ralphscott
|
lunedì 16 gennaio 2012
|
davvero così estremo?
|
|
|
|
Shame é per me un film meno radicale di quanto ai più potrebbe apparire. Parla di difficoltà relazionali,di superficialità dei rapporti umani. Di chi ad approfondire non ci prova più o non ci ha mai provato. All'uscita una signora anziana mi ha chiesto se m'era piaciuto. Al mio si era felice piacesse anche ai "giovani" (lei 80enne,io 40). Lo ha visto come la rappresentazione di una patologia,non come una storia verosimile,solo drammatizzata,come l'ho vista io. Poi tra me ho pensato:quando la signora era ragazza l'incomunicabilità era meno evidente perché c'eran meno contatti,minor possibilità di incontrarsi. Due scene mi han toccato più di altre,entrambe con i due fratelli,soli. Lei gli chiede davanti alla tv di abbracciarla.
[+]
Shame é per me un film meno radicale di quanto ai più potrebbe apparire. Parla di difficoltà relazionali,di superficialità dei rapporti umani. Di chi ad approfondire non ci prova più o non ci ha mai provato. All'uscita una signora anziana mi ha chiesto se m'era piaciuto. Al mio si era felice piacesse anche ai "giovani" (lei 80enne,io 40). Lo ha visto come la rappresentazione di una patologia,non come una storia verosimile,solo drammatizzata,come l'ho vista io. Poi tra me ho pensato:quando la signora era ragazza l'incomunicabilità era meno evidente perché c'eran meno contatti,minor possibilità di incontrarsi. Due scene mi han toccato più di altre,entrambe con i due fratelli,soli. Lei gli chiede davanti alla tv di abbracciarla. Lui le vomita addosso dure accuse,che gente come lei passa la vita a far errori ed a scusarsi. Ecco,in quell'istante é netta la sensazione che il protagonista stia parlando di se stesso. Quando invece corre ad aiutarla trovandola coi polsi tagliati,il sonoro viene sospeso. E tutta la sequenza acquista la straordinaria veridicità dei film muti. Sceneggiatura essenziale,immagini liriche e crude. Degna chiusura é la sospensione del desiderio sul metrò,la rinuncia sofferente,forse inutile
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|
|
d'accordo? |
|
tiamaster
|
lunedì 16 gennaio 2012
|
intenso e memorabile
|
|
|
|
Memorabile.ecco il riassunto del film.Pochissimi già conoscevano steve McQueen (il suo primo film,hunger,in Italia non e' stato distribuito),e quelli che non lo conoscono in questo intenso film rimarranno meravigliati (come me) nella bravura del regista di trattare nella maniera giusta e con grande stile un film non facile da realizzare,sopratutto per le tematiche trattate.Delicato e feroce allo stesso tempo,shame e' un film che si avvale di recitazione impeccabili,primo fra tutti Michela Fassbender,e Carrey Mulligan,che con un semplice canto di "New York York New York" dice tutto sulla persona da lei interpretata,straordinario,memorabile e mai banale.
|
|
[+] lascia un commento a tiamaster »
[ - ] lascia un commento a tiamaster »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
lunedì 16 gennaio 2012
|
quando la crisi è estrema e porta ad una forma di
|
|
|
|
Film sulla profonda crisi esistenziale dell'uomo (newyorkese) del secondo millenio a cui, sembra, non esserci via di d'uscita se non, forse, dopo un evento altamente drammatico. La società della città di New York qui ricorda lontanamente quella della crisi dei valori descritta nel romanzo (e film) di Jay Mc Inerney "Le mille luci dei New York" dove però il "riscatto" appariva più probabile. Molto bravo l'attore Michael Fassbender (giustamente premiato a Venezia come miglior attore maschile) in un ruolo che avrebbe potuto essere interpretato da Jeremy Irons, ovviamente in età giovanile. Degna di nota anche Carey Mulligan nel ruolo della fragile sorella Sissy.
[+]
Film sulla profonda crisi esistenziale dell'uomo (newyorkese) del secondo millenio a cui, sembra, non esserci via di d'uscita se non, forse, dopo un evento altamente drammatico. La società della città di New York qui ricorda lontanamente quella della crisi dei valori descritta nel romanzo (e film) di Jay Mc Inerney "Le mille luci dei New York" dove però il "riscatto" appariva più probabile. Molto bravo l'attore Michael Fassbender (giustamente premiato a Venezia come miglior attore maschile) in un ruolo che avrebbe potuto essere interpretato da Jeremy Irons, ovviamente in età giovanile. Degna di nota anche Carey Mulligan nel ruolo della fragile sorella Sissy.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
marezia
|
domenica 15 gennaio 2012
|
brian77,
|
|
|
|
perché "finto"? Quanti Brandon esistono? Il film è una fotografia di una realtà non rara...
|
|
[+] lascia un commento a marezia »
[ - ] lascia un commento a marezia »
|
|
d'accordo? |
|
riccardo t.
|
domenica 15 gennaio 2012
|
prigione del bisogno
|
|
|
|
il film mi ha veramente sconvolto. Credo mai un film ha ritratto la tematica del sesso in modo così violento, brutale, ossessivo; perfetta metafora di un bisogno malato,una droga quasi necessario alla vita come fosse mangiare o dormire, che porta alla inevitabile distruzione fisica e psichica.
Shame non ha una vera e propria trama, è un viaggio nella vita di Brandon, perfetto benestante newyorchese in apparenza felice, ma che nasconde una malattia che li impedisce di vivere, di avere relazioni che non vadano oltre un piacere materiale-meccanico, un'uomo solo che ha dimenticato come realzionarsi correttamente, questa dualità del personaggio, è accomapagnnata dal film stesso, pulito,asciutto,minimalista con pochi dialoghi e lunghi ciak, grande visivamente, quasi freddo nella messa in scena,elegantemente curato che però sostiene immagini soffocanti,oppressive, a volte insostenibili; corpi e volti imprigionati in una spirale senza via d'uscita.
[+]
il film mi ha veramente sconvolto. Credo mai un film ha ritratto la tematica del sesso in modo così violento, brutale, ossessivo; perfetta metafora di un bisogno malato,una droga quasi necessario alla vita come fosse mangiare o dormire, che porta alla inevitabile distruzione fisica e psichica.
Shame non ha una vera e propria trama, è un viaggio nella vita di Brandon, perfetto benestante newyorchese in apparenza felice, ma che nasconde una malattia che li impedisce di vivere, di avere relazioni che non vadano oltre un piacere materiale-meccanico, un'uomo solo che ha dimenticato come realzionarsi correttamente, questa dualità del personaggio, è accomapagnnata dal film stesso, pulito,asciutto,minimalista con pochi dialoghi e lunghi ciak, grande visivamente, quasi freddo nella messa in scena,elegantemente curato che però sostiene immagini soffocanti,oppressive, a volte insostenibili; corpi e volti imprigionati in una spirale senza via d'uscita. Neanche un'aiuto esterno, dolce e affettuoso come quello di una sorella che comprende il dolore fraterno può fermare la discesa di Brandon, consapevole ma impotente e inerme davanti alla propria condizione, incapace anche di riconoscere una mano amica, un rapporto normale,umano che non sia di un rapporto fisico, che blocca il vivere. Il finale,ambiguo forse, non lascia speranze.
Michael Fassbender, è semplicemente immenso nella sua frustrazione,diseprazione, nel capire che non c'è nulla da fare nonostante abbia coscienza del suo mal d'essere. Carey Mulligan, meravigliosa angelo custode mancato, che dà ma non riceverà.
Veramente, strepitoso film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riccardo t. »
[ - ] lascia un commento a riccardo t. »
|
|
d'accordo? |
|
stefano pariani
|
domenica 15 gennaio 2012
|
sesso e disperazione a tinte fredde
|
|
|
|
Brandon (Michael Fassbender) è un fascinoso trentenne in carriera che vive a New York e trascorre ogni sua giornata alla costante ricerca di sesso e appagamento fisico con prostitute, siti on line pornografici, riviste hard e masturbazioni sia fra le mura di casa che nella toilette dell'ufficio. Qualsiasi momento è quello giusto, perchè Brandon non pensa ad altro: il suo sguardo è come perso e sul suo volto non splende il sorriso, ma c'è una maschera di freddezza che cela un'inquietudine interiore che forse neanche lui sa spiegare. Persino il tentativo di una storia amorosa con una collega di lavoro naufraga nel momento in cui al sesso s'uniscono l'intimità e la complicità.
[+]
Brandon (Michael Fassbender) è un fascinoso trentenne in carriera che vive a New York e trascorre ogni sua giornata alla costante ricerca di sesso e appagamento fisico con prostitute, siti on line pornografici, riviste hard e masturbazioni sia fra le mura di casa che nella toilette dell'ufficio. Qualsiasi momento è quello giusto, perchè Brandon non pensa ad altro: il suo sguardo è come perso e sul suo volto non splende il sorriso, ma c'è una maschera di freddezza che cela un'inquietudine interiore che forse neanche lui sa spiegare. Persino il tentativo di una storia amorosa con una collega di lavoro naufraga nel momento in cui al sesso s'uniscono l'intimità e la complicità. Per di più ha una sorella (Carey Mulligan) che gli piomba in casa, portando con sè la sua dose di problemi, visto che, a differenza del fratello, è alla disperata ricerca d'amore, ma sfortunatamente non riesce ad avere relazioni stabili. La sua presenza e la sua ricerca d'affetto stridono con la personalità di Brandon che non nasconde la sua insofferenza nell'averla a casa. Con tutto questo peso comincia per Brandon una sorta di calvario che lo porta negli abissi di una notte newyorkese persa tra provocazioni e cazzotti in un bar di quartiere, labirinti dark di un locale gay e sesso con due prostitute di bassa lega, fino ad una sorta di catarsi finale, simbolicamente rappresentata da un pianto sotto la pioggia. Fassbender, coppa Volpi all'ultima mostra di Venezia, è bravo a rendere la freddezza esteriore del personaggio e tutto il fardello di disperazione che porta dentro, perchè Brandon non prova gioia nella conquista delle donne e nel possederle, ma vive la sua dipendenza come una prigione, un vortice nel quale è perso e che gli fa perdere il contatto con tutti gli altri aspetti della vita e delle cose più vere. I colori freddi e grigi della pellicola, le linee algide ed essenziali delle architetture e dell'appartamento di Brandon sono funzionali alla storia, così come ogni inquadratura di nudità o scena di sesso non è gratuita e fine a stessa. Nessuno scandalo, quindi, e nessuna oscenità. Si resta solo con la voglia di sapere un po' di più Brandon, di scavare un po' di più nella sua anima, di trovare un perchè e forse di vedere sullo schermo un guizzo di regia in più. Vien da chiedersi cosa ne avrebbe fatto Aronofsky. Probabilmente sono questi i limiti di un film che mostra senza andare troppo a fondo, osa senza turbare veramente ed ha un finale costruito a tavolino. Da antologia la sequenza iniziale in metropolitana con il dialogo di sguardi tra Fassbender, fermo e magnetico, e una giovane donna, dapprima sfuggente e compiaciuta e poi catturata come una preda.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano pariani »
[ - ] lascia un commento a stefano pariani »
|
|
d'accordo? |
|
renato volpone
|
sabato 14 gennaio 2012
|
la morte dei sentimenti
|
|
|
|
Il film e' durissimo e racconta dell'incapacità di oggi di vivere sane relazioni umane. Il mondo del consumismo, anche sessuale, dell'individualismo, dell'era digitale, isola le persone impossibilitandole a costruire relazioni sociali, amicali, affettive di un certo rilievo. Brandon e sissy, fratello e sorella, vivono questo distacco sofferente, amandosi e odiandosi, ricercando uno il contino sfogo sessuale e l'altra surrogati disastrosi di relazioni affettive. Si riabbracceranno dolorosamente nel dramma senza davvero incontrarsi mai col cuore: "non siamo cattivi, veniamo da un posto cattivo". film grandioso, ma non per tutti, sfrontato, sessualmente disinibito, pochi dialoghi ma profondi, bellissima la musica, grandiosa la versione di "new York new York" cantata da sissy.
[+]
Il film e' durissimo e racconta dell'incapacità di oggi di vivere sane relazioni umane. Il mondo del consumismo, anche sessuale, dell'individualismo, dell'era digitale, isola le persone impossibilitandole a costruire relazioni sociali, amicali, affettive di un certo rilievo. Brandon e sissy, fratello e sorella, vivono questo distacco sofferente, amandosi e odiandosi, ricercando uno il contino sfogo sessuale e l'altra surrogati disastrosi di relazioni affettive. Si riabbracceranno dolorosamente nel dramma senza davvero incontrarsi mai col cuore: "non siamo cattivi, veniamo da un posto cattivo". film grandioso, ma non per tutti, sfrontato, sessualmente disinibito, pochi dialoghi ma profondi, bellissima la musica, grandiosa la versione di "new York new York" cantata da sissy. Fotografia e sceneggiatura veramente al top. Da non perdere per chi ama sondare l'animo umano anche nelle situazioni più borderline, che diventano sempre più diffuse e quotidiane.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a renato volpone »
[ - ] lascia un commento a renato volpone »
|
|
d'accordo? |
|
brian77
|
sabato 14 gennaio 2012
|
finto
|
|
|
|
Tutto algido e calcolato al millimetro come in uno spot pubblicitario. Film modaiolo di finta profondità: accattivante, ma si esaurisce in superficie. Era fasullo Hunger, è fasullo anche questo - benché in questo caso l'essere fasullo sia meno sgradevole.
|
|
[+] lascia un commento a brian77 »
[ - ] lascia un commento a brian77 »
|
|
d'accordo? |
|
irene
|
venerdì 13 gennaio 2012
|
sotto la pelle
|
|
|
|
Non ci si rende conto subito di quello che ti fa questo film. Non ci si rende conto subito che ti entra sotto la pelle e lì lavora, ti scava, ti tormenta. Si è letto da più parti che "Shame" non è all'altezza di "Hunger". Non sono d'accordo, è semplicemente un altro film. Era straordinario il primo, lo è anche questo. Dove là c'erano colori grigi e staticità, qui c'è una città che brilla, anche di notte, con i suoi locali notturni, i ristoranti, gli alberghi e gli appartamenti asettici. In "Hunger" c'era un uomo forte prigioniero fra delle mura, qui c'è un uomo fragile e disperato prigioniero del suo corpo.
[+]
Non ci si rende conto subito di quello che ti fa questo film. Non ci si rende conto subito che ti entra sotto la pelle e lì lavora, ti scava, ti tormenta. Si è letto da più parti che "Shame" non è all'altezza di "Hunger". Non sono d'accordo, è semplicemente un altro film. Era straordinario il primo, lo è anche questo. Dove là c'erano colori grigi e staticità, qui c'è una città che brilla, anche di notte, con i suoi locali notturni, i ristoranti, gli alberghi e gli appartamenti asettici. In "Hunger" c'era un uomo forte prigioniero fra delle mura, qui c'è un uomo fragile e disperato prigioniero del suo corpo. E prigioniero di sè stesso, anche, del non riuscire a dare niente di sè agli altri.
Non è necessario dire niente di più della trama, credo che ognuno la scoprirà da solo e le parole tolgono intensità a quello che le immagini rendono così bene. Si può pensare che non è una storia comune, quella di Brandon, forse sotto alcuni punti di vista non lo è, ma l'incapacità di saper comunicare con gli altri, di saper esternare i propri sentimenti o di farlo nella maniera sbagliata, questo sì, questo succede ogni giorno. E non si può che commuoversi e piangere per Brandon e sua sorella Sissy, per queste due povere anime perse che vengono da una stessa, triste storia, che reagiscono in maniera diversa, che potrebbero aiutarsi l'un l'altro se solo riuscissero a trovare dentro di loro un qualche indizio su come farlo.
Realizzato con grandissima maestria da Steve McQueen, con alcuni dei suoi lunghi piani sequenza, ma questa volta con una musica coinvolgente, che ti entra dentro e ti distrugge, il film è realizzato con grandissima eleganza, nonostante il soggetto difficile e scabroso. Molto brava Carey Mulligan, ma Fassbender è meraviglioso, non ci sono altri modi per descriverlo, meraviglioso e sublime. McQueen lo sa, lo segue ovunque, gli sta addosso nelle scene di sesso così come nelle corse notturne per New York o nel percorso dell'ascensore fino a casa. Sa che lo può fare, perchè se la perfezione ha un nome, questo è Michael Fassbender.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a irene »
[ - ] lascia un commento a irene »
|
|
d'accordo? |
|
gianluca guzzo
|
domenica 1 gennaio 2012
|
bello
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a gianluca guzzo »
[ - ] lascia un commento a gianluca guzzo »
|
|
d'accordo? |
|
|