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Ultimo aggiornamento martedì 19 giugno 2018
Adattato dal romanzo bestseller di Madeleine St John, Ladies in Black è un commedia drammatica e affascinante incentrata sulle vite di un gruppo di commesse di grandi magazzini a Sydney, nel 1959.
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CONSIGLIATO SÌ
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Le "donne in nero" sono le commesse del prestigioso grande magazzino Goode's, nella Sidney degli anni Sessanta. Gestito dall'esperta e onnipresente Mrs Cartwright, vede l'arrivo della giovane e inesperta Lisa Miles come nuova assistente, presto promossa al reparto Abiti Firmati. L'incontro con l'elegante Magda, slovena e con il sogno di aprire una sua boutique personale, e le colleghe Fay e Patty le cambierà la vita. Crescerà, proverà a credere in se stessa e in un sogno chiamato Università.
Il cineasta australiano Bruce Beresford di A spasso con Daisy, ispirandosi al libro "The Women in Black" scritto nel '93 da Madeleine St John, firma una deliziosa commedia tutta al femminile in cui la moda diventa sfizioso pretesto per parlare di emancipazione femminile e integrazione.
Nella Sidney degli anni '60 le donne possono aspirare a brillanti carriere nei mestieri "da donne" - le commesse, ad esempio - mentre padri ignoranti si oppongono a percorsi accademici. Succede alla giovane Lisley - Angourie Rice, talento raro - che vuole farsi chiamare Lisa e liberarsi dai vestitini rosa bon ton che la madre le cuce addosso, tra un "Volare" di Modugno cantato mano per mano e l'altro, come fosse la sua bambolina. Il suo ingresso da Goode's, e quindi l'accesso al mondo del lavoro, diventa occasione di crescita, confronto con il femminile adulto, ed evoluzione. Lo stesso accade a Fay, la bravissima Rachael Taylor qui nei panni di un'ex ballerina di night club, affascinante alla Grace Kelly, che legge "Anna Karenina" e sogna un grande amore. Un Capodanno per caso conosce l'ungherese Rudi, presentatole dalla collega di Abiti Firmati Magda. Anche quest'ultima, come Rudi, è una "rifugiata europea" ed è interessante quanto attuale il modo con cui il regista racconta l'integrazione degli europei nell'allora "vergine" Australia, con intelligenza e leggerezza.
Questo piccolo grande film, colmo di grazia ed eleganza, ha i suoi punti di forza nella sceneggiatura, scritta in punta di penna, e nel suo cast affiatato e di talento, in cui spiccano, per estro e carisma, Julia Ormond e Angourie Rice. Tra le protagoniste anche la commessa Patty (Alison McGirr), alle prese con problemi coniugali e un marito che sparisce all'improvviso. Insomma l'universo di Goode's è quanto mai poliedrico e colmo di umanità varia, con un unico comun denominatore - oltre agli abiti neri elegantissimi che le commesse indossano -. La ricerca della felicità, che può arrivare all'improvviso e avere le sembianze, magari, di un rifugiato, ovvero un immigrato dell'est Europa.
la delicatezza e il garbo che abbiamo dimenticato, e che chi viene da esperienze piu' dire comprende e vive e porta con se. un gran film per tempi duri immotivatamente e violenti, senza ragione,bestiali e gretti, a cui si oppone, con fare di gran classe questdo film, ricordandoci chi e come dovremmo essere come persone e come società.
Personalmente non vedo in questo film espresse tematiche dell'integrazione e dell'emancipazione. Solo un meraviglioso e delicato tuffo negli anni '50, dove tutto era così innocente perfetto e spensierato