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E venne il giorno |
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Un film di M. Night Shyamalan.
Con Mark Wahlberg, Zooey Deschanel, John Leguizamo, Betty Buckley, Frank Collison.
continua»
Titolo originale The Happening.
Fantascienza,
durata 91 min.
- USA, India 2008.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 12 giugno 2008.
MYMONETRO
E venne il giorno   
valutazione media:
2,83
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'INIZIO DELLA FINE
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| giovedì 30 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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...E venne il giorno della resa dei conti.Natura contro uomo. Paesaggio contro città.Una guerra tutt'altro che pacifica o tantomeno sussurata fra le righe; piuttosto una vera e proprio lotta all'ultimo sangue, più potente di mille eserciti, più spietata di mille combattimenti e governata da una logica esattamente rovesciata: la natura non ci uccide, ci porta ad ucciderci. Cosa esattamente vi sia alla base di questa "autodistruzione" comandata non lo sapremo mai, di sicuro essa è peggio di qualsiasi attacco terroristico, di un terremoto o di un uragano. Cosa ci porta alla morte è proprio la ragione per cui siamo persistiamo nella vita: le piante è come se anzichè produrre la fotosintesi clorofilliana originassero una tossina capace di portare il nostro cervello al più rapido modo di procacciarci la fine. Una trama da incubo, al pari delle storie un po' malate e da brivido alla Stephen King in l'Ombra dello Scorpione. Eppure qui la finzione non è anni luce lontana dalla realtà, qui la sfiora, la circonda, la attanaglia... e quel che è peggio e che pare prevederla. Elliott ed Alma sono due anime sole ritrovatesi in questo lungo viaggio di fuga da morte certa e come tutte le trame d'amore che si rispettino ritroveranno la scintilla proprio in questa cornice angosciante dove non è più esagerato o utopico pensare che possano essere gli ultimi uomini sulla faccia della Terra. Tutto in questo film di Shyamalan è a coronamento di quello che ormai si può dire sia il filo rosso dei suoi film: il rapporto uomo/natura, quanto sia importante che l'armonia fra queste due fazioni si ristabilizzi e che rinunci alla lotta, perchè, come ci dice questo suo piccolo capolavoro, la natura non è piegata o soggiogata al nostro volere solo perchè incapace di parlare o di prendere in mano una pistola; la natura scende direttamente in campo rompendo quella che per David Hume era l'uniformità delle leggi, cambiandone il sistema a suo favore. Elliott, docente di un college, tenta di trovare conforto nelle SUE leggi: quelle della matematica, della statistica, della deduzione di più dati confacenti all'esperienza, ma ogni volta che il suo ragionamento pare trovare un senso, ecco davanti l'elemento che prontamente lo smentisce.Nella bellissima scena in cui alcuni personaggi tentano di fuggire dal vento, l'uomo prende coscienza della sua impotenza, della sua piccolezza al cospetto del cosmo e come mai prima d'ora realizza di essere frutto di una natura ben più possente dei suoi marchigegni realizzati per millenni per modificarla a suo piacimento.La terra può parlarci, può farci intendere CON I FATTI che se solo volesse ci ritroveremmo tutti in pochi secondi nel giardino dell'Eden di Adamo ed Eva, soli, nel nostro peccato. Shyalaman si fa portatore salvifico (come già era accaduto in forma più velata nel precedente "Lady in the water") di una rinnovata comunicazione fra il mondo e i suoi abitanti, non per nulla è di fondamentale importanza la sequenza in cui Elliott parla alla pianta implorante per indurla a non fargli del male. Alma si chiede ad un tratto se questa sia la vera fine e ovviamente desidera che vi sia in quel momento accanto a sè l'uomo che ha sempre amato...ma come per magia la natura si placa, tutto da senza senso che è iniziato, finisce ma...non c'è nessuno lieto fine, nessun -e vissero felici e contenti-...perchè è solo l'inizio, è solo l'avvertimento dell'inizio della fine.
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