La ricerca della felicità |
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Un film di Gabriele Muccino.
Con Will Smith, Thandie Newton, Jaden Smith, Cecil Williams, Kurt Fuller.
continua»
Titolo originale The Pursuit of Happyness.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 117 min.
- USA 2006.
- Medusa
uscita venerdì 12 gennaio 2007.
MYMONETRO
La ricerca della felicità
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Muccino realizza il suo sogno americanodi Antonello VillaniFeedback: 0 |
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venerdì 26 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Per Gabriele Muccino è giunto il momento di svoltare. Segno del destino se il film “La ricerca della felicità” parla del sogno americano, eppure il deus ex machina è un attore comico che dimostra di avere stoffa anche quando si tratta di ruoli drammatici. Perché Will Smith, protagonista di questa fiaba metropolitana, è rimasto folgorato dopo aver visto “L’ultimo bacio” ed ha fatto il diavolo a quattro per assicurarsi il regista romano dietro la macchina da presa. La trama. Chris Gardner sbarca il lunario vendendo un aggeggio che misura la densità ossea, ha un pargoletto al seguito ed una moglie che fa i salti mortali per raggranellare qualche dollaro; bollette e multe non pagate, inizia il calvario del venditore che si ritrova a dormire persino nei bagni della metropolitana, ma l’incontro fortuito con un uomo d’affari e la fede in se stesso lo porteranno al successo contro ogni pronostico. Ispirato ad una storia vera –oggi Chris Gardner ha una compagnia e milioni di dollari in banca-, “La ricerca della felicità” si rivolge a tutti quelli che vivendo un momento di difficoltà preferiscono abbandonare le armi e lasciarsi andare alla deriva. Filosofia yankee che compare persino nella Costituzione con alcune citazioni di Jefferson, spirito dei pionieri che spinge a grandi cose persino chi è senza arte né parte, “La ricerca della felicità” dimostra quanto sia vivo nel paese a stelle e strisce il desiderio di riscatto. Muccino batte la concorrenza –una quarantina i registi in lizza per questo film- dando vita così al suo sogno americano: ricostruzione degli anni ’80 convincente –yuppies che girano in Ferrari, soldi facili con la borsa ai suoi massimi storici, entusiasmo alle stelle per una generazione in pieno boom economico-, regia sciolta con un ritmo da cinema internazionale, fotografia curata e sceneggiatura ben scritta; sullo sfondo il dramma degli homeless –dove ci sono i molto ricchi ci sono anche i molto poveri- che sembra gridare vendetta dinanzi ai vestiti firmati dei potenti in doppiopetto ed il quotidiano fatto di bollette scadute per milioni di americani. Dal canto suo Will Smith fa di necessità virtù, convince l’azienda a farsi assumere come stagista, cerca contatti importanti, si divide tra lavoro ed impegni familiari correndo come un matto per tutto il film. Perché in un mondo che corre senza sosta, l’indolenza rischia di mandare tutto all’aria: se vuoi qualcosa, devi sudare sette camicie e superare molti ostacoli ma alla fine quello per cui hai lottato ti ripagherà di mille sofferenze. Stavolta Gabriele Muccino trova la felicità lasciando perdere crisi di mezz’età ed amori adolescenziali. Una rinuncia che gli ha dato visibilità nel cinema che conta. Antonello Villani (Salerno)
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