggiungere agli oltre 30 premi già conquistati).
Nonostante questo film tratti temi quali la malattia e la morte, non è tanto questo quello che colpisce a visione conclusa quanto piuttosto la volontà e la necessità del protagonista di continuare a lottare per sé stesso e per gli altri, perché come ha affermato lo stesso McConaughey “Dallas Buyers Club was never about dying- it was always about living."
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francescopazzo
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lunedì 21 aprile 2014
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grandioso leto
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Di certo è un film dal grande, grandissimo impatto emotivo e mai banale.
Personalmente ritengo l'oscar al protagonista un po' esagerato mentre è davvero tutto meritato l'oscar di Jared Leto profondamente e totalmente calato nel suo personaggio.
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video-r
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sabato 12 aprile 2014
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la vita come rodeo
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Texas, anni '80. Protagonista della storia è Ron Woodroof (Matthew McConaughey), uno spericolato cowboy contagiato dall'HIV e, prima ancora, dai pregiudizi omofobi che ritenevano le persone eterosessuali immuni da tale virus. Ben presto tuttavia, considerato ormai una checca dai suoi vecchi amici, entrerà in contatto con altri sieropositivi e insieme a loro si mobiliterà per fornire cure efficaci alle persone malate di AIDS. Tra queste si distingue Rayon (Jared Leto), un ragazzo sicuramente meno virile del già odiato Rock Hudson, con cui Ron arriva addirittura a fondare una società: il Dallas Buyers Club, associazione tramite la quale distribuire farmaci non approvati negli States.
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Texas, anni '80. Protagonista della storia è Ron Woodroof (Matthew McConaughey), uno spericolato cowboy contagiato dall'HIV e, prima ancora, dai pregiudizi omofobi che ritenevano le persone eterosessuali immuni da tale virus. Ben presto tuttavia, considerato ormai una checca dai suoi vecchi amici, entrerà in contatto con altri sieropositivi e insieme a loro si mobiliterà per fornire cure efficaci alle persone malate di AIDS. Tra queste si distingue Rayon (Jared Leto), un ragazzo sicuramente meno virile del già odiato Rock Hudson, con cui Ron arriva addirittura a fondare una società: il Dallas Buyers Club, associazione tramite la quale distribuire farmaci non approvati negli States. Negli ospedali americani, infatti, l'unica sperimentazione consentita è quella dell'AZT, un medicinale più nocivo che salvifico, specie se confrontato con le sostanze naturali somministrate in altri paesi e che Woodroof ha iniziato ad importare. Ciò non viene ovviamente visto di buon occhio dalla FDA, l'organismo federale adibito al controllo farmaceutico, che approfitta di un ricovero del protagonista per indagarne i movimenti e sospendere la sua attività; è solo grazie ai sacrifici di Rayon, quindi, che il club riesce a non chiudere, continuando a fornire assistenza senza più alcuno scopo di lucro. Tutto questo, purtroppo, non basterà a salvare la vita al giovane transgender e la società, pur avendo ottenuto anche l'appoggio della coraggiosa dottoressa Eve Sacks (Jennifer Garner), non riuscirà ad ottenere la legalizzazione delle proprie cure. La sentenza creerà però un precedente, aprendo così la strada a una più libera sperimentazione, resa possibile anche dalla passione con cui Ron ha affrontato questa battaglia, facendone un proprio personale rodeo.
La pellicola, seppure segnata da una regia abbastanza classica, ha il pregio di fornire uno sguardo inedito su uno scenario più volte considerato dalla cinematografia; invece di soffermarsi sul vissuto dei protagonisti, Vallée sceglie infatti di assegnare alla vicenda un taglio meno soggettivo, sospendendo il giudizio sui comportamenti dei personaggi interpretati da Leto e McConaughey. Il merito di entrambi gli attori è infatti quello di sostenere una performance impegnativa senza che nessuno prevalga sull'altro, lasciando dunque che siano le loro iniziative, e non i loro atteggiamenti, a parlare per loro. Il risultato che ne deriva è quindi un'opera asciutta e controllata, forse anche troppo in certi passaggi, ma comunque in grado di emozionare lo spettatore senza scadere in facili sentimentalismi.
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ralphscott
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sabato 5 aprile 2014
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sacrosanto l'oscar al protagonista maschile
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Non era facile fare un film su un tema così scottante senza annoiare,impietosire,esagerare. Interpretazioni sublimi ed immagini crude lasciano il segno. E ci si diverte pure. Ottimo.
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bigio
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domenica 23 marzo 2014
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dallas buyers club ...la forza della disperazione
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. In questo film di Jean-Marc Vallée che un po' mi ha ricordato Erin Brockovich, per la forza di volontà del personaggio, la realtà ti viene servita cruda su un piatto freddo e devi abituarti presto a pensare che potrebbe capitare anche a te. Matthew McConaughey, per me rivelazione di drammaticità reale, impersona un uomo forte dalle convinzioni radicali influenzate anche dall'ambiente in cui vive, che non si abbatte difronte alla malattia devastante che lo colpisce maggiormente anche nel suo modo di pensare. Un egoista per natura ma con risvolti umanitari. Potrebbe definirsi un film documento, senza una vera trama ma il montaggio lo rende scorrevole come un racconto. Omofobia, prostituzione, droga, traffici illeciti.
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. In questo film di Jean-Marc Vallée che un po' mi ha ricordato Erin Brockovich, per la forza di volontà del personaggio, la realtà ti viene servita cruda su un piatto freddo e devi abituarti presto a pensare che potrebbe capitare anche a te. Matthew McConaughey, per me rivelazione di drammaticità reale, impersona un uomo forte dalle convinzioni radicali influenzate anche dall'ambiente in cui vive, che non si abbatte difronte alla malattia devastante che lo colpisce maggiormente anche nel suo modo di pensare. Un egoista per natura ma con risvolti umanitari. Potrebbe definirsi un film documento, senza una vera trama ma il montaggio lo rende scorrevole come un racconto. Omofobia, prostituzione, droga, traffici illeciti...un film di cattivi? Tutt'altro, un film di buoni sentimenti anche se nascosti nelle anime più disperate.
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melvin ii
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giovedì 20 marzo 2014
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anche gli omofobi cambiano idea
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Dallas Buyers Club , tratto da una storia vera,è un film del 2013 diretto da Jean-Marc Vallée.
La pellicola vede come protagonisti Matthew McConaughey , Jared Leto e Jennifer Garner.
Il film ambientato in Texas nel 1985 ha come protagonista Ron Woodroof( McConaughey) un rude e omofobo cowboy dedito all’alcool, alla droga e al sesso sfrenato.
La sua vita cambia radicalmente, quando si scopre malato di Aids, malattia “solo” dei gay secondo i pregiudizi e l’ignoranza dell’epoca.
I medici li danno solo 30 giorni di vita.
Woodroof dopo l’iniziale scoramento, decide di lottare per la sua vita e cerca disperatamente una cura.
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Dallas Buyers Club , tratto da una storia vera,è un film del 2013 diretto da Jean-Marc Vallée.
La pellicola vede come protagonisti Matthew McConaughey , Jared Leto e Jennifer Garner.
Il film ambientato in Texas nel 1985 ha come protagonista Ron Woodroof( McConaughey) un rude e omofobo cowboy dedito all’alcool, alla droga e al sesso sfrenato.
La sua vita cambia radicalmente, quando si scopre malato di Aids, malattia “solo” dei gay secondo i pregiudizi e l’ignoranza dell’epoca.
I medici li danno solo 30 giorni di vita.
Woodroof dopo l’iniziale scoramento, decide di lottare per la sua vita e cerca disperatamente una cura.
Farà amicizia con Rayon(Leto), un gay tossicodipendente e con la Dr. Eve Saks (Garner)
Insieme apriranno “un club” per i malati di Aids, fornendo cure alternative e più efficaci rispetto a quelle ufficiali.
Woofroof, smentirà le “cassandre mediche”” e vivrà ben oltre i 30 giorni.
Il film si regge sulla straordinaria e magistrale interpretazione di Mattew McConaughey.
Per anni siamo stati abituati a vederlo in commedie leggere nel ruolo del bellocio e del latin lover,.
In questo film la trasformazione anche fisica è impressionante.
McConaughey riesce a dare anima e corpo a un personaggio “politicamente scorretto”
Lo spettatore segue con pathos e coinvolgimento la sofferenza e la malattia del protagonista.
Degna spalla di Mc Conaughey è Jared Leto. Il suo “Raynon” è un mix di dolcezza, perdizione e solitudine
La sceneggiatura è scarna, semplice, ma ben scritta.
Vallèe dirige con bravura ed intensità.
Il film, specie all’inizio è brutale e forte, tiene alta l’attenzione dello spettatore.
Il linguaggio è colorito, spinto, scorretto.
I dialoghi descrivano bene la mentalità e l’ignoranza che c’era in America sull’ Aids negli anni Ottanta.
“Dallas buyers club” non è semplicemente un film sull’ Aids o contro l’omofobia, ma soprattutto una denuncia sul mondo delle case farmaceutiche e di quante speculazioni vengano fatte sulla pelle dei malati.
Woodroof non è un personaggio positivo, non cambierà le sue idee, ma si rende conto a sue spese, quanto siano spietati i pregiudizi.
Il finale piace, perché nonostante non sia melenso e scontato , comunque regala calore e speranza.
Un film da vedere, per le ottime prove degli attori, per i contenuti e soprattutto per dire no all’ignoranza e alla superficialità dilagante.
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ultimoboyscout
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mercoledì 19 marzo 2014
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le metamorfosi di un uomo.
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Da una storia vera, è il film che più di ogni altro ha scioccato l'America negli ultimi anni e ha regalato Golden Globe e Oscar al protagonista Matthew McConaughey (meritatissimo ma assolutamente impensabile, almeno fino a prima di "Killer Joe") e un altro Oscar al redivivo non protagonista Jared Leto (premio altrettanto meritatissimo!). La vicenda parte da metà degli anni '80: Ron Woodruff è un elettricista e cowboy da rodeo, che conduce una vita smisurata tra sesso, alcol e droghe e che si ammala di AIDS. Quando scopre che in Messico esistono farmaci efficaci non approvati negli Stati Uniti, con uno stratagemma decide di importarli illegalmente, per se e per gli altri ammalati. Si tratta di un vero e proprio romanzo di formazione, riscatto e forse anche beatificazione di un uomo dedito a ogni forma di sregolatezza che da razzista e omofobo (quanto è di moda e di tendenza sta parola!) e vizioso si trasforma in un angelo della speranza (con tanto di tornaconto personale) portatore di farmaci, compassione e salvezza contro un sistema marcio e corrotto: il sistema sanitario controllato dalle lobby delle case farmaceutiche.
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Da una storia vera, è il film che più di ogni altro ha scioccato l'America negli ultimi anni e ha regalato Golden Globe e Oscar al protagonista Matthew McConaughey (meritatissimo ma assolutamente impensabile, almeno fino a prima di "Killer Joe") e un altro Oscar al redivivo non protagonista Jared Leto (premio altrettanto meritatissimo!). La vicenda parte da metà degli anni '80: Ron Woodruff è un elettricista e cowboy da rodeo, che conduce una vita smisurata tra sesso, alcol e droghe e che si ammala di AIDS. Quando scopre che in Messico esistono farmaci efficaci non approvati negli Stati Uniti, con uno stratagemma decide di importarli illegalmente, per se e per gli altri ammalati. Si tratta di un vero e proprio romanzo di formazione, riscatto e forse anche beatificazione di un uomo dedito a ogni forma di sregolatezza che da razzista e omofobo (quanto è di moda e di tendenza sta parola!) e vizioso si trasforma in un angelo della speranza (con tanto di tornaconto personale) portatore di farmaci, compassione e salvezza contro un sistema marcio e corrotto: il sistema sanitario controllato dalle lobby delle case farmaceutiche. Che dire di McConaughey? E' stato semplicemente sublime e sorprendente al tempo stesso, chi l'avrebbe mai detto che fosse così bravo e convincente? Negli ultimi anni c'erano stati segni di risveglio, non era più solo bello ma anche un tantino più espressivo, cinico, elegante, cattivo, estremo, in una parola eclettico. Essere diretto da maestri del calibro di Friedkin, Soderbergh, da Scorsese, anche se solo per pochi minuti, deve avergli sicuramente giovato. "Dallas buyers club" è una sorta di "Philadelphia" politicamente scorretto, è un film più che accettabile che McConaughey ha fatto diventare grande grazie alla sua trasformazione fisica, alla sua faccia scomposta, ai suoi occhi avidi e vuoti, a quello sguardo che diventa un po' più umano e alla sua perfetta sintonia con l'altro fenomeno Leto. Matt è entrato nella parte e ci sguazza, il suo antieroe bastardo è magnifico in un film civile che assume una statura forse non filosofica ma senz'altro epica. E tutto questo grazie a lui.
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