kondor17
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lunedì 15 dicembre 2014
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ottimo film - recensione orribile
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Una bella denuncia del business delle lobbies farmaceutiche. La loro ricchezza sta nella diffusione del proprio prodotto col beneplacito e la collaborazione, se non proprio complicità, del sistema sanitario, che, alle prese con malattie incurabili e con casi disperati, distribuisce in dosi massiccie medicinali dagli effetti collaterali ignoti e spesso letali, spacciandoli legalmente come cura. Questo a discapito di altre cure ben meno remunerative ma non meno valide e plausibili, che vengono regolarmente cestinate a priori in quanto troppo poco credibili, ma in realtà solo economicamente poco interessanti. Non importa se poi i pazienti sono intossicati o dipendenti. Le scelte e il business vanno difesi e se lo dice la massima autorità sanitaria del paese, meglio crederci e obbedire.
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Una bella denuncia del business delle lobbies farmaceutiche. La loro ricchezza sta nella diffusione del proprio prodotto col beneplacito e la collaborazione, se non proprio complicità, del sistema sanitario, che, alle prese con malattie incurabili e con casi disperati, distribuisce in dosi massiccie medicinali dagli effetti collaterali ignoti e spesso letali, spacciandoli legalmente come cura. Questo a discapito di altre cure ben meno remunerative ma non meno valide e plausibili, che vengono regolarmente cestinate a priori in quanto troppo poco credibili, ma in realtà solo economicamente poco interessanti. Non importa se poi i pazienti sono intossicati o dipendenti. Le scelte e il business vanno difesi e se lo dice la massima autorità sanitaria del paese, meglio crederci e obbedire. La scienza va testata, ma solo quella come tale definita da burocrati e politici spesso ignoranti e soprattutto corrotti.
Se vuoi fare poi la tua esperienza personale e cercare soluzioni alternative, affari tuoi e tanti auguri. Questa è la storia narrata in questo bellissimo film, ma il recensore mi sa che ha dormito in sala, perché non ha proprio capito un tubo.
Meritati gli oscar.
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emili83
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giovedì 4 dicembre 2014
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struggente un capolavoro
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Sono abituato a vedere un film due volte per farmi una decisa opinione...Bè l'ho visto 4 volte nell'arco di una settimana... Consigliato caldamente a chi ha dimenticato la piaga dell'AIDS e al terrore che tutti noi provavamo nel solo sentirla nominare fino a pochi anni fa
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peterpinto
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venerdì 28 novembre 2014
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la malattia cambia l'animo del rude cowboy...
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Tempo fa ho avuto il piacere di vedere il film che, sinceramente, lo giudico un vero capolavoro nel suo genere e merita ben oltre il punteggio che gli è stato attribuito dalle critiche. Grande regia, sceneggiatura originale e laboriosità del trucco, ma soprattutto straordinarie interpretazioni degli attori principali, che esaltano il tutto. Tratto da una storia vera, accaduta intorno alla metà degli anni '80, il film mette in evidenza la pericolosità del virus Hiv, difficilmente trattabile con i farmaci convenzionali di allora. Il rude cowboy Ron, dedito al vizio dell'alcool e delle donne, nel contrarre la malattia, poco a poco prende consapevolezza della cruda realtà, ma non si rassegna alla spietata diagnosi dei medici, che gli prospettano poco tempo da vivere e soprattutto non accetta le terapie delle istituzioni sanitarie nazionali.
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Tempo fa ho avuto il piacere di vedere il film che, sinceramente, lo giudico un vero capolavoro nel suo genere e merita ben oltre il punteggio che gli è stato attribuito dalle critiche. Grande regia, sceneggiatura originale e laboriosità del trucco, ma soprattutto straordinarie interpretazioni degli attori principali, che esaltano il tutto. Tratto da una storia vera, accaduta intorno alla metà degli anni '80, il film mette in evidenza la pericolosità del virus Hiv, difficilmente trattabile con i farmaci convenzionali di allora. Il rude cowboy Ron, dedito al vizio dell'alcool e delle donne, nel contrarre la malattia, poco a poco prende consapevolezza della cruda realtà, ma non si rassegna alla spietata diagnosi dei medici, che gli prospettano poco tempo da vivere e soprattutto non accetta le terapie delle istituzioni sanitarie nazionali. L'incontro in ospedale con il transessuale tossico Rayon, dal carattere dolce e fragile, anch'esso ammalato, lo colpisce al cuore e gli apre la mente a nuovi orizzonti. Infatti, fondano insieme una società denominata "Dallas Buyers Club", che accoglierà persone sieropositive, alle quali verranno forniti gratuitamente farmaci illegali, vietati negli USA. Tali farmaci verranno importati illegalmente da Ron in persona, con astuzia, tenacia e sfrontatezza. Nel frattempo il rapporto di amicizia fra i due diventa sempre più solido e la morte prematura del sensibile Rayon causa un grande dolore a Ron, che non ha mai concesso spazio ai sentimenti umani. Comunque ha vinto la sua battaglia contro la malattia in quanto riesce a vivere ancora per ben sette anni, continuando a percorrere la strada intrapresa per sé e per gli altri. La grandiosità di Matthew sta nel riuscire a trasmettere, tramite anche la sua grande interpretazione fisica, la sofferenza interiore del personaggio che rappresenta. Non meno importante è l'interpretazione di Jared che dà quella nota di dolcezza struggente, soprattutto in punto di morte. Grandi interpretazioni, meritatissimi Oscar ai due attori!
PeterPinto
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peterpinto
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martedì 25 novembre 2014
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la malattia trasforma il rude cowboy...
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Tempo fa ho visto il grandissimo film che merita ben oltre il punteggio che gli è stato attribuito dalle critiche cinematografiche. Il mio pur modesto giudizio lo inserisce tra i dieci film, nel suo genere, più belli di sempre; grande regia e sceneggiatura, ma soprattutto straordinarie interpretazioni.Tratto da una storia realmente accaduta a metà degli anni 80, la sceneggiatura del film si sviluppa in maniera così reale, che sembra di viverla noi stessi; grande merito va certamente attribuito agli attori principali che interpretano meravigliosamente la loro parte come fossero loro i veri protagonisti della tragedia che si va consumando lenta, ma inesorabile. Jared Leto e soprattutto Matthew McChonaughey sono degli attori eccezionali, ai quali madre natura ha provveduto donando loro un grande talento nella recitazione.
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Tempo fa ho visto il grandissimo film che merita ben oltre il punteggio che gli è stato attribuito dalle critiche cinematografiche. Il mio pur modesto giudizio lo inserisce tra i dieci film, nel suo genere, più belli di sempre; grande regia e sceneggiatura, ma soprattutto straordinarie interpretazioni.Tratto da una storia realmente accaduta a metà degli anni 80, la sceneggiatura del film si sviluppa in maniera così reale, che sembra di viverla noi stessi; grande merito va certamente attribuito agli attori principali che interpretano meravigliosamente la loro parte come fossero loro i veri protagonisti della tragedia che si va consumando lenta, ma inesorabile. Jared Leto e soprattutto Matthew McChonaughey sono degli attori eccezionali, ai quali madre natura ha provveduto donando loro un grande talento nella recitazione. Oscar meritatissimi per i due attori nei rispettivi ruoli, in particolare era impossibile non designare Matthew, con sangue scozzese nelle vene, quale migliore attore protagonista dell'anno. Peterpinto
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enzo70
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domenica 12 ottobre 2014
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oscar tutti meritati
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Giustamente premiato con l’Oscar, Jean-Marc Vallèe affronta il tema dell’Aids alle origini, quando l’hiv era la malattia dei dannati di Dio, omosessuali e tossici, e la terra promessa un medicinale costosissimo, promosse dalle aziende farmaceutiche. Attraverso gli occhi di un cow boy alcolizzato ed omofobo, un eccezionale Matthew McConaughey, il regista canadese ripercorre le paure di quegli anni, quando l’aids non lasciava scampo a chi si ammalava e l’emarginazione faceva il resto. Un uomo debole, fragile coglie l’occasione per trasformare la sua vita in una battaglia per una cura giusta, andando oltre i pregiudizi della sua cultura da maschio da rodeo e della stessa medicina tradizionale.
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Giustamente premiato con l’Oscar, Jean-Marc Vallèe affronta il tema dell’Aids alle origini, quando l’hiv era la malattia dei dannati di Dio, omosessuali e tossici, e la terra promessa un medicinale costosissimo, promosse dalle aziende farmaceutiche. Attraverso gli occhi di un cow boy alcolizzato ed omofobo, un eccezionale Matthew McConaughey, il regista canadese ripercorre le paure di quegli anni, quando l’aids non lasciava scampo a chi si ammalava e l’emarginazione faceva il resto. Un uomo debole, fragile coglie l’occasione per trasformare la sua vita in una battaglia per una cura giusta, andando oltre i pregiudizi della sua cultura da maschio da rodeo e della stessa medicina tradizionale. La cura che propone agli iscritti al Dallas buyers club è alternativa rispetto a quella prescritta dall’agenzia statunitense sul farmaco e basata su farmaci che puntano a contrastare la malattia attraverso una rigenerazione cellulare ed un rafforzamento del sistema immunitario. Nella sua battaglia il protagonista, Ron Woodroof, dovrà combattere contro le resistenze degli interessi dell’industria farmaceutica e la connivenza del sistema sanitario statunitense che subordina il principio della libertà di curarsi e di scegliere le proprie cure ad altre dinamiche. Ottima l’interpretazione di Jared Leto, l’amico omosessuale che ravvede Ron sulla strada della tolleranza, premiata, giustamente, con un altro Oscar per miglior attore non protagonista. Film tratto da una storia vera, gran bel film.
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demone
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domenica 28 settembre 2014
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molto bello e divertente
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Un film sicuramente da guardare. Recitazione impeccabile. La storia non è banale, e anche nella sua drammaticità, risulta divertente.
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gabriella
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giovedì 4 settembre 2014
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storia di rabbia e di coraggio
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Ron Woodroof è un elettricista texano, appassionato di rodei , vita sregolata alimentata da droga, alcool, scommesse e sesso compulsivo
scopre di essere affetto da AIDS, “Lei ha trenta giorni per mettere a posto le sue cose” è la lapidaria risposta del medico, Ron però non vuole arrendersi al terribile verdetto e inizia una vera e propria odissea alla ricerca di farmaci alternativi nel tentativo di curarsi, arriva in Messico , si procura i medicinali ( non ancora certificati)e li esporta negli States ricorrendo a vari travestimenti, un medico, un sacerdote, fonda il Dallas Buyers Club ,un'associazione in cui gli iscritti pagando una tassa associativa mensile, vengono forniti del necessario per curarsi.
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Ron Woodroof è un elettricista texano, appassionato di rodei , vita sregolata alimentata da droga, alcool, scommesse e sesso compulsivo
scopre di essere affetto da AIDS, “Lei ha trenta giorni per mettere a posto le sue cose” è la lapidaria risposta del medico, Ron però non vuole arrendersi al terribile verdetto e inizia una vera e propria odissea alla ricerca di farmaci alternativi nel tentativo di curarsi, arriva in Messico , si procura i medicinali ( non ancora certificati)e li esporta negli States ricorrendo a vari travestimenti, un medico, un sacerdote, fonda il Dallas Buyers Club ,un'associazione in cui gli iscritti pagando una tassa associativa mensile, vengono forniti del necessario per curarsi. In questa sua attività è affiancato da Rayon un trans conosciuto all'ospedale che diventa suo socio in affari. La malattia, la lacerazione di una scadenza che incombe, costringe Ron a rivedere la sua vita e i suoi modi di pensare, si fa strada in lui una prospettiva più ampia, pronta ad accogliere chi è diverso da lui, messo al bando dagli amici ( si pensava fosse la malattia dei gay), conosce il mondo sconosciuto e doloroso della malattia, guardandola in faccia e sfidandola, cercando di rimanere in sella il più a lungo possibile. Con questo non è che si voglia dare un'immagine agiografica al protagonista, niente di più sbagliato, Ron mantiene il suo carattere spaccone e insolente di sempre, i suoi modi rudi e irriverenti, è sulla stessa barca di chi sta come lui e cerca di non affondare. Ovviamente le lobby delle case farmaceutiche, il business della malattia è presente nel film di Vallèe, siamo negli anni 80, epoca in cui l'esplosione/implosione dell'HIV, definita “ la peste del nuovo millennio”è tema dibattuto e discusso, si è insistito sull'importanza dei rapporti sessuali protetti, era diventata uno spauracchio, con un'informazione a dir poco terroristica, Ad oggi, anche se i casi di contrazione del virus e di contagio, sono diminuiti, la soglia di ammalarsi rimane comunque alta e il profitto delle industrie farmaceutiche pure.
L'interpretazione diMattehew Mc Conaughey è ottima e convincente, tanto da essere riuscito a strappare la statuetta a Leonardo di Caprio, forse anche per merito dei molti kg persi per esigenze di copione ( non sono bastati però a Christian Bale in “L'uomo senza sonno” che è un film notevole con altrettanto notevole recitazione). L'attore texano, biondo e dall'occhio azzurro, noto perlopiù per le commedie sentimentali ( anche se tra la sua filmografia lo ricordiamo nel breve ma significativo ruolo del broker onanista di “The wolf of Wall Street), si consacra interprete di livello. E' un film denuncia quello del regista canadese, ma non solo, che non scade nella lacrima facile e preconfezionata, nonostante il tema forte, ma che centralizza la figura di Ron , ne ritaglia la sua figura contradditoria, di uomo tenace , ma anche esausto e arrabbiato, di uomo che ha voglia di giustizia , ma che è anche profondamente illegale, e lo fa con nitida consapevolezza, ne traccia il percorso di crescita di chi impara a vivere quando la vita è agli sgoccioli, mantenendo un tono ironico e coinvolgente. Consigliatissimo.
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barone di firenze
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domenica 10 agosto 2014
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stupendo
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Il fatto che la storia sia vera non deve far pensare ad un minestrone riscaldato, in questo film c'è la condanna all'ignoranza che di conseguenza porta all'omofobia e quindi, che l'HIV sia la naturale conseguenza di una maledizione divina dovuto solo a chi ha avuto rapporti omosessuali, infatti, il nome di Rock Hudson viene nominato più volte. Ma non è cosi il protagonista è un etero sessuale all'ennesima potenza tendente ad eccedere in tutto: donne, alcool e droghe più o meno pesanti, insomma il vero macho, ma il virus contrariamente a quello che si diceva all'epoca lo colpisce ugualmente e naturalmente ancora una volta l'ignoranza la fa da padrona e lo allontana dai bagordi effettuati con gli amici di sempre; solo il poliziotto gli rimane amico ma lo era da sempre e dopo la cura data a suo padre contro l'Alzaimer lo diventa ancora di più.
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Il fatto che la storia sia vera non deve far pensare ad un minestrone riscaldato, in questo film c'è la condanna all'ignoranza che di conseguenza porta all'omofobia e quindi, che l'HIV sia la naturale conseguenza di una maledizione divina dovuto solo a chi ha avuto rapporti omosessuali, infatti, il nome di Rock Hudson viene nominato più volte. Ma non è cosi il protagonista è un etero sessuale all'ennesima potenza tendente ad eccedere in tutto: donne, alcool e droghe più o meno pesanti, insomma il vero macho, ma il virus contrariamente a quello che si diceva all'epoca lo colpisce ugualmente e naturalmente ancora una volta l'ignoranza la fa da padrona e lo allontana dai bagordi effettuati con gli amici di sempre; solo il poliziotto gli rimane amico ma lo era da sempre e dopo la cura data a suo padre contro l'Alzaimer lo diventa ancora di più. In Ospedale conosce un transgen che inizialmente odia per il suo essere diverso, poi però diventa con lui socio d'affari e il loro incontro finisce con un commovente abbraccio fra i due. Morale del film in contrapposizione alle multinazionali farmaceutiche e la diagnosi che gli dava solo 30 giorni di vita, il protagonista si mette alla ricerca di cure alternative che inzialmente trova in Mexico, ma poi finisce per girare il mondo in lungo e in largo per trovare sempre più prodotti sperimentali. La ricerca del farmaco risolutore inizia come un businnes ma finisce con una missione vera e propria, insomma un film che mette il dito sulla piaga sull'omofobia dettata dall'ignoranza. Gli attori Matthew Mc Counaghey e Jarret Leto danno a questo film una carettarizzazione eccezionale e grazie ai truccatori e agli sforzi per dimagrire danno alle scene una toccante vericidità, Leto nella scena finale con il padre e quando grida che non vuole morire strappa veramente il cuore. La Jennifer Garner scompare davanti a questi due mostri e un'attrice da fiction (Alias) e tale rimane li è brava. Bravi anche i comprimari: l'avvocato, il poliziotto, gli amici omofobi come è eccezionale l'attore che interpreta il medico radiato che operava in Mexico. Film assolutamente da vedere, naturalmente a mio giudizio.
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xeno flush
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mercoledì 23 luglio 2014
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un film del(l'attore) protagonista
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Racconto crudo di una malattia, l'AIDS, e di una realtà crudele, che cerca di abbattere le barriere più pericolose, quelle della mente create dai pregiudizi. A tener in piedi o forse quasi a trascinare tutto ciò, un esemplare Matthew McConaughey, spalleggiato da una fantastica interpretazione di Jared Leto molto più incisivo di una timida Jennifer Garner. L'interpretazione del protagonista, Ron Woodroof, da parte di McConaughey è l'anima e il corpo del film, perchè gli da quella marcia in più senza la quale, forse, sarebbe risultato troppo piatto e monotono.
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Racconto crudo di una malattia, l'AIDS, e di una realtà crudele, che cerca di abbattere le barriere più pericolose, quelle della mente create dai pregiudizi. A tener in piedi o forse quasi a trascinare tutto ciò, un esemplare Matthew McConaughey, spalleggiato da una fantastica interpretazione di Jared Leto molto più incisivo di una timida Jennifer Garner. L'interpretazione del protagonista, Ron Woodroof, da parte di McConaughey è l'anima e il corpo del film, perchè gli da quella marcia in più senza la quale, forse, sarebbe risultato troppo piatto e monotono. D'altra parte lo sfondo sociale e culturale di quegl'anni è reso in maniera abbastanza fedele. Il drastico cambiamento interiore del protagonista, causato dalla malattia e dalla consapevolezza di non aver più molto tempo da vivere, lo portano quasi ad una catarsi inconsapevole, in cui cerca, contro tutto e tutti, di aiutare i tanti sfortunati affetti dall'AIDS, attraverso il contrabbando di medicinali e fondando il Dallas Buyers Club. In definitiva, storia guardata prettamente dagli occhi del testardo protagonista, che non lascia spazio ad altre interpretazione ma che ci mette nei suoi panni e ci fa porre delle domande a noi stessi.
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astromelia
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domenica 13 luglio 2014
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ottimo film da storia vera
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a mio giudizio questo film è migliore di 12 anni schiavo,in lizza agli oscar,almeno a me ha donato più dell'altro,il pregio di non perdere mai il ritmo della storia fa sì che tenga lo spettatore assorto nella descrizione,impressionante mcconaughey nel suo trasformismo/trasmutarsi e grandissimo jared leto,artista a 360 gradi che io amo e già ammirato in mr, nobody, mai dato al grande pubblico italiano ma che reputo un capolavoro,comunque bel film da vedere assolutamente non fosse altro perchè la storia è stata reale e vissuta.
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