livio
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martedì 22 gennaio 2008
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non è il solito brian de palma
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La vicenda della Black Dahlia sembra essere un pretesto per raccontare la Hollywod degli anni '40, almeno fino a mezz'ora prima della fine del film. Chi ha visto altri film di Brian De Palma è abituato a standard diversi. Alcuni personaggi sfiorano la macchietta (la moglie del miliardario immobiliarista sembra una caricatura del personaggio di Gloria Swanson Sunset Boulevard). Memorabili però alcune scene (il poliziotto e l'assassino che precipitano nel vuoto) che da sole non bastano a risollevare il tenore di un film lento e noioso.
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* eleonora *
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mercoledì 16 gennaio 2008
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deludente
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Deludente e incomprensibile. Dialoghi vaghi e fumosi, quesiti che vengono intrapresi e poi abbandonati a se stessi...Grande pretesa e mediocre riuscita. L'affascinante ambientazione del passato non aiuta a rendere gradevole il film, anzi, ne accentua il pessimo andamento, e lo spettatore sente il peso di ogni minuto che passa e del film che non è ancora finito. Non scorre minimamente, molto dispersivo.
La Johansson è finta,messa lì a mò di "bambolona", scritturata solo per le sue forme, più che ammirate in quell'epoca, che non per la bravura: si nota chiaramente quanti si sforzi di sembrare Signora e Diva di quei tempi, ma i suoi sforzi sono perfettamente vani, non si può che notare il suo tentativo nonchè la giovane età in netto contrasto con ciò che vorrebbe rappresentare.
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Deludente e incomprensibile. Dialoghi vaghi e fumosi, quesiti che vengono intrapresi e poi abbandonati a se stessi...Grande pretesa e mediocre riuscita. L'affascinante ambientazione del passato non aiuta a rendere gradevole il film, anzi, ne accentua il pessimo andamento, e lo spettatore sente il peso di ogni minuto che passa e del film che non è ancora finito. Non scorre minimamente, molto dispersivo.
La Johansson è finta,messa lì a mò di "bambolona", scritturata solo per le sue forme, più che ammirate in quell'epoca, che non per la bravura: si nota chiaramente quanti si sforzi di sembrare Signora e Diva di quei tempi, ma i suoi sforzi sono perfettamente vani, non si può che notare il suo tentativo nonchè la giovane età in netto contrasto con ciò che vorrebbe rappresentare. Un pò meglio la Swank ma anche lei finta ed eccessiva. Hartnett è maledettamente noioso.
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giugions
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mercoledì 24 ottobre 2007
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siccome non ho voglia di rivederlo....
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....qualcuno è così gentile da raccontarmi la trama, che non ci ho capito niente?
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castori
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mercoledì 22 agosto 2007
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troppe sigarette???!!
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IL FUMO DEVE AVER OFFUSCATO I NEURONI DEL CARO VECCHIO BRIAN.
IL RITRATTO DELLA "FAMIGLIA ADAMS" ERA POI ADDIRITTURA RIDICOLO (VISTO IERI IN DVD XCHE' L'AVEVO PERSO,MAL ME NE INCOLSE), SEMBRAVANO A META' STRADA FRA I VECCHI FILM CON BETTE DAVIES PAZZA E NON APRITE QUELLA PORTA!!
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roberto
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mercoledì 22 agosto 2007
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post moderno
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De Palma è uno dei Maestri del Cinema Post Moderno, come Tarantino, suo discepolo. Solo che Tarantino è sfacciatamente post moderno, mentre De Palma lo è in modo molto più sottile, e per questo i suoi film spesso non sono capiti da critica e pubblico, perchè li valutano con il metro del cinema classico o moderno.
Il cinema post moderno è diverso, e confrontare The Black Dahlia con LA Confidential, come ha fatto qualcuno, solo perchè sono tratti entrambi da romanzi di Ellroy, non ha alcun senso: sarebbe come mettere a confronto un quadro di Picasso e uno di Velasquez e dire che quello di Velasquez è migliore perchè è dipinto meglio.
The Black Dahlia è un opera d'arte, come e più di Pulp Fiction e Kill Bill, perchè molto più maturo, consapevole e complesso.
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De Palma è uno dei Maestri del Cinema Post Moderno, come Tarantino, suo discepolo. Solo che Tarantino è sfacciatamente post moderno, mentre De Palma lo è in modo molto più sottile, e per questo i suoi film spesso non sono capiti da critica e pubblico, perchè li valutano con il metro del cinema classico o moderno.
Il cinema post moderno è diverso, e confrontare The Black Dahlia con LA Confidential, come ha fatto qualcuno, solo perchè sono tratti entrambi da romanzi di Ellroy, non ha alcun senso: sarebbe come mettere a confronto un quadro di Picasso e uno di Velasquez e dire che quello di Velasquez è migliore perchè è dipinto meglio.
The Black Dahlia è un opera d'arte, come e più di Pulp Fiction e Kill Bill, perchè molto più maturo, consapevole e complesso. I film di De Palma non si possono liquidare con una sola visione, soprattutto questo, estremamente stratificato e raffinato, ha bisogno di ripetute visioni. Ovviamente ammesso che lo spettatore non voglia semplicemente passare un paio d'ore di svago, spegnendo il cervello... Allora guardatevi pure qualcosa d'altro e lasciate perdere De Palma.
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l.a.
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sabato 21 luglio 2007
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noia-noir
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La noia la fa decisamente da padrone. Grandissimo Cast, ma regia e trama da film di serie Z. Troppi personaggi, troppi scene inutili, troppi dialogi insensati. Poteva essere un buon film, e invece è stato rovinato da un voler far troppo, e perciò male. Poi il protagonista è assolutamente inadatto nel ruolo di detective, pugile, poliziotto, e ha pure il tempo di trovare qualche indizio. Niente a che vedere con L.A. Confidential. Il recente Hollywoodland è decisamente migliore di uqesto film.
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pippo tt
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sabato 9 giugno 2007
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orrendo
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Recitazione penosa, ma questo effetto è dovuto da una sceneggiatura assurda, per nulla concettualmente difficile, ma solamente prolissa e piena di nomi e cognomi da ricordarsi per tutto il film.
Inverosimile che un pugile che di secondo lavoro fa il poliziotto sia più ingegnoso di una Jessica Fletcher o Poirot, che almeno si basavano su indizi più significativi per risolvere i casi.
Qui sembra che ci sia l'intervento divino che aiuti a illuminare gli investigatori, semplicemente ridicolo.
Un film oscenamente brutto.
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flavio 86
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domenica 3 giugno 2007
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grande cast = grande film
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Noir ambientato nella citta degli angeli(Los Angeles)nel periodo post guerra tra il 1946 e il 1947 con la regia del maestro Brian De palma e un cast da brividi a partire dalla vincitrice di ben 2 oscar Hilary Swank a un sempre più bravo Josh Hartnett e ad una affascinante Sarlett Johansson.Il film è da seguire passo dopo passo alla ricerca del'assassino di uno dei più scandalosi omicidi di quel tempo.
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medz
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mercoledì 23 maggio 2007
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black brian
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Non è un film da lodare all'esasperazione "Black Dahlia", ma non è nemmeno un film da stroncare senza ragionare; Brian de Palma è senza dubbio quello che può essere considerato un buon artigiano del cinema, che fa un film molto godibile, abbastanza avvincente e con due o tre scene molto belle; certo è che la sua originalità è più fittizia che reale e questo film appare una via di mezzo tra Hitch e Lynch, ma rubare da opere precedenti non è mai stato un reato, anzi. A livello puramente stilistico la sempre cara originalità (punto di forza di Brian) si perde un poco in questo film, lasciandosi sottomettere dalle regole registiche del noir classico, ma, come ho detto, ci sono alcuni spunti interessanti; tra tutti, la scena in cui succede qualcosa a Lee (non voglio fare spoiler) in quel gran palazzo con una grandissima rampa di scale: la scena finale di questa sequenza in cui uno dei personaggi si sfracella la testa contro la fontana mi ha ricordato (per pura associazione casuale di idee) la scena in cui Ribisi si taglia la testa contro il tavolino di vetro nel magnifico "Strade Perdute" di Lynch; in effetti, come ho detto, più che Hitchockiano mi sembra un film Lynchiano, probabilmente per le grandi atmosfere cupe e angoscianti che confersicono una notevolissima tensione soprattutto nella parte finale, dopo qualche sequenza un po' stancante nella parte centrale, in cui le indagini "casa per casa" appesantiscono un po' la cosa.
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Non è un film da lodare all'esasperazione "Black Dahlia", ma non è nemmeno un film da stroncare senza ragionare; Brian de Palma è senza dubbio quello che può essere considerato un buon artigiano del cinema, che fa un film molto godibile, abbastanza avvincente e con due o tre scene molto belle; certo è che la sua originalità è più fittizia che reale e questo film appare una via di mezzo tra Hitch e Lynch, ma rubare da opere precedenti non è mai stato un reato, anzi. A livello puramente stilistico la sempre cara originalità (punto di forza di Brian) si perde un poco in questo film, lasciandosi sottomettere dalle regole registiche del noir classico, ma, come ho detto, ci sono alcuni spunti interessanti; tra tutti, la scena in cui succede qualcosa a Lee (non voglio fare spoiler) in quel gran palazzo con una grandissima rampa di scale: la scena finale di questa sequenza in cui uno dei personaggi si sfracella la testa contro la fontana mi ha ricordato (per pura associazione casuale di idee) la scena in cui Ribisi si taglia la testa contro il tavolino di vetro nel magnifico "Strade Perdute" di Lynch; in effetti, come ho detto, più che Hitchockiano mi sembra un film Lynchiano, probabilmente per le grandi atmosfere cupe e angoscianti che confersicono una notevolissima tensione soprattutto nella parte finale, dopo qualche sequenza un po' stancante nella parte centrale, in cui le indagini "casa per casa" appesantiscono un po' la cosa. Molto bella e inquietante la scena finale con il verso angosciante del corvo vicino al cadavere della Black Dahlia.
Riguardo alla recitazione e alle critiche alla Johansson: non capisco che gusto ci sia a criticarla: non sarà un attrice eccelsa, ma grazie a Dio è una diva; nessuno può negare che sia una diva: e quanto ha bisogno il cinema di dive in un epoca in cui i maggiori esponenti dell'arte sono i concorrenti del grande fratello!!! Lasciamola esplodere in tutta la sua bellezza quindi, così il cinema potrà ritrovare il suo antico splendore, facendo rivedere sullo schermo una nuova Marilyn Monroe, cosa che da tanto, troppo tempo manca al cinema...
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j & l
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venerdì 27 aprile 2007
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fra il sonno e il dubbio
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il film è assolutamente noioso. l'unico motivo per stare svegli è il vano tentativo di districare la trama, che peraltro finisce per perdere il clima noir del romanzo di Ellroy.
le ambiguità e i turbini sentimentali dei personaggi si sfaldano in figure stereotipate a cui fa da corredo una fotografia da cartolina. Straodinariamente immobili gli autori, e se il tentativo era quello di farli apparire strumenti del destino (come nel Barry Lindon di Kubrick), sicuramente si è mancato il bersaglio...e di parecchio. non dimentichiamo che riuscire a far apparire poco attraente la Johansson non è impresa da poco
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