Titolo originale | Karamazovi |
Titolo internazionale | The Karamazov Brothers |
Anno | 2008 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Repubblica ceca |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Petr Zelenka |
Attori | Ivan Trojan, Igor Chmela, Martin Mysicka, David Novotný, Radek Holub Lenka Krobotová, Michaela Badinková, Jerzy Michal Bozyk, Malgorzata Galkowska, Klára Lidová, Roman Luknár, Andrzej Mastalerz, Marek Matejka, Jerzy Rogalski, Pavel Simcík, Lucie Zácková. |
Uscita | giovedì 27 marzo 2014 |
Distribuzione | Distribuzione Indipendente |
MYmonetro | 2,70 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 1 marzo 2016
Durante le prove de "I fratelli Karamazov", finzione e realtà finiscono col sovrapporsi, e il dramma scivola via dalla carta al mondo reale. In Italia al Box Office I fratelli Karamazov ha incassato 7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Chiamati in un festival di teatro alternativo a rappresentare I fratelli Karamazov, un gruppo di attori arriva in Polonia, in una fabbrica dismessa all'interno della quale cominciano le prove. Alcuni di loro non vorrebbero essere lì, altri desiderano andarsene, altri ancora non nascondono i propri problemi ma la vera tragedia riguarda un uomo locale, il cui figlio il giorno prima è caduto lavorando allo spazio allestito nella fabbrica fratturandosi la spina dorsale.
Mentre le prove vanno avanti e gli attori paiono pensare solo a loro stessi, anche la storia del figlio dell'operaio procede.
Teatro fuori dal teatro, rappresentazione espansa di alcune parti del testo di Dostoevskij all'interno di una fabbrica dismessa. Una buona parte di questo I fratelli Karamazov mette in scena il testo originale, lo fa adattando le scene a luoghi post-sovietici, spazi industriali nel senso stretto del termine che diventano astrazione degli spazi della storia. Uniformi fedeli, e piccoli accenni di scenografia inseriti con senso straniante in luoghi che non gli apparterrebbero. Tutto, anche la maniera sconnessa in cui la rappresentazione è di continuo interrotta, mette in risalto la recitazione di un gruppo d'attori in certi momenti eccezionali che rappresentano singole scene, svincolate dalla filologica continuità del testo, con un'intensità che stupisce proprio per la forza che scaturisce da una narrazione continuamente interrotta.
Il tentativo di Petr Zelenka però va oltre il testo ed è quello di sposare questa matrice del suo I fratelli Karamazov con l'altra, la storia degli attori intenti a recitare, uomini e donne più che altro deprecabili, lontanissimi dagli alter ego in scena e presi in una piccola trama di ordinario dolore e umana tragedia.
La doppiezza sul palco, l'interpretare un ruolo e il guardare se stessi farlo, spesso sconfina anche fuori dalla scena. Quando non recitano gli attori sembrano dubitare di tutto, dell'impresa in cui sono stati coinvolti, della sincerità degli altri e di ciò che gli viene raccontato. Tentano di fuggire, tentano di sabotare ma poi finiscono a dare il meglio di sè.
E' questa la parte meno riuscita di un film che imbastisce due trame parallele con la forza di lasciare che le stesse persone le conducano entrambe ma senza essere capace di farle dialogare davvero, se non nella maniera più banale.
Non è certo da poco la messa in scena decontestualizzata del testo di Dostoevskij, nè è priva di interessa la trama che prende gli attori tra eredità post-sovietica, snobberia artistica e incredulità di fronte all'accadere della vita vera, eppure il loro mescolarsi non genera mai nulla di superiore alla somma delle due parti. In qualche momento, quando l'operaio guarda la recita, sembra anche di intuire quel che I fratelli Karamazov di Petr Zelenka poteva essere e non è, ma sono solo momenti.
Un gruppo di attori polacchi parte da Praga per Cracovia, dove è invitato a rappresentare l'adattamento teatrale del testo di Dostoevskij in un festival alternativo. La scena è un luogo lugubremente simbolico: una fabbrica in rovina sorta negli anni 50 come emblema dell'industrializzazione sovietica. Vi si aggirano ancora, simili a fantasmi, alcuni operai; il figlio di uno dei quali, causa una caduta, [...] Vai alla recensione »
Trasposizione contemporanea di uno dei grandi classici della letreratura: «I fratelli Karamazov» di Dostoevskij che per noi, in Italia, significa soprattutto l'impareggiabile sceneggiato Rai di Sandro Bolchi del '69. Operazione rischiosa che il regista ceco Petr Zelenka (acclamato in patria per le sue regie teatrali e candidato all'Oscar nel 2008 con questo film), tenta di superare trasferendo l'azione [...] Vai alla recensione »
Che estenuante mattone. Roba da restare in coma sulla poltrona del cinema. Siamo in una fabbrica dismessa della Polonia: un gruppo di teatranti cechi è arrivato in pullman per le prove generali di I fratelli Karamazov, che andrà in scena l'indomani. Chissà che coda. Realtà e finzione si accavallano senza tregua, ma anche Dostoevskij sverrebbe per la noia. Da Il Giornale, 27 marzo 2014