Confessions |
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Un film di Tetsuya Nakashima.
Con Takako Matsu, Yukito Nishii, Kaoru Fujiwara, Masaki Okada, Yoshino Kimura.
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Titolo originale Kokuhaku.
Drammatico,
durata 107 min.
- Giappone 2010.
- Tucker Film
uscita giovedì 9 maggio 2013.
MYMONETRO
Confessions
valutazione media:
3,29
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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SOLO DIO PERDONAdi giugy3000Feedback: 5907 | altri commenti e recensioni di giugy3000 |
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lunedì 28 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In una classe a cavallo fra la seconda e la terza media, l'insegnante Yuko Moriguchi facendo stridere il gessetto scrive sulla lavagna la parola "Vita"; la sua ultima lezione della carriera travalicherà di molto i confini della sua materia e si farà promotrice di un enorme risveglio di coscienza: ricordarci il valore inestimabile della vita umana, affinchè nessuno parli più a vanvera del desiderio opposto di morte. Il suo pubblico?Un branco di ragazzini insolenti, vigliacchi e parecchio ignoranti...fra loro si nascondono i responsabili della tragica morte di sua figlia, nominati "Studente A e B" solo per gioco, in quanto si sa fin dalla prima scena volti e attitudini dei colpevoli. Ma quella di Yuko non è una confessione fine a se stessa, se davvero una maestra si vuole considerare tale dovrà essere sicura che gli allievi abbiano appreso qualcosa da lei, ed ecco che la sete di vendetta prende atto nel diabolico gesto di mettere nel latte bevuto dai due ragazzi assassini del sangue infestato dal virus HIV. La pena?Una vita di sofferenza, proprio come quella che d'ora in poi condurrà lei, come da secoli dichiara legittima la legge del taglione, visto che quella del XXI secolo prevede che un minore, secondo il codice penale, non possa venir arrestato. Shuya e Naoki non sono due pazzi, sono intelligenti e consci del loro agire, perchè mai dovrebbero avere delle attenuanti ad un gesto così diabolico?Si può prevenire un omicidio o chiunque (anche il più puro di noi) è in grado di macchiarsi le mani? Ad un delitto segue sempre un castigo?E' lodevole farsi giustizia da soli?In un mondo violento come quello di oggi è ancora meritevole vedere negli occhi dei ragazzi giovani la scintilla dell'innocenza? A questi e altri mille interrogativi ci sottopone "Confessions", tratto dal romanzo omonimo di Kanae Minato, un thriller-giallo psicotico senza respiro, imprevedibile, cattivo. Come fu già per Haneke nel suo "Funny Games", anche qui per Nakashima (ex regista di spot pubblicitari) la forma e il contenuto sono un insieme indissolubile per spiegare questa folla violenza non-sense; se il regista tedesco aveva scelto di violare i principi del cinema classico, quello giapponese decide di frantumare il piano espressivo da quello più profondo di comprensione e si avvale di scelte cromatiche paradossali, ralenti portati all'estremo, scene ridondanti da videoclip alla MTV...perchè forse è tutto uno scherzo, forse no. Al centro di tutto, come un vulcano in eruzione, la rabbia di una donna adulta, che si piega alle regole perverse di un gioco da bambini, ma che finisce per toccare le corde dell'ostracismo, del complesso di Edipo, dell'Hikikomori (termine giapponese usato per riferirsi a coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento). Se la spirale della violenza non viene stroncata sul nascere, si possono avere conseguenze inenarrabili; si finirà col confondere le intenzioni con le azioni, la credenza con la realtà e il potere mimetico del male si diffonderà come una macchia d'olio, istigando anche gli animi innocenti al contagio della cattiveria, sino a che tramite un bullismo senza precedenti non si troverà un capro espiatorio su cui sfogarsi, per poter ristabilire l'ordine e fare come mai nulla sia avvenuto. L'autrice del libro ha dichiarato di essersi ispirato ad un fatto davvero preoccupante nelle scuole giapponesi degli anni Duemila, ossia un bullismo dilagante divenuto vera e propria piaga del Paese, sino ad indurre al suicidio nei casi più gravi La storia di "Confessions" non è (fortunatamente)tratta una storia vera di cronaca, ma nel suo estremismo è incredibilmente toccante e malgrado la sua imperseverante drammaticità, si tocca il dolore con mano senza perdere di vista nemmeno un tema su cui è voluto porre l'attenzione. Attraverso un montaggio pop e frenetico, il regista dirige la bravissima protagonista in un vortice di avvenimenti senza controllo, un po' come ci ricorda la trama di "Oldboy" o "Lady Vendetta" del celebre regista coreano. Ci si domanda sul ruolo che debbano avere peccato e perdono in un momento in cui non si pensa a null'altro che ad uccidere i responsabili della nostra sofferenza quando degli appeni tredicenni ci uccidono la figlia o quando compiono stragi di innocenti per colmare il loro bisogno d'amore inespresso. La pellicola è superba in quanto dettagliamente ci mostra le visioni antitetiche di ogni questione...proprio quando siamo ormai convinti di patteggiare per un personaggio, ecco che un'ennesima confessione cambia le sorti di una storia che pareva già scritta. Esiste la redenzione?Possiamo sostituirci a Dio nel giorno del giudizio e dire da noi cosa dovrebbe avvenire a chi effettua cattive azioni?Un po' come per pena di morte, siamo sicuri di non macchiarci la coscienza reprimendo una vita pur facendolo in "buona fede"? "Only god forgives" direbbe Refn e "Se Dio esiste speriamo abbia scusa" direbbe Allen.
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