Fast Girl

Alex Johnstone sin da piccola ha amato le auto da corsa stimolata dal padre. Il quale è morto in un incidente in pista. Divenuta adulta Alex, che fa la cameriera in un fast food, vorrebbe ottenere il brevetto per gareggiare da professionista ma lo zio glielo rifiuta perché ha compreso che la ragazza non riesce a superare il trauma della morte del genitore. Sul circuito locale viene a fare le prove una casa automobilistica che è in cerca di un nuovo pilota. Per Alex potrebbe essere l'occasione della vita ma convincere lo zio non è facile.
Ci sono film del 2008 che potrebbero essere retrodatati di vent'anni e nessuno se ne accorgerebbe. E' il caso di Fast Girl Ma questo non comporta un giudizio necessariamente negativo. Si tratta di un film semplice e lineare senza alcuna qualità specifica se non nell'avere come protagonista Mircea Monroe che ricorda in qualche modo il volto di Hillary Swank. Ha però il pregio di raccontare una storia proponibile anche a un pubblico di adolescenti che ancora non abbiano rinunciato a realizzare un desiderio importante. Perché se il riferimento a Karate Kid declinato al femminile (quindi con tutte le difficoltà che sussistono in campo automobilistico per una donna) è esplicito lo sviluppo narrativo è onesto. Semmai difetta in eccesso di onestà.
La regia, se ci si permette il gioco di parole, non preme sull'acceleratore delle esibizioni in pista essendo più interessata a far comprendere come sia difficile per la protagonista elaborare il lutto. Il classico 'troppo dialogo' può rischiare di far desistere qualche spettatore che invece forse potrebbe divertirsi nel sentirsi raccontare una storia con morale (prevedibile ma positiva) incorporata. 