Kentut

Film 2011 | Commedia 85 min.

Regia di Aria Kusumadewa. Un film con Deddy Mizwar, Keke Soeryo, Cok Simbara, Ira Wibowo, Iis Dahlia, Zairin Zain. Genere Commedia - Indonesia, 2011, durata 85 minuti.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 11 aprile 2012

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Satira politica indonesiana.
a cura della redazione
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Due anni fa, il pubblico di Udine ha scoperto con Identitas l'idiosincratico talento di Aria Kusumadewa, uno dei più interessanti e insoliti registi del cinema indonesiano contemporaneo. In quel dramma tinto di commedia grottesca, il regista rifletteva sulla condizione sociale ed esistenziale di coloro che sono talmente poveri o emarginati, anche per ragioni etniche, da non avere nemmeno titolo ad un'identità. Combinando ancora una volta generi divaricati e mescolando serio e faceto, Aria Kusumadewa torna alla ribalta del Far East Film con la più tranciante satira politica prodotta in Indonesia negli ultimi anni. Tanto più esplosiva quanto più scurrile, giacché incentrata, letteralmente, come da titolo, sull'attesa di una scoreggia. Kentut si apre sulla cronaca ridanciana, ma del tutto plausibile e quasi realistica di uno scontro elettorale tra i candidati per la circoscrizione rurale di Kuncup Mekar. Lo scontro al secondo turno vede contrapposta la coppia favorita formata da Patiwa e Ki Orka contro i ruspanti Jasmera e Delarosa. Patiwa, candidata di estrazione borghese dai modi garbati e dai programmi realisti, punta allo sviluppo del territorio e del reddito locale basandosi sugli incentivi alla produzione agricola. L'estroverso e inarrestabile Jasmera, invece, basa la sua campagna su un populismo spinto che invita a "prima approfittare, pensare alle conseguenze dopo" e, in nome di un attacco frontale all'ipocrisia, prevede la legalizzazione di gioco d'azzardo e prostituzione, affinché i redditi legati a tali attività possano essere condivisi dalla collettività. La sua spalla Delarosa è una popolare cantante di dangdut, il folk indonesiano, il che garantisce di portare a casa i voti dei suoi fan e di trasformare i comizi di Jasmera in conviviali esibizioni canore e danzanti. Dopo un accesso faccia a faccia televisivo, Patiwa è vittima di un attentato. Ferita ad una spalla, viene prontamente portata in ospedale. La pallottola viene rimossa, ma affinché la si possa considerare rimessa e abile a continuare la campagna elettorale, i medici attendono che, sì, scoreggi. Di qui in poi Kentut prende le pieghe più inaspettate. Quel che si andava profilando come una satira politica piuttosto lineare si frammenta nei tasselli di un mosaico scomposto, ma effervescente e vitalmente contraddittorio, che pare voler restituire quanto più possibile un'immagine composita di diversi aspetti del vivere collettivo in Indonesia. Nuovamente, Aria Kusumadewa (che si ritrae nel film spiritosamente in una scimmietta testimone degli eventi chiamata appunto Aria) ci introduce nell'ambiente ospedaliero attraverso un accurato piano sequenza, com'era già accaduto in Identitas, e ciò ci rimanda alla pesante denuncia del pressapochismo e corruzione delle istituzioni sanitarie in quel film. Poi, però, assistiamo pure ad una scoperta parodia del ruolo che le molteplici religioni presenti nel paese ricoprono nel tessuto sociale - nonché nell'azione politica. E, come già in Identitas, Aria Kusumadewa non dimentica di regalare spazio ad una serie di ritratti di piccola gente comune, sempre tra il dramma e la commedia. Da questo accidentato andirivieni tra situazioni, registri e personaggi, emerge un altro affresco non riconciliato di un paese "incasinato", difficile e tormentato, ma pieno di dinamismo e di umanità. Cantore appassionato e originale dell'Indonesia contemporanea, Aria in Kentut si diverte anche ad utilizzare il suo produttore e complice Deddy Mizwar in un sapido countercasting. Amatissimo in patria per i suoi ruoli di eroe di tutti i giorni, paladino dei valori tradizionali, e produttore di film intrisi di sani valori morali e religiosi, Deddy Mizwar qui gigioneggia memorabilmente nel ruolo tutt'altro che monodimensionale del bonariamente mefistofelico Jasmera. Un personaggio sfuggente, emblema di un film inclassificabile e che non lascia certo indifferenti.

Di Paolo Bertolin, tratto dal catalogo Far East Film Festival 14

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