Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Flora Lau |
Attori | Carina Lau, Chen Kun . |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 18 settembre 2013
Diretto da Flora Lau, Bends racconta la storia d'amore tra una donna ricca e il suo autista.
CONSIGLIATO NÌ
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A Hong Kong faticano tutti. Fatica una ricca signora e fatica il suo autista. La prima si ritrova da un momento all’altro sola, dopo la scomparsa del marito e l’annullamento di tutte le carte di credito, costretta a cominciare a rivedere la propria vita. Il secondo lavora ad Hong Kong ma ha la moglie in Cina, incinta di un secondo figlio che non potrà partorire lì ma nemmeno portare ad Hong Kong attraversando il confine, perchè residente nell’altra parte della nazione.
Esiste in Bends una zona franca: l’automobile. È quella in cui le due trame si incrociano, nella quale, benchè l’educazione e il protocollo mantenga fisso il rapporto tra classi, una storia di povertà e impossibilità a scavalcare le regole dello stato e un’altra di ricchezza e impossibilità nello scavalcare regole sociali, si uniscono nel tentativo muto di salvarsi a vicenda.
L’idea centrale di Flora Lau è tutta qui, perchè per il resto il suo film racconta con poca inventiva e altrettanta poca passione i due drammi speculari. Tutto il contrario sia della forza eversiva (pur all’interno delle regole della censura di regime) che della compassata audacia emotiva che sono le caratteristiche più evidenti del miglior cinema drammatico proveniente dall’Asia.
Benchè sia chiaro l’intento di mostrare come anche il luogo più avanzato della Cina sia in realtà un posto pieno di difficoltà e contraddizioni, raccontando cosa avvenga intorno al suo confine, la forma e il ritmo scelti dalla regista mancano l’appuntamento con l’indignazione, la compassione o l’emozione. Bends vuole essere in più momenti un road movie cittadino che porta i suoi protagonisti in giro chiedendo aiuto, cercando rimedi e tentando inganni, in modo da mostrare il paesaggio tanto quanto i personaggi. Peccato che lo sguardo di Flora Lau sia sempre un passo indietro, come se in ogni situazione si concentrasse sugli elementi meno interessanti.
La cosa è molto evidente nel finale, quando un ultimo gesto estremo e disperato, condito di aiuto e umanità lancia quello sprazzo di speranza e vero cinema che era atteso dall’inizio, ma è davvero troppo poco, troppo tardi.
Con la moglie in attesa del secondo figlio nella Shenzhen della restrittiva politica demografica cinese, il giovane Fai è costretto a racimolare la somma che consentirebbe alla moglie di partorire nella confinante e più libertaria Hong Kong. Gli verrà in soccorso l'annoiata e ricca signora per cui lavora come autista, allorchè quest'ultima attraversa una condizione [...] Vai alla recensione »