martymitika!
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domenica 8 ottobre 2006
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de palma mi ha finalmente convinta!
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Ho sempre criticato DE PALMA ed i suoi film ( a mio parere sempre tanto sopravvalutati e parecchio scontati) ma con BLACK DAHLIA tutto cambia, sicuramente il suo più intelligente film e quello più articolato e maturo.Anche uno dei maggiori spettacoli cinematografici noir di sempre!
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mirkoct
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domenica 8 ottobre 2006
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cavolo che film!!!
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Ragazzi, so che sarete in parte contrari, ma a me sto film...ME PIACE e alla stragrande! Non capisco cosa ci abbiate trovato di così terrificante. per me siete un TANTINO esagerati. E' come dare un 5 ad Hitchcock per il suo PSYCHO ed un 1 al suo FRENZY, poichè qst è cmq, lo si sa, inferiore al primo. Mah! Fate i sottovalutanti per mestiere? X-D La stessa mitica Scarlett Johansson che di film in film diventa sempre più bella, tanto che tutte le sue altre colleghe non mi fanno poi tutto sto gran effetto dopo aver visto così tanta bellezza e sensualità (se non concordate sappiate che andrete contrari al giudizio di 3/4 del mondo). per non parlare del suo talento recitativo! Si! Paerchè il suo è un grande talento.
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Ragazzi, so che sarete in parte contrari, ma a me sto film...ME PIACE e alla stragrande! Non capisco cosa ci abbiate trovato di così terrificante. per me siete un TANTINO esagerati. E' come dare un 5 ad Hitchcock per il suo PSYCHO ed un 1 al suo FRENZY, poichè qst è cmq, lo si sa, inferiore al primo. Mah! Fate i sottovalutanti per mestiere? X-D La stessa mitica Scarlett Johansson che di film in film diventa sempre più bella, tanto che tutte le sue altre colleghe non mi fanno poi tutto sto gran effetto dopo aver visto così tanta bellezza e sensualità (se non concordate sappiate che andrete contrari al giudizio di 3/4 del mondo). per non parlare del suo talento recitativo! Si! Paerchè il suo è un grande talento. Anche il peggior film a cui ha preso parte (THA ISLAND, ARAC ATTACK ecc.) lo ha in parte esaltato con la sua sempre splendida interpretazione. Già, e ne sono sicuro, la rivedremo per la sesta e probabile settima volta (anche per SCOOP dove dà un'altra differentissima prova di se) candidata ai goledn globe per la migliore attrice, e chissà forse, e finalmente agli oscar. Io in definitiva dico che sto film è grande, ma grande grande, scene come queste cjhe ci ha regalato De Palma non si scordano affatto facilmente.
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fabry'70
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domenica 8 ottobre 2006
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black dahlia, in barba a voi, mia ha stregato!
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Mai stato così tanto coinvolto da un film di Brian De Palma. Ma questo ragazzi (o siete pazzi o siete pazzi) è un gioiello di film. Un capolavoro! Quindi basta dire cosette e a vanvera! Piuttosto fatevi togliere tappi da occhi e orecchie. E o andatevi a rivedere i vecchi film di questo stesso regista, perchè a quanto credo, non avete mai visto "veramente" un suo film oltre a questo black Dahlia.
P.S. le donne di questo film sono semplicemente eccitanti, sia nell'atteggiamento che nell'aspetto. Superbe!
Fabry'70
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cristiano bonanno
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domenica 8 ottobre 2006
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smettetela di dire baggianate su black dahlia!
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Finitela di fare i finti critici o delusi fans di De Palma. Il cinema non si guarda più con uno sguardo fisso al passato, ma al futuro. Se De Palma è diverso...bene o male che sia! sono fatti suoi. Ha fatto tanti bei capolavori: Carlito's Way, Scarface e Gli Intoccabili ma tante ben emerite cagate che non valgono nemmeno un capello della Swank in questo film. Inanzitutto la sceneggiatura del film è stata più volta rifiutata da grandi e non, poichè complessa e assolutamente improponobile nel piano cinematografico medio fra tutti quei vari block buster e o film d'autore. Eppure in primis De Palma ha avuto il coraggio di appioppiarsi sto "capitombolo" e ne ha fatto uno splendido elogio agli anni 40 e al cinema di quei tempi, corotto e traditore.
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Finitela di fare i finti critici o delusi fans di De Palma. Il cinema non si guarda più con uno sguardo fisso al passato, ma al futuro. Se De Palma è diverso...bene o male che sia! sono fatti suoi. Ha fatto tanti bei capolavori: Carlito's Way, Scarface e Gli Intoccabili ma tante ben emerite cagate che non valgono nemmeno un capello della Swank in questo film. Inanzitutto la sceneggiatura del film è stata più volta rifiutata da grandi e non, poichè complessa e assolutamente improponobile nel piano cinematografico medio fra tutti quei vari block buster e o film d'autore. Eppure in primis De Palma ha avuto il coraggio di appioppiarsi sto "capitombolo" e ne ha fatto uno splendido elogio agli anni 40 e al cinema di quei tempi, corotto e traditore. Fra le grandi stelle, di cui tutto si può dire tranne che siano stati scarsi o inespressivi, a partire dalla Johansson per finire con Eekhart, De Palma ha anche avuto il coraggio di affibbiare il ruolo da protagonista ad un mediocre attoruncolo, nonchè Josh Hartnett, che per la prima vera volta, può dirsi almeno sufficentemente bravo, poichè, e si sa, è un attore semplicemente ridicolo. Il regista ha saputo elevare il tutto ad un gradino superiore, anche l'elemento meno riuscito di questo film, è stato letteralmente divinizzato ad un piano semplicemente regale. Che forse non ha molto della maturità dei suoi precedenti titoli è vero, ma non fate tutti i critici zelanti, BLACK DAHLIA E' agli occhi del cinema D'OGGI fra tutte le grandi cagate uscite negli ultimi tempi, uno dei migliori film di questi ultimi anni, lo si può anche vedere come un film semplicemente e mortalmente banale come CRASH abbia anche vinto l'OSCAR. Quindi, magari De Palma è cambiato,ma di certo non ha confezionato un titolo da UNA SOLA STELLA. Se siete dei critici, cambiate lavoro, se siete dei fans, rivisitate tutta la sua precedente filmografia o cambiate genere di fanatismo. In se è un capolavoro, che vede dei soli difetti nella sceneggiatura (deficitaria già in se), anzi ne ha mutato (per fortuna) parte del finale, rendendolo anche un pò SUO. Dinanzi ai suoi maggiori capolavori sarà se non lievo, di certo non superiore, ma abbiate la buon anima di dare una critica ad un film non paragonando questo ad altri titoli, è l'errore peggiore che un critico possa fare.
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vincent
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sabato 7 ottobre 2006
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ma che scherziamo!
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Questo film è un capolavoro semplicemente.Mi sembra indoveroso che la critica lo sottvaluti in questo modo,soprattutto nei confronti di un regista che supera di gran lunga il suo maestro (Hitchcock).Possiamo invece dire che in casi precedenti sia stato un pò sopravvalutato,e invece quando ci offre la torta in un piatto d'argento senza neanche una sbavatura noi la guardiamo con aria insoddisfatta che è sicuramente molto peggio di romperla con un pugno.E' vero che è un film dove Brian si autocita,e allora?Io direi che lo fa superbamente.Le inquadrature si può solo dire che sono perfette,come anche la ricostruzione storica,e la scenografia non riprodotte in modo identico all'originale ma con il tocco di verosimiglianza che ci vuole in un film(mica è realtà o un documentario!).
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Questo film è un capolavoro semplicemente.Mi sembra indoveroso che la critica lo sottvaluti in questo modo,soprattutto nei confronti di un regista che supera di gran lunga il suo maestro (Hitchcock).Possiamo invece dire che in casi precedenti sia stato un pò sopravvalutato,e invece quando ci offre la torta in un piatto d'argento senza neanche una sbavatura noi la guardiamo con aria insoddisfatta che è sicuramente molto peggio di romperla con un pugno.E' vero che è un film dove Brian si autocita,e allora?Io direi che lo fa superbamente.Le inquadrature si può solo dire che sono perfette,come anche la ricostruzione storica,e la scenografia non riprodotte in modo identico all'originale ma con il tocco di verosimiglianza che ci vuole in un film(mica è realtà o un documentario!).A concludere la parte tecnica una splendida fotografia,e una sceneggiatura senza sfilacciamenti(anche grazie al libro di Ellroy).Molti hanno detto che più che a "L.A. Confidencial" somigli a "Chinatown".Innanzitutto non assomiglia a nessuno dei due così visibilmente;e poi anche se fosse?Dobbiamo ricordare che "Chinatown" è una delle migliori sceneggiature Hollywodiane di tutti i tempi,oltre ad essere uno dei migliori film di Polanski(un altro maestro non riconosciuto).Infine un altro punto in cui la critica sbaglia è la recitazione che proprio qui bisogna considerare perfetta:quattro giovani attori che con la loro verisimiglianza mi pare ci trasmettino l'animo dei loro personaggi.Scarlett ormai DEVE essere premiata,a soli 21 anni ha già lavorato con ottimi registi,e poi certamente deve maturare ma basta notare il suo sguardo e la sua faccia in ogni film,e lei si trasforma,è un'altra eppeure è sempre lei.I due uomini sono perfetti e Hartnett dopo vari film mediocri finalmente può fiorire.La Swank splendida Dark Lady,e Mia Kirshner si comporta da professionista,e riesce a trasmettere la tristezza dell'insuccesso,e della debolezza le più grandi paure americane,che ora vengono ormai ostrate senza pudore;il "Sogno" non esiste o esiste per pochi.Alla fine tutto ciò che cercano i critici,tutti i simbolismi le allegorie,non ci sono o sono pochi i registi che lo fanno e ancor meno quelli che lo compiono cadendo nella mediocrità.Perchè deve esserci un messaggio sempre,se De palma non ce l'ha il messaggi da trasmettere?L'arte è fine a se stessa.
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[+] hai ragione!!!
(di bluesea)
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(di jack ryan)
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[+] un paio di punti da contestare...
(di fabio piozzi)
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[+] allora scusami se mi oppongo alla tua volontà.
(di fabio piozzi)
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u brecche
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sabato 7 ottobre 2006
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non volendo essere cattivi....
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Diamogli una stella in più, giusto perchè De Palma sa comunque ricreare ambientazioni e atmosfere con una certa maestria. Ma siamo sinceri, il film è una bella boiata. Lo spettatore seduto davanti a me ha un po' esagerato alla fine dicendo che "fa vomitare" ma in effetti è un film che fa acqua da tutte le parti. Sceneggiatura, recitazione - sopra e sotto le righe a secondo degli attori -, sviluppo della storia..... si salvano giusto i costumi e la fotografia.
Leggetevi la recensione di Kezic, non avrei trovato migliori parole per esprimere il mio giudizio
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amastasia
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venerdì 6 ottobre 2006
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delusione
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Il film è confusionario, inconcludente, a tratti surreale, un'occasione sprecata.
Attori bravissimi sprecati per un film di grandi aspettattive ma che si riduce ad un vero e proprio FLOP...tra sbadigli e visi perplessi e delusi la gente in sala non vedeva l'ora di andarsene....
Io ho fatto fatica a non uscire dalla sala prima della fine..Ho attteso il finale sperando sempre che il film si riprendesse in qualche modo..Non si riesce nemmeno a comprendere l'ultimo anello della storia ed il fatto di non riuscire a far comprendere il film(se pur ci fosse stato qualcosa da comprendere!!!) è ciò di più peggiore possa capitare ad un REGISTA....figuruiamoci al "grande" DE PALMA.....è meglio che si ritiri a vita privata a questo punto invece di girare questi film patetici.
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Il film è confusionario, inconcludente, a tratti surreale, un'occasione sprecata.
Attori bravissimi sprecati per un film di grandi aspettattive ma che si riduce ad un vero e proprio FLOP...tra sbadigli e visi perplessi e delusi la gente in sala non vedeva l'ora di andarsene....
Io ho fatto fatica a non uscire dalla sala prima della fine..Ho attteso il finale sperando sempre che il film si riprendesse in qualche modo..Non si riesce nemmeno a comprendere l'ultimo anello della storia ed il fatto di non riuscire a far comprendere il film(se pur ci fosse stato qualcosa da comprendere!!!) è ciò di più peggiore possa capitare ad un REGISTA....figuruiamoci al "grande" DE PALMA.....è meglio che si ritiri a vita privata a questo punto invece di girare questi film patetici.
Unica cosa che si salva: l'ambientazione scenica e la ricostruzione dell'ambiente e costumi di quel periodo e BASTA..STOP.
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x
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venerdì 6 ottobre 2006
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domani, un altro giorno
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The Black Dalia di De Palma, il film d’apertura della 63.ma mostra di Venezia, è non tanto un thriller quanto piuttosto un inanellarsi di ossessioni sullo sfondo di una Los Angeles degli anni ‘40 ricostruita con creatività certosina da Ferzetti: per questo lo svolgimento dei fatti e i moventi dei personaggi non sono sempre chiari allo spettatore ignaro delle pagine di Ellroy, che hanno ispirato la pellicola; la voce fuori campo a cui è affidato il ruolo di protagonista/narratore insegue non la verità ma i propri fantasmi. Il cadavere di una starlet trovato in un campo orribilmente mutilato è in realtà uno specchio attraverso cui un universo sofferente e malato vede angosciosamente se stesso serbando il rimpianto per un’innocenza irrealizzabile: nei romanzi di Ellroy non esistono investigatori lucidi, numi tutelari del bene, solo uomini fragili ed impuri, naturalmente attratti dal male, che nei vicoli ciechi della città scoprono quanto rimane in loro di un’anima deturpata da colpe e rimorsi.
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The Black Dalia di De Palma, il film d’apertura della 63.ma mostra di Venezia, è non tanto un thriller quanto piuttosto un inanellarsi di ossessioni sullo sfondo di una Los Angeles degli anni ‘40 ricostruita con creatività certosina da Ferzetti: per questo lo svolgimento dei fatti e i moventi dei personaggi non sono sempre chiari allo spettatore ignaro delle pagine di Ellroy, che hanno ispirato la pellicola; la voce fuori campo a cui è affidato il ruolo di protagonista/narratore insegue non la verità ma i propri fantasmi. Il cadavere di una starlet trovato in un campo orribilmente mutilato è in realtà uno specchio attraverso cui un universo sofferente e malato vede angosciosamente se stesso serbando il rimpianto per un’innocenza irrealizzabile: nei romanzi di Ellroy non esistono investigatori lucidi, numi tutelari del bene, solo uomini fragili ed impuri, naturalmente attratti dal male, che nei vicoli ciechi della città scoprono quanto rimane in loro di un’anima deturpata da colpe e rimorsi. L’assoluta fedeltà al mondo poetico dello scrittore è di fatto la chiave per penetrare lo spirito di un lungometraggio ostico, per il quale la critica ha espresso legittimamente pareri discordi. Se si tiene conto però della biografia di Ellroy The black Dalia diventa perfettamente intelligibile: l’assassinio di Elisabeth Shorts, detta la Dalia nera, avvenuto nel 1947 affascinò tormentosamente la mente del romanziere giacché gli ricordava quello della madre, altrettanto violento, altrettanto lacerante. L’immagine di una figura dolce e materna, pateticamente oltraggiata e abusata, costretta a subire umiliazioni e rifiuti, dà il ritmo, visione morbosamente straziante nella mente dei vivi, alla vicenda: l’educazione sentimentale del giovane “ghiaccio”(Harnett, calato puntigliosamente nella parte di poliziotto d’epoca) è una ricerca senza sbocchi di un volto e di un corpo perduti definitivamente da evocare in tante donne somiglianti a una madre sognata ed assente. Le ossessioni di Ellroy trovano poi un punto d’incontro con quelle di De Palma nei fotogrammi in bianco e nero ove la vittima viene fatta rivivere: non è casuale la citazione di Via con il vento, esplicito richiamo a un’idea di cinema dalle passioni schiette e dalle ambizioni genuine cancellata dall’industria Hollywoodiana moderna, riflesso di una società imputridita. E il brutale omicidio della stellina rappresenta un punto di svolta nel degrado: il marciume ha decomposto cuore e cervello, bellezza e ricchezza sono maschere cadenti dietro cui si annidano follia, alcolismo, necrofilia, perversioni sessuali e pornografia nauseante; il mattatoio ha deformato in ghigno raccapricciante il sorriso delle angeli cadutivi per caso e domani è stato davvero un altro giorno
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juliusrm
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venerdì 6 ottobre 2006
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un film semplicemente ignobile
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Ma dico io, possibile che il signor De Palma dopo aver rivisto questa porcheria che ha girato non ha deciso di farsi monaco per espiare? Uno dei film più insulsi della storia del cinema, in cui fino a dieci minuti dalla fine non si capisce niente della storia e, quando ci viene "svelato" il grande mistero, ciò che si capisce è talmente assurdo e ridicolo da farci cascare le braccia, per non dire altro! La "preziosa" ed estetizzante confezione, poi, non fa altro che esaltare ancora di più l'insopportabilità del film, accentuata peraltro da un cast di attori ed attrici di rara antipatia e mancanza di fascino. Su tutti val la pena di citare la bamboccetta Johansson, che solo un'epoca come la nostra di miserie artistiche ed estetiche può tentare di far passare per diva, con una faccia come la sua che ha l'espressività di un bidet.
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Ma dico io, possibile che il signor De Palma dopo aver rivisto questa porcheria che ha girato non ha deciso di farsi monaco per espiare? Uno dei film più insulsi della storia del cinema, in cui fino a dieci minuti dalla fine non si capisce niente della storia e, quando ci viene "svelato" il grande mistero, ciò che si capisce è talmente assurdo e ridicolo da farci cascare le braccia, per non dire altro! La "preziosa" ed estetizzante confezione, poi, non fa altro che esaltare ancora di più l'insopportabilità del film, accentuata peraltro da un cast di attori ed attrici di rara antipatia e mancanza di fascino. Su tutti val la pena di citare la bamboccetta Johansson, che solo un'epoca come la nostra di miserie artistiche ed estetiche può tentare di far passare per diva, con una faccia come la sua che ha l'espressività di un bidet.
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(di pao77)
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samuelesiani
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giovedì 5 ottobre 2006
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stantio come una cantina
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Chi è che ha chiesto a Brian De Palma di riesumare il genere noir, denigrandolo per giunta? Forse la Madonna di Dick Tracy??? Chi sente ancora il bisogno di un film come questo?
Assolutamente da mettere al bando insieme al Codice da Vinci.
Dunque, qui scriverne è dura, ma tant’è; se poi si possono salvare inermi spettatori, la fatica è da fare.
Partiamo dal genere. Del noir c’è tutto: il poliziotto bello e dannato (espressivo come una fiorentina prima della cottura); alcune femmes fatales, tra cui Scarlett Johansson con le labbra a cuore sempre dischiuse e pittate di rosso (supplico qualsiasi regista decida di scritturarla in futuro di intimarle di chiudere quella bocca! “Perché io valgo”, senza dubbio, ma è una roba che urta il sistema nervoso); una musica lenta a base di tromba, appena appena accennata, per due ore e fischia del film, che farebbe bestemmiare un monaco tibetano; e una vicenda che si basa su un pruriginoso intrigo, che poi diventano due, poi tre, poi quattro e alla fine non si sa più che pesci pigliare.
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Chi è che ha chiesto a Brian De Palma di riesumare il genere noir, denigrandolo per giunta? Forse la Madonna di Dick Tracy??? Chi sente ancora il bisogno di un film come questo?
Assolutamente da mettere al bando insieme al Codice da Vinci.
Dunque, qui scriverne è dura, ma tant’è; se poi si possono salvare inermi spettatori, la fatica è da fare.
Partiamo dal genere. Del noir c’è tutto: il poliziotto bello e dannato (espressivo come una fiorentina prima della cottura); alcune femmes fatales, tra cui Scarlett Johansson con le labbra a cuore sempre dischiuse e pittate di rosso (supplico qualsiasi regista decida di scritturarla in futuro di intimarle di chiudere quella bocca! “Perché io valgo”, senza dubbio, ma è una roba che urta il sistema nervoso); una musica lenta a base di tromba, appena appena accennata, per due ore e fischia del film, che farebbe bestemmiare un monaco tibetano; e una vicenda che si basa su un pruriginoso intrigo, che poi diventano due, poi tre, poi quattro e alla fine non si sa più che pesci pigliare.
Sprofondi nella poltrona del cinema, cupo in volto, per aver preferito questo film ad una serata tranquilla a casa a guardare “Chi l’ha visto”.
Quando poi giunge l’agnizione finale sei ormai tramortito, stordito dal fumo delle milioni di sigarette che i protagonisti ti soffiano in faccia. E quel fumo sembra ormai galleggiarti addosso e dentro la testa.
Con l’unico neurone non fatto riesci ad alzarti dalla poltrona e a tornare a casa.
Qui, la terapia che potrei consigliare è una piccola flebo Kill Bill volume I, per riprendersi degnamente.
Se ne sconsiglia la visione in sale con poltrone molto comode.
samuelesiani di http://noncontromaper.splinder.com
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