martina passoli
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martedì 3 ottobre 2006
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the black dahlia,il più bel film di brian de palma
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Ha sempre dato mostra di essere un grande, di dar vita ai suoi film , di renderli indelebili nella storia del cinema, anche ai suoi peggiori lavori quali Femme Fatale. Eppure stavolta De Palma si consacra una spanna sopra agli altri registi del momento col suo più bel film che supera sorprendentemente capolavori del calibro di Scarface e de Gli Intoccabili. La sua pellicola è di una bellezza incommensurabile. Le interpretazioni specie quelle di Eekahrt, Johansson e Kirshner sono quanto di meglio si sia potuto vedere nell'ultimo periodo (che giocano più sull'espressività che sui dialoghi). Ma all'incantare tutto ci pensa la parte amorosa del film, il triangolo amoroso al cui mezzo siedeva la Johansson e la frase che mai potrà dimenticarsi " Non stava mai in mezzo a noi, ma stava sempre al centro".
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Ha sempre dato mostra di essere un grande, di dar vita ai suoi film , di renderli indelebili nella storia del cinema, anche ai suoi peggiori lavori quali Femme Fatale. Eppure stavolta De Palma si consacra una spanna sopra agli altri registi del momento col suo più bel film che supera sorprendentemente capolavori del calibro di Scarface e de Gli Intoccabili. La sua pellicola è di una bellezza incommensurabile. Le interpretazioni specie quelle di Eekahrt, Johansson e Kirshner sono quanto di meglio si sia potuto vedere nell'ultimo periodo (che giocano più sull'espressività che sui dialoghi). Ma all'incantare tutto ci pensa la parte amorosa del film, il triangolo amoroso al cui mezzo siedeva la Johansson e la frase che mai potrà dimenticarsi " Non stava mai in mezzo a noi, ma stava sempre al centro". E' un CAPOLAVORO è con questo chiudo. Rivedetelo tutti.
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lukas
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martedì 3 ottobre 2006
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un noir come non se ne vedevano da tempo.
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Capolavoro è poco. Un'incatevole opera cinematografica che andrebbe citata all'infinito ed ovunque. Anche la peggior star in questo splendido film dà il meglio di se, come il caso di josh hartnnnett e mia kirsher. Bravi tutti gli altri e come sempre d'altronde. De Palma è davvero tornato e gira un film superiore anche ad alcuni dei suoi maggiori cult ovvero omicidio a luci rosse, vestito per uccidere, carrie e in alcuni frangenti anche superiore de gli intoccabili( a mio parere sopravvalutato). Il THE END sboccia così un pò inaspettato, ma chiude una delle maggiori visioni filmiche thrilerr degli ultimi anni.
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lukas
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martedì 3 ottobre 2006
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un noir come non se ne vedevano da tempo.
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Capolavoro è poco. Un'incatevole opera cinematografica che andrebbe citata all'infinito ed ovunque. Anche la peggior star in questo splendido film dà il meglio di se, come il caso di josh hartnnnett e mia kirsher. Bravi tutti gli altri e come sempre d'altronde. De Palma è davvero tornato e gira un film superiore anche ad alcuni dei suoi maggiori cult ovvero omicidio a luci rosse, vestito per uccidere, carrie e in alcuni frangenti anche superiore de gli intoccabili( a mio parere sopravvalutato). Il THE END sboccia così un pò inaspettato, ma chiude una delle maggiori visioni filmiche thrilerr degli ultimi anni.
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blueguardian
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martedì 3 ottobre 2006
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profumo di oscar!
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Indubbiamente De Palma è andato poco a poco con gli anni a farsi benedire, ma un ritorno totalmente inaspettato ed anche più che soddisfacente è la regia di questo THE BLACK DAHLIA, violento noir dall'incredibile sbocco morale. Aldilà delle interpretazioni, prima su tutti la Johansson che si miracola santa protettrice delle dive di un tempo, a seguire l'spressiva e vera sorpresa Mia Kirshner, EeKhart un pò sopra le righe ma intenso che è un piacere, una Swank un pò minore specie dopo essere stata vista in Million Dollar Baby (film che le ha regalato il secondo Oscar)ma sempre brava, ed infine Hartnett, vera pecora nera del gregge, povero d'un interpretazione totalmente fatiscente anche se superiore ai suoi precedenti terrificanti ruoli recitativi.
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Indubbiamente De Palma è andato poco a poco con gli anni a farsi benedire, ma un ritorno totalmente inaspettato ed anche più che soddisfacente è la regia di questo THE BLACK DAHLIA, violento noir dall'incredibile sbocco morale. Aldilà delle interpretazioni, prima su tutti la Johansson che si miracola santa protettrice delle dive di un tempo, a seguire l'spressiva e vera sorpresa Mia Kirshner, EeKhart un pò sopra le righe ma intenso che è un piacere, una Swank un pò minore specie dopo essere stata vista in Million Dollar Baby (film che le ha regalato il secondo Oscar)ma sempre brava, ed infine Hartnett, vera pecora nera del gregge, povero d'un interpretazione totalmente fatiscente anche se superiore ai suoi precedenti terrificanti ruoli recitativi. Visivamente sbalorditivo ed incredibilmente romantico e verista aldilà del fatto che è legato ad una sceneggiatura in parte d'invenzione e cruentamente perversa. The Black Dahlia finirà fra i cult di sempre, come uno dei migliori noir della storia, un vivido palcoscenico che intreccia il meglio e il peggio della vita. I suoi veri pregi da un punto di vista tecnico sono pressochè tutto ciò che ne compone la pellicola: scenografia, colonna sonora, fotografia, costumi, montaggio (e si sente già profumo di Oscar). Da un punto di vista, invece, più avvezzo all'anima di un film, sono senza dubbio le interpretazioni madre (eccetto quella di hartnett solo modesta) e la struggente ma allo stesso tempo efficente regia di De Palma che mette un pò del suo Gli Intoccabili e accerchia il tutto con l'aura luminosa della vecchia Hollywoodland, un pò annebbiata dal fumo di mille sigarette, grondande il sangue di una giovane e aspirante attrice quale Elisabeth Short, famelico omicidio tuttora inciso nella storia della California. The Black Dahlia è tutto questo: un trionfo di tecnica, interpretazioni, regia maestra e citazioni alla vecchia Hollywood e a tutti i suoi scheletri nell'armadio, tuttora rimasti celati.
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spettaturi
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domenica 1 ottobre 2006
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non è proprio un capolavoro
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Ritengo che il primo tempo sia decisamente noioso e totalmente lontano dagli sviluppi investigativi che interessano lo spettatore.
Il secondo tempo è invece più coinvolgente ma mostra una trama sconnessa e confusionaria.
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francesco nardi
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domenica 1 ottobre 2006
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the black dahila
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Qui ci sono eroi polizieschi simili a quelli di David Mamet, quelli che poi furono detti intoccabili dallo stesso Brian De Palma. La trama del bene contro il male ha bisogno di eroi, figuriamoci. E questo vale anche quando tra questi si nascondono mezzi eroi, e tra i cattivi, altrettanto, solo poveri pazzi.
Balck Dahila, ancora come Gli Intoccabili, è un western urbano dove però ogni sparo pretende di avere un senso. Lo spettatore si perde, ed alla fine, mentre i troppi misteri si svelano, si sente come Basettoni mentre quel superbo di Topolino spiega linee e curve del caso svelato. Manetta, grugnendo, mangia pop-corn. Rimane solo, per chi ce lo trova, il morbo della gelosia, quello che in un triangolo ad anello debole s’ innesca tra la tracotanza di un vertice nei confronti di un altro necessariamente più acuto.
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Qui ci sono eroi polizieschi simili a quelli di David Mamet, quelli che poi furono detti intoccabili dallo stesso Brian De Palma. La trama del bene contro il male ha bisogno di eroi, figuriamoci. E questo vale anche quando tra questi si nascondono mezzi eroi, e tra i cattivi, altrettanto, solo poveri pazzi.
Balck Dahila, ancora come Gli Intoccabili, è un western urbano dove però ogni sparo pretende di avere un senso. Lo spettatore si perde, ed alla fine, mentre i troppi misteri si svelano, si sente come Basettoni mentre quel superbo di Topolino spiega linee e curve del caso svelato. Manetta, grugnendo, mangia pop-corn. Rimane solo, per chi ce lo trova, il morbo della gelosia, quello che in un triangolo ad anello debole s’ innesca tra la tracotanza di un vertice nei confronti di un altro necessariamente più acuto. E qui, Black Dahila è Scarface.
La regia è perfetta, e qualsiasi sbavatura annega nella finta pellicola invecchiata. Del resto, c’è un mare di seppia tra il giallo ed il noir.
www.francesconardi.it
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francesco forlati
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domenica 1 ottobre 2006
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the black dahlia ... la grande delusione !
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Grande delusione; niente di nuovo nel ricostruire una Los Angeles troppo cupa, di fine anni 40. De Palma, non ha creato nulla di diverso, copiando dai grandi registi del passato; un giallo torbido e carico di tensione quasi da Horror Movies; molto confuso, pesante ed irreale. Un Film crudo, vuoto, forse per questo che ad alcuni piace. Io personalmente ritengo che le emozioni del Film, non valgono il prezzo del biglietto; una delusione per il fatto che non rivedo più il Grande De Palma del passato... Consiglio al regista di essere più originale! Riprovaci Brian e forse sarai più fortunato ! FRANCESCO FORLATI
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yuri
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domenica 1 ottobre 2006
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c'e'una spiegazione
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si accendono le luci,usciamo dal cinema,ci si guarda intorno:volti cupi,stanchi,insoddisfatti,commenti per lo piu'negativi. Ma c'e'una spiegazione: non e'piu'il brian de palma che sapeva emozionare senza dover per forza ricorrere a immagini crude fino alla nausea,per dover sopperire ad una noiosa e non coinvolgente trama,non e'piu'il brian de palma che sapeva affascinare anche solo con l'ambientazione(vedi omicidio a luci rosse)senza dover uilizzare filtri giallastri in stile video di matrimonio montato sul pc dall'amico...ma quelli erano altri tempi,il cinema era quello vero e de palma non era un improvvisato documentarista,ma un artista di prim'ordine.
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dj
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domenica 1 ottobre 2006
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de palma al peggio
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Ambientato nel 1947 a Los Angeles, è la storia di due ex pugili, Bucky e Lee, divenuti poliziotti, impegnati nelle indagini sull'omicidio di Betty Ann Short, un'ex prostituta e aspirante attrice soprannominata dai giornali Dalia Nera. Tratto da uno dei più celebri romanzi di James Ellroy, è il film che ha aperto la 63ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. È stata una pessima apertura: infatti, ad eccezione della prima mezzora – in cui la vicenda comincia pian piano a svilupparsi e sembrano ancora esserci le premesse per un buon “noir” – “Black Dalia” pare proprio avere tutte le carte in regola per esser ricordato come una delle opere meno riuscite di Brian De Palma, autore forse un po’ sopravvalutato dalla critica contemporanea, ma comunque dotato di grandissimo talento.
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Ambientato nel 1947 a Los Angeles, è la storia di due ex pugili, Bucky e Lee, divenuti poliziotti, impegnati nelle indagini sull'omicidio di Betty Ann Short, un'ex prostituta e aspirante attrice soprannominata dai giornali Dalia Nera. Tratto da uno dei più celebri romanzi di James Ellroy, è il film che ha aperto la 63ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. È stata una pessima apertura: infatti, ad eccezione della prima mezzora – in cui la vicenda comincia pian piano a svilupparsi e sembrano ancora esserci le premesse per un buon “noir” – “Black Dalia” pare proprio avere tutte le carte in regola per esser ricordato come una delle opere meno riuscite di Brian De Palma, autore forse un po’ sopravvalutato dalla critica contemporanea, ma comunque dotato di grandissimo talento. Qui non se ne vede traccia: completamente sfaldato dal punto di vista narrativo, il film non riesce né ad appassionare né convincere. Troppo intricata ed aggrovigliata la trama, troppi i passaggi irrisolti, troppi i colpi di scena nei numerosi sottofinali – e, mi duole dirlo, in almeno un paio di sequenze (la cena dai Linscott, il suicidio finale) si scade anche nel ridicolo involontario. De Palma al peggio. Ottima la ricostruzione d’epoca di Dante Ferretti, Hilary Swank meglio di Scarlett Johansson. Giudizio: *1/2
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tore
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sabato 30 settembre 2006
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brian de palma 1983-2006
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Il titolo si riferisce alla data di uscita di Scarface, nascita di De Palma come grande autore,e alla data di uscita di Black Dahlia, la morte di questo regista. Quando lessi le critiche del festival di Venezia non ci volevo credere e dicevo tra me e me: ho adorato omicidio in diretta e femme fatale, 2 film detestati dalla critica quindi anche in questo caso si sbaglieranno. Poi ho letto il libro di Ellroy dove sono presenti temi come necrofilia, prostituzione, una denuncia a Hollywood e pensavo: chissà un genio come De Palma come svilupperà tutto questo. Ma quando ho visto il film ho dovuto dare ragione ai critici: Black Dahlia è un film orrendo sotto tutti i punti di vista. Fotografia fastidiosa, scenografie fintissime attori osceni che sembrano parodiare i divi anni 40 (si salvano solo Aaron Eckhart e Mia Kirshner, mentre Hartnett,Johannson e la Swanksono a dir poco insopportabili, la scena in cui Hartnett si accende le 2 sigarette e una la offre alla Swank è oscena).
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Il titolo si riferisce alla data di uscita di Scarface, nascita di De Palma come grande autore,e alla data di uscita di Black Dahlia, la morte di questo regista. Quando lessi le critiche del festival di Venezia non ci volevo credere e dicevo tra me e me: ho adorato omicidio in diretta e femme fatale, 2 film detestati dalla critica quindi anche in questo caso si sbaglieranno. Poi ho letto il libro di Ellroy dove sono presenti temi come necrofilia, prostituzione, una denuncia a Hollywood e pensavo: chissà un genio come De Palma come svilupperà tutto questo. Ma quando ho visto il film ho dovuto dare ragione ai critici: Black Dahlia è un film orrendo sotto tutti i punti di vista. Fotografia fastidiosa, scenografie fintissime attori osceni che sembrano parodiare i divi anni 40 (si salvano solo Aaron Eckhart e Mia Kirshner, mentre Hartnett,Johannson e la Swanksono a dir poco insopportabili, la scena in cui Hartnett si accende le 2 sigarette e una la offre alla Swank è oscena). Ma la vera delusione è stata la sceneggiatura (scritta da uno che di sicuro nn ha letto il libro di Ellroy modificano gli avvenimenti principali)e, soprattutto, la regia di De Palma: i suoi virtuosismi, che di solito adoro, qui sono fini a se stessi e, soprattutto, tecnicamente scadenti. Una scena esempio su tutte : la soggettiva di Hartnett, una delle cose più ridicole che abbia mai visto in vita mia (che poi è seguita dalla scena più imbarazzante del film: la cena). Un consiglio, soprattutto per gli appassionati di De Palma: evitate questo film così la vostra stima per questo regista rimarrà intatta, non fate il mio stesso errore.
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(di yuri)
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