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Ultimo aggiornamento venerdì 4 febbraio 2022
L'amore tra Marguerite e suo fratello Julien è malvisto dalla società. I due decidono allora di fuggire in Inghilterra e vivere come coniugi sotto mentite spoglie. In Italia al Box Office Marguerite e Julien - La leggenda degli amanti impossibili ha incassato 20,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Marguerite e suo fratello Julien si amano teneramente fin dalla primissima infanzia e non desiderano altro che stare l'uno accanto all'altro. Crescendo, il loro affetto si converte in un sentimento amoroso definitivo, inaccettabile per la società di ieri, come per quella di oggi. Separati più volte forzatamente, si aspettano e rinnovano ad ogni occasione la loro dedizione reciproca, fino alla decisione di fuggire in Inghilterra e vivere come coniugi sotto mentite spoglie.
Per il suo quarto lungometraggio, la regista di La guerra è dichiarata riscrive con il partner di sempre, Jérémie Elkaim, la sceneggiatura stesa nel 1971 da Jean Gruault per Francois Truffaut (che abbandonò il progetto del film due anni dopo.) La storia s'ispira alla vicenda di Julien e Marguerite de Ravalet, figli del signore di Tourlaville, decapitati nel 1603 per adulterio e incesto. La Donzelli riscrive il concetto di epoca mescolandone diverse: c'è il castello secentesco (quello vero, di Tourlaville), ci sono i cavalli, ma ci sono anche le automobili, la radio, gli elicotteri, e i costumi, più che al diciassettesimo secolo, guardano decisamente all'Ottocento di Adele H., riferimento esplicito e inconfutabile del film nel suo complesso.
La regista cerca una via ibrida e nuova, che annulli i confini temporali della storia, ma incrocia troppi sentieri e finisce disastrosamente fuori strada. Wes Anderson e Charles Laughton, persino il Fritz Lang del Covo dei contrabbandieri (per la scena della fuga all'alba via mare), prestano alla Donzelli delle suggestioni comprensibili, che finiscono però per passare da un trattamento eseguito senza sufficiente lucidità di idee, che trasforma ogni cosa in kitsch senza scampo. Anche la recitazione non sa decidere tra il melodramma e la stilizzazione estrema e il risultato ha spesso l'involontario aspetto della farsa. Per non dire, infine, dell'epilogo, che parla un'altra lingua ancora, e siamo felici di non averla compresa.
Per chi ha seguito con interesse e con piacere il suo percorso fino ad ora è una delusione sensibile. Nonostante Marguerite et Julien non si allontani tematicamente dalle sue riflessioni per immagini, né dal portato autobiografico delle sue messe in scena -basti pensare al rapporto con Elkaim, in oscillazione perenne tra l'appassionato e il fraterno-, qui la Donzelli fallisce nel suo mestiere di regista, rincorrendo una visione senza sostanza, peccando di presunzione, credendo che la poesia sia declamazione e costruzione, anziché inciampo e osservazione. Così facendo, soprattutto, Valérie Donzelli ha tradito il suo nume, Truffaut, per il quale "il cinema è un'arte della prosa. Si tratta di filmare la bellezza senza averne l'aria o senza avere alcuna aria." Ma la bellezza, purtroppo, non è affare di questo film.
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"Marguerite e Julien" , ovvero la storia di un amore intensissimo, incondizionato e quanto mai ostacolato tra due giovani la cui però relazione incestuosa, essendo essi fratello e sorella, viene fortemente ostacolata dalla società. Valérie Donzelli porta sullo schermo l'omonimo romanzo di Jean Gruault, partendo dal tempo dell'infanzia dei due protagonisti sino [...] Vai alla recensione »
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Non vedevo l'ora che uscisse in Italia questo meraviglioso film di cui mi sono innamorata a Cannes l'anno scorso. La bravissima Valerie Donzelli mette in scena un perfetto dramma romantico, confrontandosi con un tema complicato e con una sceneggiatura scritta per Francois Truffaut. Un film coraggioso e pieno di spunti. Mi sembra incomprensibile l'accanimento della critica italiana.
Ho avuto la fortuna di vedere questo bellissimo film a Cannes. Sono veramente felice di sapere che uscirà anche in Italia! Non era facile affrontare un tema del genere senza scadere nel grottesco o nel patetico: storia bellissima, mmagini travolgenti e intepreti bravissimi. Da vedere assolutamente!
Teaser stupendo! Non vedo l'ora di vedere il film. La guerra è dichiarata mi era piaciuto tantissimo. Questo film mi sembra molto poetico e originale. Jeremie Elkaim, bello e dannato!
Volevo chiedere cosa ci fa una automobile al minuto 56, se loro sono morti nel 1608 ...
aspettavo questo film da tantissimo tempo dopo averlo visto in Francia e sono contenta che esca finalmente anche in Italia! La Donzelli sa raccontare le store d'amore impossibile come nessun altro e questo è sicuramente un film che non vi lascerà indifferenti.. soprattutto il meraviglioso finale! Un film lirico e struggente raccontato come se fosse un'antica favola.