Anno | 2011 |
Genere | Docu-fiction, |
Produzione | Italia |
Durata | 67 minuti |
Regia di | Mateo Zoni |
Attori | Paola Pugnetti, Giada Meraglia, Marcella Diena, Eleonora Deidda, Marco Romeo Laura Polito, Stefano Bardi, Eleonora Rizzi, Giancarlo Pugnetti, Mina Bettache, Mirko Salati, Dante Pugnetti, Fousia Bettache, Mohammed Bettache, Fabio Vanni, Alessandro Nidi. |
Uscita | venerdì 4 maggio 2012 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 3,07 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 novembre 2017
Presentato alla 29a edizione del Torino Film Festival, un film intenso sulle difficoltà di una ragazza disadattata che sta per compiere diciotto anni.
CONSIGLIATO SÌ
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Paola sta per compiere 18 anni e negli ultimi quattro è stata ospite in una comunità lontana dalla famiglia. Fa ritorno a casa solo per brevi periodi. Figlia di un contadino emiliano e di una donna marocchina è cresciuta tra due culture. Ora deve cominciare a guardare al suo futuro che vorrebbe felice.
"Giuro che io salverò la delicatezza mia / la delicatezza del poco e del niente / del poco poco, salverò il poco e il niente / il colore sfumato, l'ombra piccola / l'impercettibile che viene alla luce / il seme dentro il seme, il niente dentro/ quel seme. Perché da quel niente/ nasce ogni frutto. Da quel niente/ tutto viene". Con questi versi di Mariangela Gualtieri (da 'Giuro per i miei denti da latte' nel libro "Senza polvere, senza peso" edito da Einaudi) trasformati in canto si apre un film che prende spunto da uno spettacolo teatrale per affondare lo sguardo in una realtà che va sfiorata con la leggerezza di un battito di ciglia.
Mateo Zoni sa come posizionare una telecamera che sia capace di svelare non dimenticando mai il rispetto per i soggetti ripresi. Perché Paola, la giovane protagonista, sta compiendo un percorso di recupero da una profonda depressione. Ogni minimo ostacolo rischia di farla arretrare in maniera pericolosa. Zoni ce la rivela sapendo attendere. Lo spettatore non ha alcuna informazione preliminare su di lei e sulle sue compagne di comunità. Non ci sono cartelli esplicativi né voci off a descriverci dove la ragazza si trovi o perché sia lì.
Sarà lei, con il suo volto capace di illuminarsi e di rabbuiarsi nell'arco di tempo di pochi secondi, ad aprirci (con la delicatezza di cui sopra ma anche con scatti di ribellione adolescenziale) le porte della sua storia e a farci comprendere cosa stava alla base del suo autolesionismo (che talvolta tuttora riemerge). È un'ulidi (che in Marocco significa 'piccola mia') che necessita di cure come una pianta fragile ma che non ha rinunciato a cercare di affondare le radici in un terreno più solido di quello che le è toccato in sorte.
In un'epoca di pessimismo cosmico opere come questa ci ricordano che una luce in fondo ai tunnel individuali può esserci e può essere raggiunta. Senza happy end posticci ma anche senza arrendersi a priori a una comoda (per chi non vive i problemi) ineluttabilità.
ULIDI PICCOLA MIA disponibile in DVD o BluRay |
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Una comunità accoglie Paola (Ulidi) malata di depressione (la figura centrale del film) i medici, i giovani volontari e altre due ragazze malate. Sull’indimenticabile scia di “Matti da slegare” di Bellocchio, questo regista esordiente costruisce un lungometraggio a metà tra il docu - fiction e il film - inchiesta, non privandosi di sezioni di pura visione (le migliori). [...] Vai alla recensione »
Ospitata in una casa famiglie, dopo l’ospedalizzazione e due tentativi di suicidio, Paola, non ancora 18 anni, cerca di curarsi e di imparare un mestiere. La camera in alta definizione ne segue (senza un’idea troppo decisa di regia) la quotidianità fatta di pasti, sigarette nervose, aggressività tenuta a bada. Fino alla visite nella campagna parmigiana a casa dei genitori (padre emiliano, madre marocchina) [...] Vai alla recensione »