Daisies - Le Margheritine

Film 1966 | Commedia, +13 74 min.

Titolo originaleSedmikrásky
Titolo internazionaleDaisies
Anno1966
GenereCommedia,
ProduzioneRepubblica ceca
Durata74 minuti
Regia diVera Chytilová
AttoriIvana Karbanová, Jitka Cerhová, Julius Albert, Jan Klusák, Marie Cesková Jirina Myskova, Marcela Brezinová, Oldrich Hora, Václav Chochola, Josef Konícek, Jaromír Vomácka.
Uscitalunedì 15 maggio 2023
TagDa vedere 1966
DistribuzioneCineteca di Bologna
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,90 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Vera Chytilová. Un film Da vedere 1966 con Ivana Karbanová, Jitka Cerhová, Julius Albert, Jan Klusák, Marie Cesková. Cast completo Titolo originale: Sedmikrásky. Titolo internazionale: Daisies. Genere Commedia, - Repubblica ceca, 1966, durata 74 minuti. Uscita cinema lunedì 15 maggio 2023 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,90 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 12 maggio 2023

Una metafora della distruttività della natura umana applicata alla civiltà moderna in generale e al sistema comunista in particolare. In Italia al Box Office Daisies - Le Margheritine ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 18,4 mila euro e 899 mila euro nel primo weekend.

Consigliato assolutamente sì!
3,90/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 4,30
PUBBLICO
ASSOLUTAMENTE SÌ
Il manifesto di un femminismo che assume i toni dell'estetica dadaista: l'opera più significativa e trasgressiva di Chytilová.
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 8 maggio 2023
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 8 maggio 2023

Due giovani donne (che scopriremo chiamarsi entrambe Maria) in costume da bagno si trovano ai bordi di una piscina con atteggiamento apatico. Si trovano così a riflettere su come va il mondo e ne deducono che la corruzione e la cattiveria sono ovunque. Possono quindi permettersi di essere anche loro cattive dando così il via a una catena di trasgressioni che includono il cibo, il fumo, le relazioni con gli uomini e un'ampia sequela di stravaganti provocazioni.

Vera Chytilová, una delle più importanti registe del cinema ceco, realizza con questo film la sua opera più significativa e trasgressiva.

Correva l'anno 1966 quando sugli schermi cechi usciva Margheritine. Soffiava sul Paese un vento che faceva sperare in un cambiamento in senso positivo della società. Ci avrebbero pensato i carri armati russi, il 20 agosto 1968, a soffocare quel desiderio di mutamento e di libertà. L'attività della Chytilová non si sarebbe per questo fermata finendo, com'era inevitabile, nella morsa della censura.

Sua opera terza questo film si presenta come il manifesto di un femminismo che assume i toni dell'estetica dadaista mostrando come l'autodefinitosi sistema socialista avesse finito con il fare propri gli aspetti più decadenti e retrivi della borghesia (e questo è ciò che più deve avere infastidito il potere, anche prima dell'intervento sovietico). I ripetuti incontri con uomini in là con gli anni, che evidentemente sperano di potersi sposare dalla tavola del ristorante al letto di un hotel venendo invece rispediti ai loro luoghi di provenienza, dicono molto in materia. Le due Marie hanno caratteri diversi. Una è più disinibita e va all'attacco mentre l'altra interviene più in seconda battuta ma entrambe sono al servizio di una regia che mira a stupire mentre fa riflettere sulla disgregazione di un mondo che, dopo il secondo conflitto mondiale che apre e chiude il film, può solo rifugiarsi in un'astratta e giocosa follia per cercare di trovare un possibile futuro.

Chytilová utilizza tutti i mezzi che la tecnologia dell'epoca poteva metterle a disposizione per spiazzare lo spettatore costringendolo all'attenzione. Si passa indifferentemente dal colore al bianco e nero o al seppiato senza che vi sia una vera e propria ragione ma per il gusto della variazione sul ritmo estetico. Chiaramente la rappresentazione della donna qui è funzionale a una sua liberazione da tutti i dogmi (la mela di Eva diventa una pesca di cui vediamo una possibile funzione di simbolo omoerotico).

La distruzione del set (si veda la scena finale) non è ovviamente frutto soltanto di un divertissement fine a sè stesso. Questo lo si può ulteriormente notare perché invece la composizione di alcune inquadrature si rivela estremamente raffinata nel mettere insieme persone ed oggetti. Tanto da far pensare al cinema di Sergei Parajanov e a Le ombre degli avi dimenticati del 1964. Il meccanismo che apre il film alternandosi con immagini documentaristiche della guerra fornisce la chiave di lettura dell'intera opera. L'unico modo per non farsi stritolare da quell'ingranaggio è sfuggire alle regole. Anche se i rischi non mancheranno.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 30 giugno 2023
Tonino De Pace
Sentieri Selvaggi

Si vorrebbe cominciare col dire che questo è davvero cinema d'altri tempi, di quei tempi coraggiosi e intimamente ribelli che oggi sono solo scritti sui libri della storia del cinema. Ma è solo un desiderio e lo lasciamo lì da dove è venuto, ispirato dalla visione di questo autentico fulmine abbagliante che è questo film pieno di suggestioni dadaiste e per questo autenticamente ribelli, di messaggi [...] Vai alla recensione »

martedì 16 maggio 2023
Giampiero Raganelli
Quinlan

Ci sono film che sono invecchiati male, che hanno rappresentato qualcosa di importante, sia per stile che per contenuto, nel contesto storico e culturale in cui sono stati concepiti ma che, visti oggi, appaiono inesorabilmente datati. Non è sicuramente il caso de Le margheritine (il titolo originale è Sedmikrásky ma si può anche trovare con il titolo internazionale inglese Daisies) - del 1966, opera [...] Vai alla recensione »

lunedì 15 maggio 2023
Fabio Fulfaro
Sentieri Selvaggi

Ci sono film che devono essere inseriti nel contesto socioculturale del tempo. Da una parte il movimento cinematografico cecoslovacco Nová vlna che propone opere importanti come Gli amori di una bionda (1965) di Miloš Forman e Treni strettamente sorvegliati (1966) di Jirí Menzel. Dall'altra la situazione politica a Praga con fermenti di rivolta che verranno soffocati nel sangue nel 1968 con l'intervento [...] Vai alla recensione »

sabato 13 maggio 2023
Davide Maria Zazzini
La Rivista del Cinematografo

Le bombe e i vinili. La guerra e il mare. Il regime e l'identità. Il vecchio e nuovo. Gioventù e vecchiaia. Il cinema che fu e quello che sarà. Dopo quasi sessant'anni di clandestinità, Le marghertine censurate di Vera Chytilová possono scorrazzare liberamente nelle sale italiane. Irriverenti, indolenti, briose e irrispettose. Capricciose e trasgressive.

NEWS
TRAILER
venerdì 21 aprile 2023
 

Regia di Vera Chytilová. Un film con Ivana Karbanová, Jitka Cerhová, Marie Cesková, Jan Klusák, Jirina Myskova. Da lunedì 15 maggio al cinema. Guarda il trailer »

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