Girl Model

Nadya è una tredicenne siberiana di modestissime condizioni economiche che partecipa a casting sperando in una carriera di modella. Viene scelta da un'agenzia che lavora con il Giappone. Nell'ambiente della moda nipponica le modelle debbono essere molto giovani e magre e la ragazza possiede le caratteristiche necessarie. Viene così inviata in Giappone con la promessa di due ingaggi mentre in realtà verrà sfruttata per foto che non le verranno pagate e anzi progressivamente l'agenzia vanterà un credito nei suoi confronti.
Sullo sfruttamento delle speranze di giovani ragazze e delle loro famiglie non sono mancati, nel corso degli anni, documentari di denuncia. Dove si trova allora l'originalità di Girl Model? Innanzitutto nel fatto che la troupe abbia potuto riprendere senza censure una personalità contraddittoria come quella della talent scout che in passato è stata modella e che è consapevole della sorte che sta preparando alle sventurate che si fidano delle sue parole e di quelle del manager che l'ha assunta. Visitiamo persino la sua casa ricca ma fredda e trasparente quanto lo è in fondo il suo volto tormentato. Il secondo elemento di distinzione sta nell'assolutamente inusuale intervento dei componenti della troupe stessa che si sono visti spinti ad aiutare la giovane protagonista non di un sogno ma di un'umiliazione. Perché le quasi bambine si trovano semiabbandonate in un mondo di cui non conoscono la lingua e la cultura dopo aver firmato un contratto che le rende molto simili ad animali in vendita.
Un articolo prescrive che l'aumento di un centimetro comporta l'immediata rescissione del contratto stesso. Per una di loro, giunta sull'orlo della disperazione, sarà proprio quel codicillo da schiava a trasformarsi in un punto di forza per farsi rispedire a casa e liberarsi da una delle tante prevaricazioni che vengono imposte a giovani che meriterebbero ben altro destino. 