E venne il giorno

Shyamalan, pur con un protagonista, Valhbergh, che negli ultimi tempi ha sviluppato un'ottimo magnetismo (forse pensando meno ai muscoli e adoperndosi per migliorare la recitazione), sfodera, si fa per dire il suo peggior lavoro. In Signs soprattutto, e The Village, c'erano già tutti i segni di premoniori di un evidente calo di creatività. Pur riconoscendone la mano infatti, credo non siano neppure paragonabili ai suoi primi due lavori: 'Il sesto senso' e 'Unbreakable'. Due lavori che hanno veramente i connotati per essere annoverati fra il cinema con la C maiuscola; emozionante, geniale, pieni di patos, e dotati di una ritmica che incolla alla sedia. Una firma d'autore inconfondibile. Questo 'E venne il giorno', ha un solo punto per a suo favore, e non da poco; il messaggio che trasmette, chiaro e forte, ma manifestato in maniera a dir poco buffa. La natura che si ribella all'uomo; è un gran tema che meriterebbe non dico effetti speciali, ma tanto, tantissimo 'spessore' ed impegno registico in più. Nonostante ciò, Shyalaman, non delude mai se da lui ci si aspetta qualcosa di non comune, fuori dal coro. Questo è il suo punto di forza. Aspettiamo il prossimo per vedere se risorgerà, ne ha e ne abbiamo bisogno.