Titolo internazionale | April's Daughter |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Messico |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Michel Franco |
Attori | Emma Suarèz, Hernán Mendoza, Ivan Cortes, Enrique Arrizon, Joanna Larequi Ana Valeria Becerril, Tony Dalton, Camila Acosta, Mario Escalante, Emmanuel Lapin, Diego Sanchez, María E. Sandoval. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,54 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 25 maggio 2017
Ambientata a Puerto Vallarta, in Messico, la storia racconta di Valeria, una giovane di diciassette anni al settimo mese di gravidanza. Il film è stato premiato al Festival di Cannes,
CONSIGLIATO NÌ
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Valeria ha diciassette anni e una bambina in arrivo. Legata sentimentalmente a Mateo, deciso a crescere la figlia insieme, la ragazza vive a Puerto Vallarta con Clara, la sorella maggiore e complessata. La situazione economica precaria e l'inesperienza di Valeria, convincono Clara a chiamare la madre. Abril risponde all'appello e accoglie con gioia le responsabilità di nonna. Ma poi qualcosa accade, qualcosa scatta nella testa di Abril che 'occupa' la vita delle figlie fino a prendere le loro decisioni e a prenderne letteralmente il posto. Ma Valeria non ha nessuna intenzione di soccombere.
Michel Franco è il regista del disordine. La sua filmografia dispiega un catalogo di soggetti tabù, incesto (Daniel & Ana), bullismo (Después de Lucía), morte (Chronic) e di racconti refrattari alla psicologia e fissati col 'colpo di forza'.
A incarnarlo a questo giro è la madre del titolo, Abril, che impiega ogni mezzo per schiacciare l'avversario. Quelle figlie che domina onnipotente. Di quella madre all'inizio solare, Michel Franco emerge l'ombra, il patologico, l'abnorme. Chiamata in scena per fornire l'ossigeno necessario alla vita, finisce per soffocare la prole di cui non accetta l'irregolarità e la stortura. Se Clara è la figlia di cui vergognarsi, troppo grassa, troppo sciatta, Valeria è la figlia invasa con cui competere subdolamente in bellezza, fascino, erotismo. Abril, interpretata crudelmente da Emma Suárez (Julieta), è il motore malato di un melodramma messicano allungato sul litorale cristallino del Pacifico.
La hijas de Abril gira intorno al vampirismo, ogni gesto di Abril è teso a nutrirsi dell'altro, a dominare totalmente le situazioni e le relazioni tra le persone. Abril è una madre che rifiuta di essere uccisa (idealmente), finendo per prendere il controllo della vita delle figlie con mostruosa autorità. Fino ad andare davvero troppo lontano. Valeria ha una sorella maggiore, Clara, che soffre il proprio nubilato e la propria rotondità e che Abril costringerà per questa ragione a una dieta umiliante. Questa porzione dell'intrigo resta secondaria ma contribuisce a costruire il ritratto di una donna prepotente per cui le persone sono soltanto l'oggetto dei propri capricci da rigettare violentemente non appena sopraggiungono i primi segni di lassitudine.
Entrando nel merito della relazione madre-figlia, una incapace di trasmettere un'eredità positiva, l'altra risoluta nel ripristinare la potenza fondamentale del desiderio materno, l'autore messicano cede sulla distanza e la rigidità di scrittura, precipitando il film in un vortice di vacuità. La hijas de Abril è un'opera cinica che gioca con la pazienza dello spettatore e disprezza la profondità per svolgere senza sforzo il perturbante. Il risultato è il sensazionalismo e il sensazionalismo non è mai una buona cosa. Avanzando a dosi di sordidezza e miseria (umana) il film, che ha per oggetto la più terribile delle ingerenze (privare una madre del proprio bambino), organizza la resistenza di una figlia e ci fa credere in giorni migliori che non arriveranno mai. Perché l'autore sospende in un piano fisso e un finale aperto la sua protagonista. Abbandona tutti i personaggi alla loro sorte con un disprezzo sbalorditivo. E dire che sarebbe bastato un po' di cuore.
L'arrivo inaspettato della inaffidabile madre April, rende la gravidanza della giovane ed inesperta Valeria ancora più complicata. La diffidenza della ragazza tuttavia è tutt'altro che ingiustificata.Il quinto lungometraggio del 40 enne regista messicano si inserisce nella breve e significativa scia dei suoi precedenti drammi domestici, dove le smagliature dei rapporti familiari ed i giochi di potere [...] Vai alla recensione »