The Black Dahlia |
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Un film di Brian De Palma.
Con Josh Hartnett, Scarlett Johansson, Aaron Eckhart, Hilary Swank, Mia Kirshner.
continua»
Drammatico,
durata 121 min.
- USA, Germania 2006.
uscita venerdì 29 settembre 2006.
- VM 14 -
MYMONETRO
The Black Dahlia
valutazione media:
2,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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DOMANI, UN ALTRO GIORNOdi XFeedback: 0 |
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venerdì 6 ottobre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
The Black Dalia di De Palma, il film d’apertura della 63.ma mostra di Venezia, è non tanto un thriller quanto piuttosto un inanellarsi di ossessioni sullo sfondo di una Los Angeles degli anni ‘40 ricostruita con creatività certosina da Ferzetti: per questo lo svolgimento dei fatti e i moventi dei personaggi non sono sempre chiari allo spettatore ignaro delle pagine di Ellroy, che hanno ispirato la pellicola; la voce fuori campo a cui è affidato il ruolo di protagonista/narratore insegue non la verità ma i propri fantasmi. Il cadavere di una starlet trovato in un campo orribilmente mutilato è in realtà uno specchio attraverso cui un universo sofferente e malato vede angosciosamente se stesso serbando il rimpianto per un’innocenza irrealizzabile: nei romanzi di Ellroy non esistono investigatori lucidi, numi tutelari del bene, solo uomini fragili ed impuri, naturalmente attratti dal male, che nei vicoli ciechi della città scoprono quanto rimane in loro di un’anima deturpata da colpe e rimorsi. L’assoluta fedeltà al mondo poetico dello scrittore è di fatto la chiave per penetrare lo spirito di un lungometraggio ostico, per il quale la critica ha espresso legittimamente pareri discordi. Se si tiene conto però della biografia di Ellroy The black Dalia diventa perfettamente intelligibile: l’assassinio di Elisabeth Shorts, detta la Dalia nera, avvenuto nel 1947 affascinò tormentosamente la mente del romanziere giacché gli ricordava quello della madre, altrettanto violento, altrettanto lacerante. L’immagine di una figura dolce e materna, pateticamente oltraggiata e abusata, costretta a subire umiliazioni e rifiuti, dà il ritmo, visione morbosamente straziante nella mente dei vivi, alla vicenda: l’educazione sentimentale del giovane “ghiaccio”(Harnett, calato puntigliosamente nella parte di poliziotto d’epoca) è una ricerca senza sbocchi di un volto e di un corpo perduti definitivamente da evocare in tante donne somiglianti a una madre sognata ed assente. Le ossessioni di Ellroy trovano poi un punto d’incontro con quelle di De Palma nei fotogrammi in bianco e nero ove la vittima viene fatta rivivere: non è casuale la citazione di Via con il vento, esplicito richiamo a un’idea di cinema dalle passioni schiette e dalle ambizioni genuine cancellata dall’industria Hollywoodiana moderna, riflesso di una società imputridita. E il brutale omicidio della stellina rappresenta un punto di svolta nel degrado: il marciume ha decomposto cuore e cervello, bellezza e ricchezza sono maschere cadenti dietro cui si annidano follia, alcolismo, necrofilia, perversioni sessuali e pornografia nauseante; il mattatoio ha deformato in ghigno raccapricciante il sorriso delle angeli cadutivi per caso e domani è stato davvero un altro giorno
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