trama
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martedì 23 marzo 2010
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quel pasticciaccio brutto a milano
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Film faticoso , inutile, pedantemente estetizzante. Sono in totale disaccordo con la critica benevola che vede in questo cocktail di esibizionismo borghese un'eco degli interni viscontiani.
Il primo tempo si potrebbe intitolare "come ti organizzo la cena luxury " il secondo " focus sulla natura ...anche dei nostri peccati" .Statico , pedante , poco credibile. Così composto in tutto da risultare provocatoriamente finto. Non mi perdo ad elencare le debolezze della trama , salvo che nel segnalare l'insulsaggine dei primi piani sugli insettini laboriosi, sulle pratoline e sulle foglioline verdi verdi che fanno da cornicetta alle capriole amorose della non più algida altoborghese Swinton ed al suo focoso cuoco (poteva essere diversamente, per uno che ti si presenta con la fiamma - anche se da cucina- in mano?).
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Film faticoso , inutile, pedantemente estetizzante. Sono in totale disaccordo con la critica benevola che vede in questo cocktail di esibizionismo borghese un'eco degli interni viscontiani.
Il primo tempo si potrebbe intitolare "come ti organizzo la cena luxury " il secondo " focus sulla natura ...anche dei nostri peccati" .Statico , pedante , poco credibile. Così composto in tutto da risultare provocatoriamente finto. Non mi perdo ad elencare le debolezze della trama , salvo che nel segnalare l'insulsaggine dei primi piani sugli insettini laboriosi, sulle pratoline e sulle foglioline verdi verdi che fanno da cornicetta alle capriole amorose della non più algida altoborghese Swinton ed al suo focoso cuoco (poteva essere diversamente, per uno che ti si presenta con la fiamma - anche se da cucina- in mano?). Regia degna di un volenteroso e poco pratico neofita. Se Guadagnino vuol fare il regista, ricominci dalla gavetta. E' un po' come in cucina: ci sono i pasticceri e poi i pasticcioni. Ed il suo film è proprio un pasticciaccio brutto.
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lorenzo paolini
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domenica 21 marzo 2010
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è più che noioso, è fastidioso
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Il Guadagnino ha scoperto l'acqua calda: che se esplode l'amore fra una donna più che matura ed un ragazzino, spesso arrivano i guai.
Stavolta i guai sono seri: ma più che i protagonisti, i guai li passano gli spettatori costretti a subire un'ora e mezza di ovvietà, di una trama prevedibile fin dai primi dieci minuti, con una musica che - nell'intento di essere angosciante - riesce solo ad infastidire.
Ma non solo con i rumori, questo pseudo regista (la sua più grande opera: Melissa P.)riesce a disturbare anche con la grafica delle didascalie e dei titoli, invasivi e volgari.
Insomma una vera tortura, non riscattata neppure dalle (abbondanti) visioni degli (scarsi) attributi fisici della Swinton a cui viene spontaneo attribuire lo stesso epiteto rivolto da Melanie Griffith a Sigourney Weaver in "Donna in carriera", che non ripeto per educazione, ma che è rimasto nella storia del cinema.
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Il Guadagnino ha scoperto l'acqua calda: che se esplode l'amore fra una donna più che matura ed un ragazzino, spesso arrivano i guai.
Stavolta i guai sono seri: ma più che i protagonisti, i guai li passano gli spettatori costretti a subire un'ora e mezza di ovvietà, di una trama prevedibile fin dai primi dieci minuti, con una musica che - nell'intento di essere angosciante - riesce solo ad infastidire.
Ma non solo con i rumori, questo pseudo regista (la sua più grande opera: Melissa P.)riesce a disturbare anche con la grafica delle didascalie e dei titoli, invasivi e volgari.
Insomma una vera tortura, non riscattata neppure dalle (abbondanti) visioni degli (scarsi) attributi fisici della Swinton a cui viene spontaneo attribuire lo stesso epiteto rivolto da Melanie Griffith a Sigourney Weaver in "Donna in carriera", che non ripeto per educazione, ma che è rimasto nella storia del cinema.
Le altre scoperte di questo geniale autore: la ricchezza, il potere e l'etica non vanno d'accordo. L'eroe, puro, pulito, sognatore spesso soccombe.
E così via.
Sarebbe interessante approfondire se questa pellicola ha ricevuto contribuzioni pubbliche.
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[+] idem
(di zadie73)
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(di adri19)
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algernon
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sabato 20 marzo 2010
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film inutile
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inutili ricercatezze stilistiche per una storia di nessun interesse. un mondo a parte, opulento e chiuso in se stesso, che non merita l'attenzione da parte dello spettatore. il regista avrebbe potuto dedicare le sue fatiche ad altro.
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yossarian
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sabato 13 marzo 2010
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non un capolavoro, ma...
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Ero in sala a Venezia quando è stato presentato e bersagliato da fischi e contestazioni immeritati. Il film è uno dei più belli che questo paese ha prodotto negli ultimi anni. Un'appassionante storia d'amore all'interno dell'alta borghesia industriale, sempre in bilico tra problemi personali e drammi sociali. Una regia imperfetta ma audace. Il film punta altissimo (il riferimento, ovviamente, è Visconti) e quasi riesce nella creazione di un capolavoro di direzione. Peccato per qualche sbavatura qui e lì, specie nella sceneggiatura e in qualche sequenza un po' troppo metaforica. Sbavature decisamente perdonabili, vista l'alta qualità del film.
[+] poveri noi
(di cineman77)
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(di yossarian)
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[+] comunque hai visto poco
(di kronos)
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(di mau.bianchelli)
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[+] uno spettatore qualunque :)
(di yossarian)
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uolti
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venerdì 5 febbraio 2010
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peccato per la swinton
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Sceneggiatura banale e prevedibile ,dialoghi e colonna sonora spesso fuori tempo ,alcune sequenze soprattutto nel secondo tempo appaiono del tutto estranee alla gia' frammentaria struttura del film. Nonostante tutto salvo la Swinton e la fotografia .
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tenant
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mercoledì 9 settembre 2009
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allora perchè solo tre stelle?
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Ciao Marzia - mi chiedevo, se il film lo descrivi in modo così positivo (anche se dalla sintesi che fai non mi accende grande entusiasmo, e poi rivedere la Rohrwacher che 'veglia amorevole sulla felicità precaria' ce lo faccio a meno), perchè lo dai solo tre stelle? Io non l'ho visto, perciò non posso dire niente, ma...
(se non sei tu che decide le stelle, poi, chiedo scusa!)
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ludovica
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lunedì 7 settembre 2009
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pollice verso
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Appena visto alla Mostra di Venezia.Il film è pessimo, una sceneggiatura che non regge: errori grossolani. Ovvio che solo la bellezza e la bravura della Swinton non riescono a sorreggere il banale fardello...Inoltre è riconoscibile il tentativo di farla recitare il meno possibile per non farle studiare troppo l'italiano. E ...poi innervosisce la lontanza del mondo rappresentato dal resto d'Italia...appunto sembra proprio che il Guadagnino,l'Alberti & C. si siano fatti il film per loro stessi ed il loro entourage, perchè se ne parli in quel di Cortina o Santa Marinella, tra una Kelly di Hermès, un paio d'orecchini Damiani, una citazione sull'architettura razionalista o sull'arte futurista...tutto così giusto.
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Appena visto alla Mostra di Venezia.Il film è pessimo, una sceneggiatura che non regge: errori grossolani. Ovvio che solo la bellezza e la bravura della Swinton non riescono a sorreggere il banale fardello...Inoltre è riconoscibile il tentativo di farla recitare il meno possibile per non farle studiare troppo l'italiano. E ...poi innervosisce la lontanza del mondo rappresentato dal resto d'Italia...appunto sembra proprio che il Guadagnino,l'Alberti & C. si siano fatti il film per loro stessi ed il loro entourage, perchè se ne parli in quel di Cortina o Santa Marinella, tra una Kelly di Hermès, un paio d'orecchini Damiani, una citazione sull'architettura razionalista o sull'arte futurista...tutto così giusto...tutto on fashion...tutto così banale...e paradossalmente provinciale, piccolo piccolo.
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puntogira
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lunedì 7 settembre 2009
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si perde per strada
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Come decine di film francesi. Un soggetto intrigante. Un inizio interessante. Una prosecuzione tergiversante. E un finale demenziale. Come decine di film francesi, appunto. Si parte con l'annunciato quadretto: famiglia ricca e ultra-formale. Dopo un'ora dovrà pur succeder qualcosa? Ovosodo Gabbriellini, giovane 'maraglio' che sarebbe milanese di origine ligure ma ha l'accento livornese, si intrufola in casa fa innamorare la stagionata - ancorchè sfavillante - Tilda Swinton, signora di casa, aristocratico prodotto made in Russia. Mentre i due si avvinghiano nella di lui casa in campagna, in un quadro agreste ricco di primi piani sugli insetti, la figlia ribelle Rochwacher si taglia i capelli come un uomo (quindi è lesbica) e l'azienda che ha arricchito la famiglia, coi chiari di luna che ci sono va venduta al Bin Laden di turno.
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Come decine di film francesi. Un soggetto intrigante. Un inizio interessante. Una prosecuzione tergiversante. E un finale demenziale. Come decine di film francesi, appunto. Si parte con l'annunciato quadretto: famiglia ricca e ultra-formale. Dopo un'ora dovrà pur succeder qualcosa? Ovosodo Gabbriellini, giovane 'maraglio' che sarebbe milanese di origine ligure ma ha l'accento livornese, si intrufola in casa fa innamorare la stagionata - ancorchè sfavillante - Tilda Swinton, signora di casa, aristocratico prodotto made in Russia. Mentre i due si avvinghiano nella di lui casa in campagna, in un quadro agreste ricco di primi piani sugli insetti, la figlia ribelle Rochwacher si taglia i capelli come un uomo (quindi è lesbica) e l'azienda che ha arricchito la famiglia, coi chiari di luna che ci sono va venduta al Bin Laden di turno. Quasi due ore: è il momento del dramma. Ahi, che spigoli acuminati ha questa piscina. Resa dei conti tra la fedifraga e il padrone di casa: volume a palla - dimostrazione che si brancola nel buio - poi la confessione. "Amo Antonio". Una delle frasi più involontariamente comiche del cinema italiano. La Sala Darsena ride: io con lei. Occasione mancata.
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[+] occasione mancata de che?
(di antonella scafati)
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